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UNHCR: intolleranza e demagogia minacciano il diritto di asilo
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L'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati Ant㳀nio Guterres ha oggi esortato i rappresentanti della comunità internazionale ad unire le proprie forze per combattere l'intolleranza, preservare l'istituto dell'asilo e ridurre la distanza tra l'assistenza umanitaria e lo sviluppo di lungo termine, in modo che milioni di persone sradicate possano ricostruire le proprie vite senza timore di nuove guerre ed esodi forzati. Nel suo discorso di apertura dell'incontro annuale - della durata di cinque giorni - del Comitato Esecutivo (ExCom), organo direttivo dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) composto da rappresentanti di 68 stati, Ant㳀nio Guterres ha dichiarato che l'UNHCR è soprattutto un'agenzia di protezione dei rifugiati. Attualmente, oltre seimila operatori dell'UNHCR si prendono cura in tutto il mondo di circa 19 milioni di rifugiati ed altre categorie di migranti forzati che rientrano nella competenza dell'Agenzia.
Guterres, che ha assunto il suo incarico lo scorso giugno, ha aggiunto che la lotta all'intolleranza costituisce forse la sfida più difficile che oggi l'UNHCR e i suoi partner devono affrontare. Il personale dell'UNHCR e le persone da loro aiutate devono confrontarsi ogni giorno con "l'impatto perverso" dell'intolleranza. L'Alto Commissario ha inoltre criticato l'aumento della demagogia in politica e le campagne populiste dei media mirate a manipolare cinicamente l'opinione pubblica ed a sfruttare le paure e i pregiudizi delle persone.
"L'ascesa del populismo ha portato a creare sistematicamente e intenzionalmente confusione nell'opinione pubblica, mischiando problemi di sicurezza, terrorismo, flussi migratori e questioni relative a rifugiati ed asilo" ha dichiarato Guterres ai delegati nella sede europea delle Nazioni Unite. "Preservare l'asilo significa sfidare la nozione secondo cui rifugiati e richiedenti asilo sono agenti di insicurezza e terrorismo, piuttosto che esserne le vittime. Sfortunatamente, vi sono oggi molte situazioni in cui il concetto di asilo viene frainteso, e talvolta addirittura messo in relazione diretta con il terrorismo. Il terrorismo dev'essere combattuto con determinazione totale. Ma l'asilo deve restare un punto fermo fondamentale della democrazia".
Guterres, già primo ministro in Portogallo, ha poi fatto appello ai governi responsabili e alla società civile affinché "agiscano insieme per contrastare questo approccio populista". Se, da un lato, il numero globale dei rifugiati - coloro cioè che hanno dovuto abbandonare il proprio paese a causa di violenza e persecuzioni - ha toccato quest'anno la cifra più bassa da quasi 25 anni a questa parte, dall'altro l'Alto Commissario ha evidenziato che in tutto il mondo esistono altri 25 milioni di sfollati fuggiti dalle proprie case per gli stessi motivi, ma che sono rimasti dentro i confini dei propri paesi e non rientrano per questo nella Convenzione del 1951 sui rifugiati.
Guterres ha quindi dichiarato che l'UNHCR intende essere un partner "pienamente coinvolto" nell'approccio collaborativo delle Nazioni Unite per far fronte alla questione degli sfollati interni. Se da un lato la responsabilità di questa categoria di persone appartiene in primo luogo allo stato interessato, è anche vero che l'incapacità della comunità internazionale di risolvere il problema degli sfollati rappresenta il suo principale fallimento. Alla sessione di oggi prende parte anche il Coordinatore dell'ONU per l'assistenza d'emergenza Jan Egeland, che coordina questo impegno congiunto.
"La drammatica questione degli sfollati interni dimostra fin troppo chiaramente come razzismo, xenofobia, conflitto etnico, nazionalismo violento e fondamentalismo religioso siano vivi e forti nel nostro mondo di oggi" ha aggiunto Guterres. "Noi possiamo batterli solo attraverso la tolleranza, un valore che non appartiene ad una particolare civiltà, ma un valore di civiltà".
