Strasburgo e Turchia, il Papa nel cuore dell'Europa e alla moschea blu

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Il più breve viaggio nella storia delle trasferte internazionali dei Papi, tre ore e cinquanta in tutto nel cuore dell’Europa, a Strasburgo, e, tre giorni dopo, il viaggio al confine tra Asia ed Europa, tre giorni in Turchia tra la maggioranza musulmana, il piccolo gregge cattolico e gli ortodossi guidati dal patriarca ecumenico Bartolomeo con il quale ha ormai stretto un rapporto stretto. Così il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, ha presentato il quinto (25 novembre) e sesto (28-30 novembre) viaggio internazionale di papa Francesco nel corso di un briefing in Vaticano. Entrambi i viaggi sono stati peraltro fissati in questo periodo dopo che tanto per l’Europarlamento quanto per la Turchia si è concluso un periodo elettorale che rendeva impropria una visita del Pontefice.

Quello di Jorge Mario Bergoglio a Strasburgo del 25 novembre sarà "il più breve tra tutti i viaggi fatti dai Papi: 3 ore e 50", ha sottolineato Lombardi. "Nessun altro viaggio internazionale dei Papi ha avuto una durata così breve". Il viaggio "non ha alcun evento pastorale, religioso, liturgico, è contenuto sulla finalità dell’incontro con le due grandi istituzioni europee, il Parlamento europeo e il Consiglio d’Europa", ha precisato il Gesuita, sottolineando che il Papa non visiterà neppure la cattedrale di Strasburgo che festeggia quest'anno il suo millenario. Anche il protocollo, conseguentemente, prevede che "non ci sarà il presidente francese Hollande, ma il segretario di Stato per gli Affari europei", e non è previsto "uno spostamento in papamobile per incontrare la popolazione". “Con questo viaggio il Papa parla all’Europa intera”, ha detto Lombardi, “e nonostante la brevità sarà un’occasione di grandissimo rilievo”.

Il Papa parlerà prima al Parlamento europeo, poi al Consiglio d’Europa, due istituzioni ben distinte: mentre il primo organismo, elettivo, è parte dell’Unione europea, la seconda istituzione, nata ben prima e composta di parlamentari nazionali, si estende ormai ben più a oriente dell’Ue, comprendendo per esempio anche Ucraina e Russia. In parte sovrapponibili, dunque, i due discorsi dovrebbero distinguersi significativamente perché rivolti a due “audience” diverse. All’eurocamera, papa Francesco, dopo un discorso introdotto dal presidente Martin Schulz, incontrerà, prima di trasferirsi al vicino Consiglio d'Europa, il premier italiano Matteo Renzi, presidente di turno del Consiglio Ue, Jean Claude Junker, nuovo presidente della Commissione Ue, e Herman Van Rompuy, presidente uscente del Consiglio europeo. “Tutti sappiamo benissimo, il Papa meglio di tutti, che non è un capo politico di Stato con poteri militari, economici e interessi particolari”, ha detto Lombardi rispondendo alle domande circa le contestazioni di un europarlamentare alla presenza del Pontefice, “ma la presenza del Papa nel mondo delle organizzazioni internazionali è quella di una grande personalità riconosciuta a livello internazionale e mondiale come grande autorità di carattere religioso e morale”. Al Consiglio d’Europa Bergoglio sarà accolto da Thorbjorn Jagland, segretario generale, e dalla presidente svizzera dell’assemblea parlamentare, Anne Brasseur, prima di pronunciare il secondo discorso della seconda sessione straordinaria di un’istituzione europea. Oltre ai nunzi presso le due istituzioni saranno presenti anche il cardinale di Budapest Peter Erdo, in qualità di presidente del Consiglio delle conferenze episcopali europee (Ccee) e l’arcivescovo di Monaco di Baviera Reinhard Marx in qualità di presidente della Commissione delle conferenze episcopali della comunità europea (Comete). Giunto alle 10 all’aeroporto di Strasburgo, il Papa ripartirà per Roma alle 13,50. 

Quanto al viaggio a Istanbul e Ankara, padre Lombardi ha esordito sottolineando che, prima dei viaggi sul Bosforo di Paolo VI (1967), Giovanni Paolo II (1979) e Benedetto XVI (2006), i rapporti tra Santa Sede e Turchia devono molto a Giovanni XXIII, che lì fu nunzio per dieci anni. Papa Francesco non si recherà a Smirne. Dopo aver richiamato l’intenso programma della tre giorni – incontro con le autorità civili, con il Ministero degli affari religiosi, firma di un messaggio congiunto con Bartolomeo e Divina liturgia ortodossa, Messa alla comunità cattolica – Lombardi, rispondendo alle domande dei giornalisti, ha chiarito che l'esoso e contestato palazzo del presidente turco Recep Tayyip Erdogan, dove papa Francesco sarà ricevuto il 28 novembre all'inizio di un viaggio, è "un problema che non riguarda la Santa Sede o il Papa". "Abbiamo sentito anche noi che ci sono discussioni a proposito del nuovo palazzo presidenziale", ha detto Lombardi, "come sapete il palazzo non si costruisce in un giorno, è cominciato molto prima che il Papa decidesse di andare in Turchia, è pertanto un problema che si pone da tempo in Turchia e non si pone con il viaggio come tale. Il Papa - ha concluso Lombardi - è persona che viene invitata e va, come ogni persona educata, dove il Presidente lo riceve". Papa Francesco potrebbe pregare quando visiterà la moschea blu di Istanbul, ma non si tratterebbe, come già accaduto per Benedetto XVI, di una "preghiera formale" o pubblica, quanto piuttosto di un momento di "raccoglimento" personale, "senza esprimere esteriormente atteggiamenti o parole specifiche", di fronte a Dio, ha precisato Lombardi. "Ricordo bene la questione della preghiera o non preghiera: è evidente che non si può parlare di una preghiera formale da parte di un cristiano in una moschea, allo stesso tempo essendo un luogo religioso dove tante persone pregano, uno manifesta il suo raccoglimento spirituale senza esprimere esteriormente atteggiamenti o parole specifiche di un’altra religione", ha detto Lombardi nel corso di un briefing.

Iacopo Scaramuzzi da Vaticaninsider.lastampa.it

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