Rifugiati: accordo a Milano, politiche inadeguate

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La vicenda degli oltre 260 cittadini eritrei, sudanesi ed etiopi che da quasi due mesi alloggiano in luoghi precari e di ricovero temporaneo a Milano, riporta alla ribalta i temi dell'insufficiente accoglienza alloggiativa dei richiedenti asilo e del difficile accesso dei rifugiati ai diritti economici e sociali. In queste settimane si è assistito a un tira e molla infinito con il Comune di Milano per una sistemazione che accolga tutti i richiedenti asilo. I rifugiati hanno deciso quindi di raggiungere la sede dell'Alto commissariato per i rifugiati dell'Onu a Ginevra, per chiederne l'intervento perchè, nel corso delle trattative con il Comune, avevano avuto l'impressione che l'assessore Maiolo li stesse minacciando di espulsione o di revoca dei permessi di soggiorno se non avessero accettato senza fiatare le limitate e inadeguate "soluzioni abiative".

Ieri pomeriggio, si è svolto su richiesta dei rifugiati un incontro dei rifugiati con l'assessore della Provincia di Milano ai servizi sociali. Dopo l'incontro, i rifugiati hanno incontrato le associazioni disponibili tra cui Emergency, Naga e Todo Cambia) per riferire quanto segue: la Provincia ha garantito che tra 10 giorni saranno pronti i locali di via Piceno ove potranno essere ospitate 62 persone. Verranno organizzati, inoltre, dei corsi di italiano per gli ospiti. Nel frattempo, i rifugiati rimarranno in parte nel dormitorio di Via Ortles e in parte nella struttura di viale Fulvio Testi. Pare che il Comune di Milano abbia promesso una maggiore flessibilità degli orari di entrata e uscita.

Questa ed altre situazioni - in cui gruppi numerosi composti da rifugiati, titolari di protezione umanitaria e richiedenti asilo, tra cui donne e bambini, si trovano a vivere in Italia in condizioni disagiate - costituiscono, secondo la Sezione Italiana di Amnesty International, aspetti della piu' generale inadeguatezza delle politiche italiane in tema di asilo, le quali appaiono molto al di sotto degli standard internazionali e, in alcuni punti, contrastanti con i gia' insufficienti criteri adottati dall'Unione Europea. Il vuoto di tutela creato dalla mancanza di una legge sull'asilo, da procedure spesso ingiuste e da una generale carenza nella protezione delle persone in fuga da violazioni gravi dei diritti umani e' il contesto in cui tali situazioni si generano. Quasi tutti coloro che si trovano attualmente a Milano, provengono da paesi nei quali sono in corso conflitti o dove le violazioni dei diritti umani sono gravi e diffuse e hanno diritto a una protezione adeguata ed efficace, in quanto persone che con ogni probabilita' hanno subito traumi fisici e psichici, altrattamenti e torture nei luoghi d'origine.

La scorsa settimana a Roma, un centinaio di rifugiati e richiedenti asilo provenienti da varie zone del Sudan, hanno manifestato con cartelli in italiano, inglese e arabo la loro protesta per le uccisioni di donne, vecchi e bambini sudanesi ad opera della polizia egiziana lo scorso 30 dicembre. Nel corso del presidio, una delegazione di rifugiati è salita al Campidoglio, dove si svolgeva la seduta del consiglio comunale, e ha incontrato numerosi consiglieri della maggioranza tra cui Silvio Di Francia e il consigliere aggiunto Aziz Darif, i quali hanno preso l'impegno di interessare il Sindaco Veltroni affinché si faccia piena luce sulle uccisioni e le espulsioni di richiedenti asilo sudanesi in Egitto. I rifugiati hanno chiesto alla comunità internazionale di non cancellare il diritto di asilo "appaltandolo" a paesi che non garantiscono adeguati standard riguardo al rispetto dei diritti umani (Egitto e Libia) e attivare accordi che prevedano anche il trasferimento di richiedenti asilo da questi Paesi verso l'Europa con "corridoi umanitari" adottati ad esempio durante la guerra in Kossovo. [AT]

Altre fonti: Ass. interculturale antirazzista Todo Cambia

Approfondimento: Diritto d'asilo: dall'Egitto a Milano, ormai solo un ricordo?

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