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Se l'acqua è un diritto anche a Nairobi
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Il 22 marzo i media internazionali hanno divulgato tabelle e grafici colorati con sfumature dal blu al marrone, forniranno i dati dell'ultimo rapporto UNDP sulla crisi idrica mondiale, sulla desertificazione in aumento e ribadiranno gli impegni dell'Unesco che ha promosso la Giornata mondiale col titolo "Coping with scarcity" : confrontarsi con la scarsità, il tutto in nome del DIRITTO ALL'INFORMAZIONE.
Mi chiamo Anita, vivo per strada con Samuel e altri amici a Chiberrà, la più grande baraccopoli di Nairobi, non so leggere nè scrivere⅀
La stampa locale mostrerà foto di invasi alpini semivuoti, premonitori di future crisi idroelettriche e blackout energetici, e foto di terreni agricoli arati dalle crepe della siccità, impossibili da nutrire con le copiose lacrime delle confederazioni degli agricoltori che, ai costosi impianti a microgoccia, preferiscono canali di irrigazione, pompe e idrovore per colture idroesigenti sussidiate dalla CEE coi programmi PAC: in nome del "DIRITTO ALL'ALIMENTAZIONE".
⅀a volte vado nella discarica di Dandora a recuperare plastiche, legno e lamiere da barattare per un po' di cibo, e quando sono fortunata recupero degli avanzi di pollo e patate tra le immondizie⅀
I siti internet delle associazioni ambientaliste e le riviste patinate dei parchi fluviali nazionali o delle oasi protette protesteranno per il mancato rispetto del "minimo deflusso vitale", che anno dopo anno condanna ad una lenta agonia la fauna e la flora dei fiumi e vanifica la tutela delle aree protette già minacciate dagli scarichi tossici di depuratori fuori uso: in nome del "DIRITTO DELL'AMBIENTE".
⅀mi hanno detto che è pericoloso venire qui perché posso ferirmi, prendermi l'epatite e avvelenarmi con la diossina, ma quando mi gira la testa sniffo un po' di colla e mi sento subito meglio⅀
Le pagine di economia stamperanno istogrammi e torte colorate, per soddisfare gli appetiti insaziabili degli investitori che hanno scelto di acquistare azioni delle aziende SpA e multinazionali del mercato dell'acqua, maghi e alchimisti nel trasformare allarmi in affari: in nome del "DIRITTO DELLA LIBERA CONCORRENZA".
⅀quello che però non mi piace è che qui nella discarica non c'è colore, siamo tutti sporchi, l'odore lo potete facilmente immaginare anche voi, ma quello che non riuscite a immaginare sono le risate che Samuel si fa, prima di aiutarmi a rimettermi in piedi, quando scivolo nel fango a causa della pioggia⅀
I quotidiani di destra e di sinistra offriranno "fogli ponte", dedicando le pagine di politica al conflitto, dove su una riva sono schierati i sostenitori delle tesi neoliberiste ad invocare più privatizzazioni, e sull'altra quelli che difendono la gestione pubblica pretendendo la partecipazione dei cittadini alle decisioni sui piani d'ambito e sulle tariffe: e tutto questo in nome della "DEMOCRAZIA".
⅀mi hanno detto che ad aprile ci saranno le elezioni e che domani distribuiranno gratuitamente l'acqua, in occasione dell'inaugurazione di una toilette pubblica vicino al nuovo dispensario medico ⅀
Le riviste scientifiche smentiranno i catastrofismi e offriranno tranquillizzanti soluzioni tecniche alle ignoranti nevrosi della gente comune: dissalatori per tutti i mari, idrogeno per caldaie, motori, fusioni postnucleari; chiederanno all'unisono più soldi per la ricerca, senza però criticare le ingenti somme destinate alla ricerca militare che amichevolmente fa da volano al settore civile: il tutto con assoluta fede laica in nome del "PROGRESSO".
⅀bisognerà solo stare un po' attenti alle guardie del corpo dei ministri e magari riesco anche a rubare un telefonino cellulare, se non ci sono troppi soldati a tenerci lontani dalla gente che verrà per applaudire⅀
Nelle chiese cattoliche si continueranno a battezzare i neonati cristiani e a benedire le bare dei defunti con l'acqua santa che toglierà per sempre la sete a coloro che hanno fede; gli indiani continueranno a spargere nei fiumi sacri le ceneri, purificate dal fuoco delle pire, confidando in una reincarnazione più felice in attesa del nirvana; i musulmani si laveranno mani e piedi per accedere alle preghiere nelle moschee. Tutti santificheranno la sacralità dell'acqua: in nome del "DIRITTO DI CULTO E PROFESSIONE RELIGIOSA".
⅀padre Kiberito ha detto ai miei amici di vestirsi bene per fare bella figura e dimostrare che anche i ragazzi degli slum sono bambini come gli altri, e gli ha detto di portare anche me alla messa che poi cantiamo, balliamo e facciamo un po' di teatro⅀
L'UNICEF e l'OMS ci ricorderanno i sei milioni di morti causati dalla cattiva qualità dell'acqua. La "sangre de la tierra", quando non è pulita, non porta la vita ma la morte per disidratazione, dovuta alla diarrea che colpisce un bambino ogni 30 secondi: e tutto questo in nome del "DIRITTO ALLA SALUTE".
⅀ a me però non piace tanto fare spettacolo, i miei genitori sono morti tutti e due di AIDS e non c'è nessuno che mi venga ad applaudire⅀
Forse solo nelle mailing list dei movimenti circolerà la dichiarazione di Bruxelles: qui il 18 - 20 marzo al Parlamento Europeo si riuniranno gli "eletti per l'acqua", in rappresentanza di associazioni, ONG, sindacati, amministratori, parlamentari, società civile, per chiedere la proclamazione del Diritto all'acqua. Ci saranno anche la nuova African Water Network (Rete Africana per l'Acqua) e le attiviste e attivisti del Sud Africa, che il 22 marzo celebrano la giornata dei Diritti umani in memoria della strage di Sharpeville nella Vaal Triangle del 22 marzo 1960 durante le lotte contro l'Apartheid.
Tutti gli altri media si dimenticheranno di chiedere il DIRITTO A 50 LITRI PER TUTTI, perché per loro l'acqua non è un bene comune ma un bene di interesse economico generale, il cui diritto è sottinteso: e quindi non c'è alcun bisogno di dichiararlo.
⅀e poi sicuramente non ci sarà da divertirsi come quando siamo andati al Forum Sociale Mondiale dove ci hanno permesso si assaltare il ristorante del ministro; è stato proprio bello, e ci hanno anche fatto i complimenti. Mi avevano detto che i Noglobal dicevano no a tutto, ma con noi sono stati gentili, forse non avevo capito bene, hanno anche detto che noi non potevamo permetterci di comprare le bottiglie di acqua minerale, ma sono andata nei gabinetti dello stadio che per me erano bellissimi, era molto meglio che nelle strade dello slum, c'erano rubinetti e acqua per tutti ⅀un sogno.
Paolo Rizzi del Contratto mondiale sull'acqua