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Primo asse tematico: L' educazione come diritto
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Relatore principale il 24 ottobre allo stadio Gigantinho di Porto Alegre per il primo asse tematico del Forum Mondiale dell'Educazione e' stato Steve Stoer, sociologo dell'educazione dell'Universita' di Porto (Portogallo) e direttore del CIIE, il centro di ricerche ed interventi educativi. Il suo intervento há affrontato il ruolo strategico dell'educazione pubblica nella costruzione dell'eguaglianza e della giustizia sociale, con particolare riferimento al caso del Portogallo.
Stoer há richiamato il quadro di analisi suggerito dal sociologo portoghese Boaventura Sousa Santos che considera lo sviluppo della scuola pubblica a partire da due pilastri: regolazione (con riferimento ai tre principi, dello stato, del mercato e della comunita') e emancipazione (con riferimento a tre tipi di razionalita': diritto moderno, scienza e tecnica, arte e letteratura). Per Santos lo sviluppo capitalista há fortemente influenzato un orientamento della scuola verso la regolazione centrata sul principio del mercato a scapito dell'emancipazione, con un'ipertrofia della razionalita' di tipo cognitivo legata alla scienza e alla tecnica.. La scuola democratica che si vuole aperta a tutti, obbligatoria, gratuita e laica soffre, quindi, dalla nacita um forte orientamento verso la selezione e la meritocrazia. La scuola meritocratica há il sopravvento nel momento in cui, come afferma Bordieu, "si mettono nello stesso sacco" il valore scientifico e il valore economico e sociale dei titoli accademici.
E' esemplare, a questo proposito, l'intervento della Banca Mondiale "a favore" del sistema scolastico portoghese negli anni settanta; intervento che Stoer definisce "ideologico", basato su una nozione astratta e gerarchizzata di uguaglianza, centrato su una teoria tecnico-funzionale dell'educazione e garantista rispetto all'accesso all'educazione con l'introduzione delle scuole compensatorie. Questo modello va contestualizzato nella logica di uno stato che tendeva al "welfare state" per interfacciarsi con un sistema di produzione fordista e di struttura occupazionale gerarchizzata non ancora messa in discussione dalla crescita della disoccupazione.
In anni piu' recenti, l'enfasi fordista sulla quantita' a lasciato il posto alla preoccupazione post-fordista per la qualita', mentre le diseguaglianze lasciano il posto a nuove forme di esclusione sociale. Se la diseguaglianza há radici soprattutto socio-economiche, l'esclusione sociale há um'origine soprattutto socio-culturale. Per Augusto Mateus, cosi' come esiste una "disoccupazione latente" (in riferimento a settori produttivi destinati a sparire in assenza di necessari aggiustamenti), esiste anche una "esclusione sociale latente" che riguarda individui e gruppi sociali che non raggiungono la soglia critica di educazione e qualificazione in relazione ai processi di innovazione. In tal senso la scuola oggi non riproduce semplicemente le diseguaglianze, ma "produce attivamente esclusione sociale latente".
La crisi della scuola corrisponde al venir meno dell'equilibrio conflittuale raggiunto fra le necessita' di un padronato di disporre di mano d'opera relativamente qualificata e l'aspirazione delle classi popolari di migliorare il proprio livello di istruzione e qualificazione scolare. Nel nuovo contesto post-fordista la scuola di massa mette a rischio la "qualita'" del processo di apprendimento sempre piu' richiesta dalle classi medie, orientate verso professioni che richiedono la gestione delle informazioni e in qualche modo preoccupate da una scuola superiore sempre meno capace di preparare all'universita' (o che subordina l'accesso all'universita' a risultati di eccellenza) e dalla contemporanea presenza nella scuola sia dei figli delle classi salariate, sai degli alunni che provengono da gruppi minoritari.
Per Stoer la scuola di massa non va considerata una tappa nello sviluppo di una scuola realmente democratica, ma innanzitutto come un ambito di confronto politico. Commentando la relazione, Bernard Cassen (le Monde Diplomatique) há ricordato che cio' che unisce numerose iniziative a livello nazionale ed internazionale e' l'idea che il sapere e' um bene comune e non uma merce e solo uma scuola pubblica puo' farsi garante di um equilibrio fra diverse ragioni. Se per OCSE e Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC) la scuola e' sempre piu' un'impresa che prepara ad entrare nell'impresa favorendo elementi di competizione, e' importante affermare il principio che gli ambiti dell'educazione , della sanita' e dei servizi sociali devono essere sottratti ai negoziati liberisti in seno all' OMC. Il coordinatore del Forum, Eliezer Pacheco há tenuto a sottolineare che "l'educazione che guarda al mercato del lavoro non puo' diventare l'ùnico riferimento. Anche dal punto di vista delle competenze professionali risulta piu' efficace proprio chi possiede, oltre ad una competenza tecnica, una visione ampia e uno sguardo umano sulla realta'".
Fonte: Unimondo