Salute, la classifica delle province italiane

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Qual è lo stato di salute degli abitanti delle province italiane? Dove si vive più a lungo e meglio? In quali città si registrano tassi di mortalità più alti per tumori e infarti? Le risposte arrivano dalla classifica pubblicata nei giorni scorsi da Il Sole 24 Ore. Il quotidiano ha stilato una classifica dal nome “Indice della Salute“, realizzata grazie all’incrocio di alcuni dati diffusi da ministero della Salute, Istat e Iqvia (azienda leader nell’utilizzo di dati, tecnologie e competenze scientifiche in ambito healthcare), attraverso la quale sono state elencate quelle che potrebbero essere definite le province più “sane”.

Bolzano è la più in salute in Italia. Milano, Firenze e Cagliari raggiungono i primi dieci posti insieme a Trento, Pescara, Nuoro, Sassari Brescia e Padova. Roma è 29esima mentre in coda alla classifica risulta la provincia di Rieti. Il giornale ha tenuto in considerazione 12 indicatori come l’incremento della speranza di vita, le malattie croniche, la mortalità per tumori e infarto, il consumo di farmaci ma anche i livelli di accesso ai servizi sanitari.

Guardando in linea generale il report, si nota come i dati più soddisfacenti arrivino dalle Regioni del Trentino Alto Adige, dalla Sardegna e dalla Lombardia. Tra le peggiori risultano Lazio, Basilicata e Campania. Le province in cui muoiono meno persone – senza calcolare i fattori legati all’età della popolazione -, sono Pordenone, Trento e Rimini. Se si guarda invece alla mortalità per tumore troviamo una bassa incidenza a Sassari, Crotone e Barletta-Andria-Trani. Sassari è prima anche per minore numero di infarti miocardici acuti che portano al decesso. Gorizia è la provincia che vanta il più alto incremento della speranza di vita media, anche se persiste un’elevata diffusione dei farmaci per curare l’ipertensione e il diabete.

Guardando i dati negativi della classifica, due città campane – Napoli e Caserta – spiccano per quanto riguarda la mortalità in generale; Genova e Alessandria per la mortalità causata da tumori; Ferrara e Rovigo per le morti da infarto. Quest’ultima risulta la provincia più penalizzata per la scarsa disponibilità di medici di famiglia rispetto alla popolazione residente ed è penultima per l’incidenza di pediatri in rapporto agli under 14. Per quanto riguarda la ricettività ospedaliera, Isernia è in vetta per posti letto ogni mille abitanti, mentre Vibo Valentia e il Sud della Sardegna si trovano sul gradino più basso del podio.

Da questa classifica si nota come non ci siano differenze fra nord e sud Italia, quanto fra città e aree interne, cioè più distanti dai servizi essenziali. La popolazione delle aree interne sembra avere meno accesso alle cure per vari motivi: l’indisponibilità di medici di base, trasporti limitati o infrastrutture vecchie e obsolete.

Inoltre, la lontananza fisica e la scarsa disponibilità di medici sono due delle cause che portano all’emigrazione ospedaliera in altre Regioni.

 Lorenzo Russo da Cittanuova.it

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