Se non coinvolge industria e PA, alla transizione ecologia rimane solo la burocrazia

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Torna lo spettro del dottor  Stranamore. Questa volta non è un sinistro statista, maestro della deterrenza atomica, ma uno scienziato del clima assorto in modelli predittivi che calcolano l’aumento delle temperature e gli impatti causati dalle conseguenti catastrofi naturali. 

La paura della deflagrazione atomica ha terrorizzato il mondo per mezzo secolo ma, a suo modo, ha contribuito a mantenere la pace tra le super potenze e promosso il progresso sociale. Oggi l’emergenza climatica ne ha preso il posto e la transizione ecologica lanciata dall’Unione Europea segna la sola via d’uscita. Le temperature di queste settimane lo hanno reso incontrovertibile. L’impatto del cambiamento climatico è un’esperienza tangibile, non più un evento proiettato in un qualche futuro remoto. Rischiamo tutti di finire arrosto. 

Serve una mobilitazione collettiva di tutte le forze economiche e sociali. Invece la classe dirigente esita, cercando  scorciatoie e imputando alle politiche europee la responsabilità dei costi della transizione, piuttosto che assumersi la leadership del cambiamento. Prima di tutto dovrebbe mettere la quinta nella decarbonizzazione dell’economia. Poi dovrebbe lanciare una nuova politica industriale che valorizzi il potenziale della transizione a favore dello sviluppo economico e sociale. 

Serve una mobilitazione collettiva di tutte le forze economiche e sociali. Invece la classe dirigente esita, cercando  scorciatoie e imputando alle politiche europee la responsabilità dei costi della transizione, piuttosto che assumersi la leadership del cambiamento

Questo è il problema. Come convincere tutti quanti della necessità di un cambiamento radicale quando possiamo offrirgli soltanto dei costi nel breve periodo, mentre i guadagni finiscono tutti nelle tasche della solita elite: finanza internazionale e multinazionali? Questo non è l’incipit di una teoria complottista, ma il problema oggettivo per tutte le democrazie e non basta una campagna mediatica per risolverlo...

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