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Slovenia: presidenza Ue, ma preoccupa la legge sull'asilo
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L'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati - Unhcr esprime grande preoccupazione circa la nuova legge per la Protezione internazionale della Slovenia per una serie di clausole contenute nel testo. La legge è entrata in vigore venerdì 4 gennaio e, nonostante l'Unhcr avesse presentato numerosi commenti e dettagliati suggerimenti per migliorare la bozza nel corso del processo di stesura e di discussione in sede legislativa, la maggior parte di essi, tuttavia, non è stata accolta.
"Ci troviamo ora con una nuova legge che, nel recepire le direttive dell'Unione Europea sull'asilo, abbassa i criteri legali sotto i livelli internazionali e limita le possibilità per i richiedenti asilo di trovare protezione in Slovenia" - ha affermato Lloyd Dakin, Rappresentante Regionale dell'Unhcr per la Slovenia. L'Unhcr aveva già, in passato, suonato l'allarme per quanto riguarda le direttive UE, che hanno stabilito alcuni criteri minimi che potrebbero essere inferiori ai livelli internazionali di protezione. L'Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati aveva espresso il timore che ciò avrebbe potuto portare gli stati membri dell'UE ad abbassare, di conseguenza, i propri criteri legali nazionali. "Questo è esattamente quello che è successo in Slovenia, proprio nel momento in cui il paese assume la Presidenza dell'Unione Europea", ha detto Dakin.
La Slovenia ha uno dei tassi di riconoscimento dello status di rifugiato più bassi d'Europa. Un solo richiedente asilo è stato riconosciuto come rifugiato nel 2006, mentre sono stati appena due nel 2007. Tra le misure più preoccupanti introdotte dalla nuova legge vi è un maggior uso della procedura d'asilo semplificata rispetto a quella ordinaria. Secondo l'Unhcr le procedure semplificate dovrebbero essere utilizzate solo in casi eccezionali e chiaramente prestabiliti. In alcune fasi particolarmente critiche della nuova procedura i ricorsi non avranno effetto sospensivo sull'espulsione. Questo implica che, ancora prima che sia stata svolta una accurata valutazione della loro domanda d'asilo, i richiedenti asilo potrebbero essere deportati in un altro paese dove la loro vita o la loro libertà potrebbero essere a rischio. La legge, inoltre, prevede l'uso massiccio della detenzione per i richiedenti asilo, incluse le persone che necessitano di attenzioni particolari, come le famiglie con bambini.
L'Unhcr esprime delusione per la nuova legge sull'asilo slovena, ma essa, secondo Dakin, presenta anche degli aspetti positivi. La legge introduce, ad esempio, la possibilità di attuare il reinsediamento in Slovenia di rifugiati provenienti da campi profughi situati in altri paesi. L'Unhcr incoraggia da tempo gli stati membri dell'UE ad aderire ai programmi di reinsediamento. Dakin ha concluso sottolineando come l'Unhcr continuerà a collaborare strettamente con il governo e con le altre parti interessate affinché sia garantita la possibilità di ricevere protezione in Slovenia a tutti coloro che ne abbiano bisogno.
Dal primo gennaio la Slovenia ha assunto la presidenza di turno dell'UE: si tratta del primo Paese tra i nuovi membri a prendere in mano il timone dell'Unione. In un articolo dal suo corrispondente, l'Osservatorio sui Balcani riporta le sfide e le difficoltà per il paese che deve fare anche i conti con un certo malcontento in casa e con la "patata bollente" del Kosovo. "La Slovenia è il primo - e per ora l'unico - paese della ex Jugoslavia membro dell'UE. La Slovenia è considerata nelle cancellerie europee ed a Bruxelles una 'succes story', un caso esemplare il cui ruolo dovrebbe essere soprattutto quello di stimolo per gli altri paesi dell'area e dell'Europa centro-orientale in genere" - scrive Franco Juri. "Ottimi rapporti con Barroso e Poettering. Ancora migliori con George Bush. La Slovenia ha inoltre un'opposizione ben disposta sui temi europei. Jan⚀a propone che la Slovenia sia il primo paese UE a ratificare il trattato di Lisbona".
Nonostante sia migliorata l'immagine rispetto alla problematica dei Rom e il fatto che la Slovenia può oggi vantare in Europa una delle legislazioni più avanzate in tema di minoranze, "più di qualche perplessità suscita però il principale fiore all'occhiello sloveno: l'economia ed il welfare". Inoltre alla Slovenia, membro UE ma anche paese ex jugoslavo, viene affidato il difficile ruolo di mediatore tra Washington, Parigi, Berlino e Londra sulla faccenda del Kosovo. E nei prossimi sei mesi, proprio durante la presidenza slovena, è previsto l'inizio del negoziato su un accordo strategico sul gas tra Russia e UE: le trattative potrebbero complicarsi anche a causa del Kosovo.