Tav: il 'rapporto Toscana' scoraggi la Val di Susa

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Fatti e misfatti della cantierizzazione TAV sotto l'Appennino fra Firenze e Bologna, in tre cartelle e sedici allegati: nel "Rapporto Toscana" trasmesso direttamente al presidente della Regione Piemonte Mercedes Bresso, al presidente della provincia di Torino Antonio Saitta e al sindaco del capoluogo Sergio Chiamparino, è sintetizzata la vicenda del disastro TAV in Toscana. Girolamo Dell'Olio, portavoce dell'associazione ecologista fiorentina Idra (parte civile nel processo per i devastanti danni ambientali imputati al consorzio di imprese costruttore della TAV in Mugello), e Pier Luigi Tossani, vice presidente di Idra e promotore la scorsa primavera della lettera-documento al commissario europeo per gli Affari economici e monetari Joaquìn Almunia sul buco nero finanziario della TAV (nelle settimane successive l'Italia ha ricevuto da Eurostat il cartellino giallo per il rapporto deficit-Pil riscontrato), trasmettono direttamente alle più alte cariche elettive di Torino una testimonianza inoppugnabile, un dossier aggiornato con foto, tabelle, cartografie e documenti istituzionali, che "possa contribuire a evitare all'erario nazionale, nonché alle economie, agli ambienti e alle popolazioni soggette alle interferenze della cantierizzazione proposta, il rischio di subire i danni e le sofferenze drammaticamente attestati nella nostra regione".

Il 30 novembre sono attese in Val di Susa le operazioni di recinzione dei terreni interessati dalla realizzazione del cunicolo esplorativo di 7 chilometri propedeutico alla realizzazione della ipotizzata nuova linea ferroviaria ad Alta Velocità Torino-Lione. Un momento dall'elevata valenza simbolica, specie dopo la civile ed argomentata opposizione largamente espressa dalle popolazioni della Val di Susa per le rilevanti controindicazioni ambientali e per i dubbi sulla stessa efficacia trasportistica dell'opera, sulla sua ipotizzata redditività e sulla reperibilità delle risorse finanziarie italiane ed europee necessarie a realizzarla. Da qui prende le mosse l'iniziativa di solidarietà concreta alla Val di Susa da parte dell'associazione toscana Idra.

"La descrizione del modello di approvazione e di esecuzione dell'opera come esso risulta dall'esperienza toscana - scrive Idra nella lettera a Bresso, Saitta e Chiamparino - potrà esserVi utile, auspichiamo, a evitare il rischio che possa risultare alla fine debole e perdente l'azione delle autorità pubbliche centrali e locali, anche in presenza della regolarità delle procedure amministrative sulla base delle quali sono assunte le decisioni". Secondo l'associazione fiorentina "il caso Toscana mostra infatti quale e quanta cura sia necessario prodigare al momento delle scelte laddove si vada a incidere su un tessuto di beni, interessi e bisogni collettivi così importanti come quelli di un'intera vallata (ieri il Mugello, oggi la Val di Susa), in un contesto di forte, motivato e civile coinvolgimento popolare. In Mugello, col senno di poi, ogni amministratore intellettualmente onesto dovrebbe oggi ammettere che le popolazioni che avversavano la progettazione TAV poi cantierizzata avevano ragione". La lettera che accompagna il dossier si conclude con un invito: "Facciamo in modo che non si abbia un domani a dover tirare anche in Piemonte lo stesso umiliante bilancio: quello per cui le autorità pubbliche non hanno saputo adeguatamente tutelare la comunità da loro guidata, il bene pubblico e le risorse ambientali non rinnovabili, di cui tutti siamo solo i custodi, e non i proprietari".

Per vedere un'antemprima del documentario che l'associazione IDRA sta girando nel Mugello in questi giorni, intervistando abitanti e vittime dell'alta voracità è possibile collegarsi al sito Arcoiris.tv. Negli ultimi dieci anni la grande opera dei Treni ad Alta Velocità per la tratta Firenze Bologna è riuscita a devastare l'ambiente e la vita di migliaia di cittadini in un territorio come quello del Mugello, dove è stata scavata la galleria più lunga d'Italia. Falde svuotate e acquedotti seccati, cave che mangiano gli appennini, tombe etrusche in pericolo, pianure cementificate, orari di lavoro impossibili per gli operai, danni irreversibili all'ecosistema. [AT]

Fonte: ArcoIris Tv

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