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Southeast Europe, portale per i Balcani multietnici
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Aprile 1999: la Nato inizia gli attacchi aerei sulla Serbia di Milosevic. Funzionari del regime si presentano alla sede della radio indipendente B92 e, in base ad un cavillo tecnico, intimano lo stop delle trasmissioni. Lo staff non si arrende e, grazie ad un collegamento satellitare con la BBC, il giorno dopo riprende le trasmissioni. Viene inoltre allestito un sito internet al quale diverse associazioni inviano informazioni in tempo reale sulla guerra: notizie che vengono riprese da numerosi media internazionali e dalle radio locali serbe.
Un'esperienza di guerra che nel tempo ha riunito 81 stazioni radio indipendenti di vari paesi dell'area le quali, tramite un'apposita piattaforma tecnologica, hanno potuto iniziare a scambiarsi notizie per arricchire e integrare le proprie trasmissioni: da lì è iniziata una conoscenza reciproca che negli anni successivi è diventata collaborazione. Oggi quell'esperienza si arricchisce di un nuovo, importante tassello: dopo tre anni di preparazione, si inaugura a Sarajevo "OneWorld South East Europe" (owpsee), un portale internet che, oltre alla piattaforma delle radio locali, pubblica notizie di oltre 200 organizzazioni della società civile di tutti i paesi dell'Europa dei Balcani, per favorire la condivisione e l'incontro di esperienze e culture. Il portale è un'iniziativa della Fondazione OneWorld South-East Europe, che nasce oggi grazie al sostegno della Cooperativa Unimondo (oggi Cooperativa Sociale Kiné) insieme all'Associazione Unimondo, con la partecipazione di diversi media e organizzazioni di ogni paese dell'area ed il sostegno finanziario della Fondazione olandese Hivos International. Un'iniziativa alla quale hanno concorso diverse istituzioni trentine, dall'Assessorato alla Solidarietà Internazionale della Provincia Autonoma alle Associazioni del nostro territorio.
La Provincia Autonoma di Trento e le Associazioni trentine non hanno mai abbandonato a loro stesse le popolazioni del Sud-Est Europa, ma le hanno sostenute in percorsi di sviluppo endogeno e democratico: per esempio, tra la comunità trentina e le comunità di Prijedor, Pec-Peja, Kraljevo si sono instaurati rapporti stabili che durano da diversi anni, con una logica che va nella direzione opposta a quella, adottata da molti altri, focalizzata sui business postbellici.
Da Sarajevo, la città multietnica che nei 43 mesi di assedio ha registrato oltre 11 mila vittime, si pubblica oggi attraverso il portale OneWorld Southeast Europe in serbo-croato, albanese, macedone e inglese grazie a una rete di collaboratori dislocati su tutto il territorio dei Balcani: informazioni, documenti, analisi indipendenti redatte da organizzazioni non governative di paesi diversi fino ad un recente passato in guerra fra loro; organizzazioni che condividono la stessa passione per la promozione e la difesa dei diritti umani e della pace. Un sito multimediale che oltre al web permette l'accesso a Tv e radio. Un portale, insomma, non sui Balcani, ma direttamente dai Balcani dove le voci e le esperienze comunicano, interagiscono, si aprono al mondo.
Il portale fa parte della più vasta rete Oneworld che si estende dallo Zambia all'India, dal Costarica agli Stati Uniti e al Canada, dalla Gran Bretagna alla Finlandia, alla Spagna, all'Italia, anzi al Trentino dove - dal 1998 - opera la redazione italiana del portale Unimondo. Una vasta comunità internazionale che raggruppa oltre 1600 organizzazioni della società civile alla quale oggi si aggiungono le voci della regione balcanica. Coordina il progetto Valentina Pellizzer, da oltre tre anni a Sarajevo, alla quale va riconosciuto il merito di aver tessuto le fila dell'iniziativa. "Il portale intende fornire notizie riguardanti lo sviluppo locale, la democrazia, i diritti umani, la crescita della società civile organizzata, i percorsi di pace e nonviolenza costruiti oggi assieme alla gente che ha vissuto ogni tipo di sofferenza e che ha capito che non v'è scorciatoia alla convivenza" - ci dice Valentina.
Ha sede proprio nella città dove non è stato possibile comunicare per anni, per liberare dall'assedio di media istupiditi dalla globalizzazione consumista che avanza anche in quel luogo. Per favorire ciò che Sarajevo è sempre stata: interculturale, plurireligiosa, biodiversa, indipendente. Un media la cui anima sta nelle più diverse organizzazioni non governative che oggi convengono da tutti i Balcani all'inaugurazione del loro portale. Per una globalizzazione diversa, fatta di volti, storie, culture che intendono intrecciare percorsi di pace.
di Fabio Pipinato
LA SCHEDA
When/Quando:
Nel 1991, dopo che Slovenia e Croazia proclamano l'indipendenza scoppia la guerra tra Slovenia e Serbia che termina in pochi giorni, mentre quella tra Croazia e Serbia durerà fino al 1995 e nel 1992 inizia la guerra in Bosnia-Erzegovina. A Dayton (Ohio) il 21 novembre 1995, viene firmata dai presidenti di Bosnia, Croazia e Serbia l'intesa per la pace in Bosnia. Nel 1996 l'Esercito di Liberazione del Kosovo (Uck) inizia atti terroristici e la situazione peggiora con la forte reazione serba. Dopo l'insuccesso degli accordi di Rambouillet nel marzo del 1999, la Nato inizia i bombardamenti su Serbia e Montenegro finché due mesi dopo il governo serbo di Slobodan Milosevic accetta le condizioni e ritira le proprie truppe dal Kosovo. Il regime di Milosevic crolla nell'ottobre del 2000.
What/Cosa:
Il Governo serbo ha capito fin da subito la funzione di Radio B92. Già il primo giorno di guerra, due tecnici del Ministero delle Poste jugoslavo, insieme a dieci poliziotti, hanno intimato lo stop delle trasmissioni allo staff della radio. Il motivo è stato un banale cavillo tecnico secondo il quale Radio B92 aveva un livello di modulazione superiore a quello consentito dalle leggi serbe. Ma il giorno dopo la radio era di nuovo in funzione grazie al collegamento via satellite con la Bbc di Londra che si è fatta carico di ritrasmettere le news di B92 alle altre radio e tv indipendenti serbe. Inoltre viene allestito un sito internet dove si coordina il supporto a B92 da parte dei media di tutto il mondo. Internet assume così la sua funzione di media alternativo e di mezzo di comunicazione difficilmente censurabile e controllabile.
Who/Chi:
Il portale OneWorld SEE è l'edizione regionale di OneWorld.net e riporta informazioni dalla società civile dell'Europa del Sud Est. Gli oltre 200 partner - in gran parte Ong della regione - pubblicano informazioni e analisi indipendenti in serbo-croato, albanese, macedone e inglese grazie a una rete di collaboratori dislocati su tutto il territorio dei Balcani. Il progetto iniziale, nato da OneWorld International nel giugno del 2000 si è sviluppato in due componenti interconnesse: OneWorld Radio SEE, la piattaforma radio multi-linguistica basata sullo scambio via web di file audio per le stazione radio della regione con la funzione di fornire informazioni veloci accessibili anche via internet. E il portale multilinguistico di informazione indipendente OneWorld SEE, che lanciato su iniziativa di Unimondo nel marzo del 2003, è stato assunto da un consorzio di Ong locali che hanno dato vita alla Fondazione OneWorld South-East Europe e al relativo centro che oggi si inaugura. (G.B.)