Reportage: il Cile e la sfida della nuova Costituzione

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Santiago – Il prossimo 4 di settembre, tra meno di due settimane, il Cile decide che Paese vuole divenire. Dopo l’Estallido Social del 2019, la rivolta popolare più importante dal ritorno alla democrazia, si è incamminato in un complesso e lento processo costituente, sfociato nella creazione di una Convencion Constitucional. Una sorta di Assemblea costituente dai poteri limitati e sottomessa al potere istituzionale vigente. Contro ogni pronostico ha partorito una delle Costituzioni più avanzate del Mondo in materia di diritti umani, difesa delle diversità culturali, parità tra i generi, diritti della natura e beni comuni. Carta Magna che prevede, tra l’altro, la virata dell’intera società verso uno “Stato sociale e democratico di diritto” di tipo plurinazionale, ossia uno Stato in grado di assicurare un sistema educativo, sanitario e pensionistico che si avvicina al Welfare State del secolo scorso e di forgiare una nuova comunità nazionale fondata sul pluralismo culturale e giuridico. Lasciandosi così alle spalle oltre 40 anni di neoliberismo che hanno messo in ginocchio il Paese a livello sociale e culturale, a causa di un sistema di precarizzazione della vita, privatizzazione dei servizi e normalizzazione delle diseguaglianze economiche e sociali, e di uno Stato ancora fortemente repressivo.

Una campagna porta a porta

A inizio luglio la campagna per approvare la nuova costituzione ha cominciato a muovere i primi passi, riempiendo le strade delle città di murales e manifesti. Il “Rechazo”, al contrario, esiste sin da quando si è installata la Convencion Constitucional (nel 2021), cercando di screditarla in ogni modo. Capitanato da tutte le espressioni della destra del Paese, da personalità democratiche cristiane e da un gruppo politicamente trasversale autodenominatosi “amarillos”, che ha raccolto oltre 66 mila consensi e che ritiene necessaria un’altra Costituzione, ma non quella proposta, questo blocco politico sta occupando tutti i mezzi di comunicazione mainstream, tv e giornali in primis.

E’ una campagna aggressiva portata avanti da fake news e malainformazione. “Questa è una Costituzione del popolo, fatta dal popolo, per questo dà fastidio alla destra e ai partiti tradizionali. Non a caso, durante le manifestazioni dell’Estallido alla base di questa costituzione, si cantava: “El pueblo unido, està sin los partidos””, dice Marcelo Coulon musicista storico degli Intillimani, a margine di una manifestazione pubblica a favore dell’Apruebo organizzata da Revolucion Democratica, uno dei partiti dello schieramento del Frente Amplio, che sostiene il Presidente Boric.

Da diversi mesi tutti i sondaggi di opinione mostrano che la maggioranza della popolazione voterà “Rechazo”, rifiutandosi di fare l’ultimo passo per archiviare l’eredità del regime messo in piedi da Pinochet negli anni ‘70. Ma questa volta il voto sarà obbligatorio, e non si tiene conto del fatto che quasi due milioni di persone hanno partecipato al processo di elaborazione della nuova Costituzione. Un processo partecipativo degno di nota, considerando i 18 milioni complessivi. Oggi molte di quelle persone, infatti, fanno campagna per l’Apruebo nei quartieri delle città del Paese...

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