Tibet: condanna a morte per motivi politici

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Il monaco tibetano Lobsang Dhondup (28 anni) è stato condannato a morte dal Governo cinese il 26 gennaio scorso. Il giovane era accusato di essere coinvolto nell'organizzazione di alcuni attentati dinamitardi condotti nel 2002 nella regione del Ganzi (confine orientale con il Tibet) e nella città di Chengdu. "Un brusco risveglio per la comunità internazionale che vede come i diritti umani siano violati anche nella Cina di Hu Jintao", ha commentato Thupten Tsering, dell'organizzazione "Studenti per il Tibet libero" che nei mesi passati ha inviato oltre 10mila fax e e-mail al governo cinese chiedendo per i due imputati un dibattimento nel rispetto dei loro diritti. Dalla sua sede a Dharamsala (India settentrionale), il governo tibetano in esilio ha rivolto un appello ai governi stranieri perché facciano pressione su Pechino affinché avvii nei confronti degli altri imputati un secondo processo con maggiori garanzie di trasparenza. Anche Amnesty International esprime forte preoccupazione e commenta " Si tratta di un segnale terribile che riporta la situazione indietro di anni e che cancella gli importanti gesti di distensione dei mesi scorsi, tra cui la liberazione di alcuni prigionieri politici e l'abbozzo di ripresa del dialogo con il governo tibetano in esilio. Erano anni che non veniva registrata in Tibet una condanna a morte per motivi politici e temiamo che le autorità cinesi vogliano estendere l'utilizzo della pena di morte ad accuse legate ad attività separatiste o contro la sicurezza nazionale, come già avvenuto negli ultimi mesi nella regione del Xinjiang, il Turkestan cinese".
Pubblicato il: 29.01.2003
" Fonte: » Misna, Amnesty International, Italia Tibet;
" Approfondimento : » Students for a Free Tibet , HRIC Human Rights in China ;

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