Relatori Onu: le violenze di Rosarno rivelano razzismo, l'Italia plachi la xenofobia

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"Rivelano problemi gravi e profondamente radicati di razzismo contro i lavoratori immigrati". E' il giudizio sulle violenze scoppiate nei giorni a Rosarno espresso ieri dal Relatore speciale dell'Onu sui diritti umani dei migranti, il messicano Jorge Bustamante, e dal Relatore speciale sul razzismo, il keniota Githu Muigai. In un comunicato congiunto dall'ufficio dell'OHCHR di Ginevra i due Relatori dell'Onu sollecitano le autorità italiane a "placare il crescente atteggiamento xenofobo nei confronti dei lavoratori migranti" e "implemetare politiche in piena conformità con gli standard internazionali dei diritti umani". "La violenza, commessa da italiani o da lavoratori immigrati, deve essere affrontata nel modo più vigoroso tramite lo stato di diritto e - prosegue la nota - i diritti umani devono essere sempre protetti, qualunque sia lo status dell'immigrato".

I due relatori dell'Onu raccomandano alle autorità italiane di mostrare il "continuo e fermo impegno a creare un clima sicuro e pacifico per tutti". "Questo include - proseguono - il trovare il modo per migliorare le misere condizioni di vita e di lavoro di questi lavoratori migranti, una parte dei quali sono fatti arrivare nel paese col preciso intento di sfruttarli". Valutando positivamente i primi passi intrapresi per investigare gli eventi i due relatori concludono sottolineando che "è più che mai urgente per le autorità italiane rafforzare le attività contro il razzismo, fornire un’educazione sui diritti umani, denunciare con prontezza i discorsi di odio e perseguire le azioni razziste e violente perpetrate da alcuni individui".

Sempre ieri, in un ampio comunicato Amnesty International denuncia che le cause di fondo degli scontri dei giorni scorsi tra lavoratori migranti e cittadini di Rosarno, che hanno portato alla fuga o al trasferimento forzato di oltre un migliaio di migranti, "risiedono nello sfruttamento dei migranti e nell'assenza di misure concrete, da parte delle autorità nazionali e locali, per contrastare la xenofobia in crescita in tutto il paese". "Le autorità italiane devono tutelare i diritti economici e sociali dei migranti e proteggerli dalla violenza" - afferma Amnesty che esprime il timore "che molti dei migranti sfollati, la maggior parte dei quali provenienti dall'Africa subsahariana, rimangano a rischio di subire ulteriori violazioni".

"La tratta e lo sfruttamento dei migranti - prosegue l'associazione - ha fatto sì che migliaia di persone nella zona di Rosarno e in molte altre parti d'Italia lavorino per due euro all'ora e vivano in dormitori senza elettricità, acqua potabile e riscaldamento. In precedenza, Amnesty International si era detta preoccupata per il fatto che la criminalizzazione dei migranti irregolari prodotta dal recente "pacchetto sicurezza" avrebbe reso questi ultimi ancora più vulnerabili allo sfruttamento, limitando il loro accesso all'impiego, all'alloggio e ai servizi essenziali e, contemporaneamente, scoraggiandoli dal denunciare gli abusi che subiscono". "L'aumento della xenofobia in Italia si riflette nella crescente retorica anti-migranti e anti-rom da parte di esponenti politici nazionali e locali e nell'incremento del numero di attacchi a sfondo razziale segnalati dalla stampa negli ultimi 18 mesi".

Per affrontare le cause di fondo dei disordini di Rosarno, Amnesty International chiede alle autorità italiane di "dare maggiore priorità alla lotta contro i crimini dell'odio, assicurare che le vittime di reati a sfondo razziale abbiano accesso a un effettivo rimedio, che questi reati siano sottoposti a indagini e i responsabili portati di fronte alla giustizia". Ciò significa - sottolinea Amnesty "invertire la linea introdotta dal recente 'pacchetto sicurezza' che ha reso un reato l'immigrazione irregolare". Amnesty evidenzia infine il rischio che molti dei migranti sfollati da Rosarno possano subire ulteriori violazioni dei diritti umani e teme che i migranti possano andare incontro a lunghi periodi di detenzione senza che siano state prese in considerazione possibili alternative o che possano essere espulsi senza un effettivo accesso a procedure e meccanismi che potrebbero metterli in grado di chiedere asilo o altre forme di protezione o di ricorrere contro un ordine d'espulsione.

In una conferenza stampa Medici Senza Frontiere (MSF) ha ribadito ieri il continuo stato di abbandono e lo sfruttamento dei migranti in Italia meridionale. "I recenti episodi di violenza e di ostilità sono un sintomo estremo del perenne abbandono in cui versano gli immigrati impiegati come stagionali in Sud Italia" - ha detto Loris De Filippi, responsabile dei progetti di MSF Italia. "Costituiscono una forza lavoro cruciale nell’agricoltura italiana e al contempo sono facili prede dello sfruttamento".

In due rapporti, "Una stagione all'inferno" (2008) e "I frutti dell'ipocrisia" (2005), Medici Senza Frontiere ha denunciato come gli immigrati stagionali impiegati in agricoltura in molte regione dell’Italia meridionale vivono in condizioni estremamente dure, in pessime condizioni igienico-sanitarie mentre l’accesso all’assistenza sanitaria è limitato. L'associazione ha fornito assistenza umanitaria agli immigrati stagionali in alcune regioni italiane (Calabria, Puglia, Sicilia, Campania) dal 2003. L’ultimo progetto nella Piana di Gioia Tauro in Calabria, in continuità con i progetti svolti negli anni precedenti nella stessa zona, è stato avviato lo scorso dicembre, quando gli immigrati erano in aumento in occasione della stagione del raccolto delle arance.

"Quasi nulla è cambiato per le migliaia di immigrati stagionali da quando noi abbiamo cominciato nel 2003. Ogni anno i nostri operatori umanitari - conclude Loris de Filippi - tornano negli stessi posti e sono testimoni delle stesse terribili condizioni, che cerchiamo di alleviare fornendo assistenza medico-umanitaria. E’ ormai tempo che le autorità italiane provvedano a migliorare le condizioni degli stagionali e ad aumentare il loro accesso all’assistenza sanitaria, ma nel rispetto della dignità della persona". MSF, seguendo il proprio mandato medico-sanitario e la propria indipendenza, intende continuare a fornire assistenza a questa parte di popolazione vulnerabile come fa in altri paesi europei e in molti altri contesti in tutto il mondo. [GB]

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