Slovacchia, un campo estivo per “ricostruire” Europa

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Ho cercato a lungo il modo di partecipare a un progetto di volontariato internazionale. Purtroppo gli impegni di lavoro e di studio mi impedivano di impegnarmi nel Servizio Volontario Europeo, che dura dai due ai dodici mesi. Così, anche grazie a un’amica lituana, mi sono orientato su un campo estivo gestito da qualche ONG. Questo è il racconto scaturito da un’esperienza che consiglio a tutti.

Legambiente è la principale organizzazione italiana che si occupa di gestire campi di volontariato internazionali della durata di poche settimane. Il meccanismo funziona tramite un’ampia rete di associazioni locali partner sparse in quattro continenti e oltre cinquanta Paesi, dalla Svizzera alla Corea. I campi sono offerti durante tutto l’anno e in particolare tra giugno e settembre: io, ad esempio, inviai la mia domanda di partecipazione a giugno e tre settimane più tardi ero in viaggio per Kamenica, un piccolo paesino sul confine orientale della Slovacchia.

Prima di partire mi fu chiesto solamente di completare una lettera di motivazione e di versare un contributo economico per la partecipazione. A questo riguardo vale la pena aprire un brevissimo inciso. Alcuni amici non si capacitano che sia necessario pagare per lavorare. Quello richiesto da Legambiente è, tuttavia, di un contributo modesto a fronte di un’esperienza molto particolare. Personalmente ritengo che siamo fortunati a poter approfittare di queste forme alternative al turismo tradizionale. Io ho scoperto Irlanda, Canada, Spagna, Serbia e Olanda attraverso programmi di studio e forme di scambio che mi hanno permesso, per così dire, di viaggiare senza dover essere un turista. Credo che attraverso queste forme di viaggio si possa cogliere alcuni tratti di un Paese altrimenti irraggiungibili.

Il mio campo di volontariato è stato organizzato e gestito da un’associazione locale partner di Legambiente denominata Inex e impegnata nella promozione di scambi culturali in Slovacchia. Nonostante sia rimasto a Kamenica per un periodo molto breve, poco più di dieci giorni, mi sono profondamente affezionato a questa comunità e ai suoi abitanti. Il mio campo di volontariato prevedeva la ricostruzione di parte di un castello sulla collina sopra il villaggio di Kamenica, raggiungibile solo con mezzi fuoristrada. Io e gli altri tre volontari internazionali – provenienti da Spagna, Francia e Repubblica Ceca - dormivamo in una grande tenda militare e per dieci giorni ci siamo fatti bastare le latrine e una piccola doccia improvvisata in mezzo a un campo. Il fuoco la sera e una festa al villaggio sono stati gli unici lussi che ci siamo concessi. Durante tutta la durata del campo di volontariato abbiamo picconato nella roccia, spostato pietre, preparato la calce, montato e smontato carrucole, sistemato impalcature. E tutto questo è stato spontaneo, faticoso e, in definitiva, memorabile.

Prima di partire non sapevo bene cosa aspettarmi. Confidavo in un’esperienza che mi permettesse di sperimentare condizioni diverse rispetto a quelle cui la vita moderna mi ha abituato. Volevo anche impegnarmi in un lavoro diverso da quello – stimolante, certo, ma anche sedentario e ripetitivo – che ho svolto e continuerò a svolgere nei prossimi anni. Ho trovato tutto questo; ma ho trovato anche, e non me lo aspettavo, un calore umano straordinario negli abitanti del vicino villaggio di Kamenica. Ogni giorno una decina di bambini ci raggiungevano con le loro biciclette e lavoravano con noi dall’alba al tramonto. Anche gli adulti salivano al castello per stare con noi. Alcuni lavoravano, altri ci sostenevano nei modi più diversi: portando cibo, regali, e compagnia. Spesso qualcuno si fermava a dormire e alla fine ci sentivamo al centro di un piccolo spensierato universo.

Nonostante il mio campo di volontariato fosse orientato principalmente alla difesa e valorizzazione dell’ambiente, attraverso Legambiente è possibile scegliere tra diverse tipologie di lavoro differenti in Europa, Asia, America Latina e Africa. Alcuni dei campi di volontariato più popolari sono comunque situati in Italia. Le attività proposte da Libera in Sicilia, a Lampedusa e quelle in tante altre regioni italiane nelle proprietà sequestrate alla mafia sono molto richieste e quest’anno già a giugno erano completamente esaurite. Un ottimo segno. Non mi è difficile, d’altra parte, immaginare che molti altri volontari, prima di me, si siano fatti carico di raccomandare di cuore questa esperienza a tutti i propri amici e contatti.

Lorenzo Piccoli

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