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Ue: bloccata la brevettabilità del software
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E'stata rifiutata dal parlamento europeo con 648 voti su 680 la direttiva che prevedeva la brevettabilità del software che avrebbe aperto la strada a situazioni di monopolio. Per questo era appoggiata dalle lobby che fanno capo ai grandi gruppi del settore tecnologico, come Microsoft e Nokia, secondo le quali le modifiche proposte dal Consiglio alla legge avrebbero aperto la strada a versioni copiate prodotte in paesi come la Cina."Un chiaro segnale contro la logica della brevettazione che indica di cambiare politica anche all'European Patent Office (Epo)" commenta a caldo la Free Software Foundation Europee (Fsfe). "Questo risultato non interessa i brevetti sulle invenzioni high-tech in alcun senso" sottolinea Stefano Maffulli, rappresentante italiano della Fsfe che precisa: "l'innovazione high-tech è stata sempre brevettabile e lo sarebbe rimansto anche se l'indirizzamento fosse stato passato con tutti gli emendamenti proposti. È importante far sapere questo perché i fautori della logica dei brevetti del software hanno provato a confondere la gente circa le invenzioni high-tech che sono argomento di questa direttiva".
La proposta di brevettare il software era già stata bocciata durante la scorsa legislatura grazie ad un movimento che ha coinvolto due milioni di cittadini, piccole e medie imprese e società civile. Una scelta sbagliata che rischia di mettere in ginocchio quel tessuto di piccole e medie imprese che asicurano innovazione al settore. Ma secondo il cartello che lunedì 4 a Bologna ha tenuto il seminario dal titolo "Software: brevettare le idee?" è soprattutto è una scelta inacettabile perché è un ulteriore passo nella direzione di recintare e privatizzare beni comuni come la cultura e i saperi mettendo a rischio i principi di accesso democratico e i diritti ad esso collegati. Lo scorso marzo il Consiglio dell'Unione europea aveva approvato la contestata proposta di direttiva sui brevetti software, nonostante nello stesso Consiglio non ci fosse una maggioranza "della popolazione europea" a supporto del testo. La decisione è stata infatti presa anche se Danimarca, Polonia e Portogallo avevano chiesto di verificare l'esistenza di tale maggioranza, richiesta rifiutata dalla presidenza di turno (Lussemburgo).
Nel dibattito a Strasburgo è intervenuto anche l'europarlamentare Vittorio Agnoletto precisando che sono già stati richiesti i brevetti per "idee" che tali non sarebbero, quali il click del mouse per svolgere un'azione, oppure l'operatore di diseguaglianza nel codice sorgente e altre idee banali che vengono utilizzate oggi praticamente in tutti i software in circolazione. Inoltre se "l'interoperabilita'" dovesse essere bloccata da brevetti su programmi ed il consumatore fosse spinto ad acquistare ed utilizzare sempre e solo prodotti della stessa azienda, vi sarebbero enormi conseguenze di carattere economico.
"Una piccola ditta dovrebbe sostenere spese enormi, da una parte per non commettere alcuna violazione di brevetto e dall'altra per difendere in tribunale le proprie realizzazioni. La concorrenza allora non sarebbe piu' solo una questione di mercato, ma anche di tribunale" ha precisato nel suo intervento Agnoletto che ha ricordato come tutti gli istituti di ricerca universitari o ospedalieri oggi stanno risparmiando sul software perche' usano quelli creati dagli istituti stessi (quindi gratuiti) o software alternativi dal costo molto inferiore rispetto ad es. a Microsoft. "Con questa votazione si è raggiunto il blocco definitivo questo tentativo che andrebbe a solo vantaggio delle grandi multinazionali asiatiche e americane e metterebbe in grandissima difficolta' il tessuto di medie imprese europee" ha dichiarato il senatore Fiorello Cortiana. [AT]
Altre fonti: Quinto Stato, Bologna Free Software Forum, Il secolo della rete