Una seconda sfida è quella di collaborare con i governi per distinguere richiedenti asilo e migranti all'interno dei flussi migratori misti. Secondo Guterres, quelli delle migrazioni e della sicurezza sono temi che ricorrono costantemente nel dibattito pubblico e che combinati insieme pongono un'enorme pressione sui sistemi d'asilo e sulle legislazioni in materia d'asilo.
"Per preservare l'istituto dell'asilo è necessario per noi poter individuare le persone bisognose di protezione internazionale all'interno di flussi migratori complessi, come quali che hanno luogo nel Mediterraneo e nel Golfo di Aden" ha affermato, riferendosi alle migliaia di persone che dall'Africa si spostano verso l'Europa ed il Medio Oriente. "Tutti gli stati sono tenuti a gestire in modo responsabile le proprie frontiere e ad adottare politiche migratorie appropriate. Essi devono anche agire con forza per eliminare il traffico di esseri umani e punire severamente chi trae vantaggio da tali traffici. Tuttavia la necessità di sorvegliare le frontiere non deve impedire l'accesso alle procedure d'asilo o un'equa procedura di determinazione dello status di rifugiato per coloro che ne hanno diritto in base al diritto internazionale. Un'azione repressiva dura e senza compromessi contro questi abominevoli criminali deve procedere di pari passo con la preoccupazione umanitaria di proteggere le loro vittime bisognose".
Per fare in modo che coloro che hanno effettivamente necessità di protezione la ricevano sono necessari una pressione efficace e un intervento puntuale da parte dell'UNHCR e dei suoi partner, che comprenda anche l'accesso ai gruppi misti di nuovi arrivi e migliori esami dei casi individuali. Ciò richiede, tra l'altro, anche la raccolta e l'uso efficace delle informazioni, ha aggiunto l'Alto Commissario. "Voglio essere chiaro" ha affermato Guterres. "Le misure contro la frode e l'abuso sono parte dell'attività di protezione ed essenziali per la credibilità dei sistemi d'asilo. Sono consapevole dei dilemmi che i governi spesso si trovano ad affrontare, ma l'Agenzia di cui sono alla guida è pronta ad assistere tutti gli stati⅀"
Una terza, importante sfida riguarda il 'gap' tra l'assistenza umanitaria fornita da un'Agenzia operativa sul terreno come l'UNHCR - che spesso opera in situazioni d'emergenza - e lo sviluppo di più lungo periodo. Guterres ha descritto questa distanza come un "grave handicap", che deriva in parte da una carenza di collaborazione, coordinamento e pianificazione tra le diverse agenzie che si occupano di assistenza e di sviluppo, talvolta esacerbato da strategie contrastanti e scarso coordinamento tra paesi donatori. Se i rifugiati fanno ritorno nel proprio paese per rimanervi, ha aggiunto, la transizione tra assistenza di breve e di lungo periodo dev'essere morbida, in modo che società ed istituzioni devastate possano essere ricostruite e i rimpatri siano sostenibili.
"Circa la metà di tutte le situazioni postconflitto scivolano nuovamente nella violenza nel giro di cinque anni" ha affermato l'Alto Commissario. "La prevenzione e la gestione delle fasi successive al conflitto sono pertanto entrambe fondamentali per evitare gli esodi forzati di popolazione. È questa la ragione per cui l'UNHCR è estremamente entusiasta per la creazione della Commissione di peacebuilding" avallata durante il recente summit mondiale delle Nazioni Unite a New York. L'UNHCR assumerà un ruolo attivo nel sostenere la commissione, ha aggiunto Guterres, poiché "il consolidamento della pace comprende necessariamente la ricerca di soluzioni durevoli per i rifugiati e gli sfollati". L'intervento del Segretario Generale delle Nazioni Unite Kofi Annan nell'incontro del Comitato Esecutivo è previsto per giovedì prossimo.