Ucraina: la polizia estorce ed usa la tortura

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"Le forze dell'ordine ucraine usano regolarmente la forza e spesso ricorrono alla tortura per estorcere confessioni e testimonianze ai detenuti" - denuncia un rapporto di Amnesty International, diffuso oggi, che descrive l'impunità di cui beneficiano gli agenti di polizia responsabili di maltrattamenti e torture. Le autorità ucraine ammettono che la polizia abusa dei propri poteri per chiudere il maggior numero possibile di casi, con qualsiasi mezzo. Il rapporto di Amnesty International mette in luce alcune debolezze del sistema di giustizia penale ucraino, che favoriscono la diffusione della tortura: tra queste, le cattive condizioni dei centri di detenzione preventiva e la mancanza di garanzie per i prigionieri.

Un'eredità dell'epoca sovietica è l'enfasi con cui si assegnano alla polizia elevati risultati da conseguire in termini di repressione della criminalità piuttosto che di prevenzione. Le autorità ucraine ammettono che la polizia abusa dei propri poteri per chiudere il maggior numero possibile di casi, con qualsiasi mezzo; così facendo, cerca per prima cosa di ottenere la "confessione", ricorrendo all'uso della forza. L'operato della polizia è alimentato anche da un alto livello di corruzione: è noto che gli agenti di polizia picchino i detenuti per estorcere loro denaro. Il rapporto contiene venti raccomandazioni alle autorità ucraine, destinate a rendere efficace la proibizione assoluta della tortura e degli altri maltrattamenti e impedire il fenomeno dell'impunità.

Sebbene i dati ufficiali non forniscano un quadro chiaro ed esauriente sull'incidenza della tortura e degli altri maltrattamenti da parte della polizia, uno studio condotto dall'Istituto Kharkiv per le ricerche sociali ha rivelato che il 62,4% di un gruppo di persone precedentemente arrestate dalla polizia era stato sottoposto a maltrattamenti: il 44,6% di queste aveva riportato danni alle braccia, alle gambe o al collo, il 32,8% era stato preso a pugni e calci e il 3,8% era stato torturato con strumenti particolari.

I casi segnalati ad Amnesty International dal 2001 al giugno 2005 riguardano detenuti appesi a sbarre metalliche (metodo chiamato lom, barra di blocco), costretti a indossare maschere antigas fino quasi a soffocare (un metodo diffusissimo in tutti i paesi dell'ex Urss, chiamato slonik, elefante), bastonati e presi a calci o colpiti con altri oggetti, quali libri pesanti (ad esempio, il codice di procedura penale) o bottiglie piene d'acqua, che non lasciano segni sulla pelle. In altri casi, è stato fatto ricorso a pressioni psicologiche, come le minacce di stupro o di incriminazione per ulteriori reati. In un caso, una madre è stata costretta a "confessare" sotto la minaccia di vedersi separata dalla sua piccola figlia ammalata.

Intanto la procura militare di Mosca ha revocato il mandato di cattura che aveva emesso nei confronti di Yulia Tymoshenko, protagonista della 'rivoluzione arancione' in Ucraina e primo ministro fino all'inizio di settembre. L'ex premier, licenziata insieme a tutto l'esecutivo dal presidente Viktor Yuschenko, ha fornito agli inquirenti le prove che cercavano in occasione di una deposizione a Mosca. Il mandato di cattura era stato emesso durante l'aspro scontro istituzionale in Ucraina che portò al rovesciamento della presidenza filo-russa e all'ascesa di Yuschenko. La Tymoshenko aveva definito le accuse di Mosca "strumentali" alla lotta di potere in corso. La procura russa aveva 'congelato' il procedimento per il periodo in cui era stata alla guida del governo di Kiev, ma l'8 settembre scorso il presidente ucraino Viktor Yushenko aveva sciolto il governo presieduto dalla Timoshenko. Il colpo di spugna del Presidente è arrivato dopo la crisi innescata da Oleksandr Zincenko, capo del gabinetto del presidente, che rassegnando le dimissioni non ha esitato a denunciare la corruzione dell'entourage presidenziale. [GB]

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