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Rendition: scuse da UK non dall'Italia, a marzo un film
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Ieri dal Segretario agli Esteri britannico, David Millband, ha espresso scuse per non aver informato la Camera dei comuni e l'opinione pubblica su due voli delle "extraordinary rendition" che nel 2002 fecero scalo nell'isola Diego Garcia. "È giusto che, a seguito di queste nuove rivelazioni, David Millband abbia chiesto scusa. Extraordinary rendition è un'espressione garbata per definire sequestri di persona e detenzioni segrete. Amnesty International ha sempre preteso trasparenza per l'eventuale coinvolgimento del Regno Unito" - ha commentato Kate Allen direttrice della Sezione britannica di Amnesty International. "Tuttavia, chiediamo: può ora il governo assicurare che altri voli di linea o di altro genere, coinvolti nei trasferimenti segreti di prigionieri da parte degli Usa verso Guantánamo Bay e altre località, non abbiano usato lo spazio aereo britannico o quello di territori d'oltremare britannici? Può ora il governo garantire che d'ora in avanti gli aerei delle rendition non useranno lo spazio aereo o le infrastrutture aeroportuali del Regno Unito?" - ha aggiunto Allen.
Un anno fa, nel marzo 2007, il primo ministro Tony Blair aveva garantito al Comitato sulla sicurezza e le attività d'intelligence, di essere soddisfatto di quanto affermato dagli Usa, e cioè che mai dall'11 settembre 2001 avevano trasferito detenuti attraverso il Regno Unito o i suoi territori d'oltremare. Nel suo rapporto sulle rendition del 28 giugno 2007, il Comitato aveva affermato di essere "soddisfatto che non c'è prova che i voli statunitensi delle rendition abbiano usato lo spazio aereo britannico o abbiamo effettuato atterraggi nelle basi militari britanniche". "Ora è importante - ha porseguito Allen - "che David Millband dichiari espressamente l'assoluta condanna per la pratica delle extraordinary rendition e per tutti i sequestri di persona e detenzioni segrete nel corso della 'guerra al terrore'." Amnesty International ha pubblicato svariati rapporti sulle rendition, elencando anche numerosi voli atterrati in aeroporti britannici e irlandesi.
"Scuse, trasparenza e maggiori informazioni sarebbero un atto dovuto anche da parte dell'Italia" - ha aggiunto Daniela Carboni della Sezione italiana di Amnesty. "Se almeno due casi di rendition chiamano in causa il Regno Unito, altrettanti chiamano in causa, in modo diverso, il nostro paese, quelli di Abu Omar e Maher Arar. Ben conosciuto il primo, grazie alle indagini nazionali e internazionali che ne hanno fatto uno dei casi più documentati di rendition, ancora invece non sufficientemente nota in Italia è la rendition di Maher Arar, ingegnere canadese di origini siriane. Il nostro paese lo ha visto dal finestrino di un jet della Cia, che si è fermato per uno scalo all'aeroporto militare di Ciampino in una notte di ottobre del 2002, prima di condurre il suo passeggero forzato verso la detenzione segreta e la tortura. Quanto altro tempo dovremo attendere perché l'Italia chiarisca il ruolo avuto nelle rendition?" - ha concluso Carboni.
E oggi, venerdì 22, Eagle Pictures e la Sezione Italiana di Amnesty International presentano alla stampa il film "Rendition. Detenzione illegale di Gavin Hood" Racconta la storia di un ingegnere egiziano sospettato di terrorismo che scompare misteriosamente di ritorno dal Sud Africa. Sua moglie e un analista della Cia, su fronti diversi cercano di ottenere il suo rilascio dalla cosiddetta extraordinary rendition. Jake Gyllenhaal, Meryl Streep e Reese Whiterspoon sono i prestigiosi interpreti della storia. Il film, presentato con successo alla Festa del Cinema di Roma, è sostenuto da Amnesty International per il suo importante contributo alla conoscenza di un fenomeno, quello dei trasferimenti illegali di presunti terroristi che rappresenta una delle più gravi forme di violazione dei diritti umani nel contesto della "guerra al terrore". Il film Rendition. Detenzione illegale uscirà nelle sale italiane il 29 febbraio distribuito da Eagle Pictures.