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Presentato il libro "bandiere di pace" sul movimento
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E' dal Colle Capitolino della capitale che viene rilanciata la campagna "Pace da tutti i balconi".
Zanotelli la ripropone con forza nel mutato quadro internazionale, subito dopo l'intervento di Giulietto Chiesa il quale traccia un'analisi grave della situazione e avverte: "La guerra non e' finita, anzi le forze Usa si stanno gia' disponendo al confine con l'Iran".
Alex Zanotelli condivide le preoccupazioni di Giulietto Chiesa: "Non aspettiamo la vigilia della prossima guerra. Dobbiamo reagire subito. Ci stanno preparando alla guerra a piccole dosi, come per l'Irak. Il momento e' grave. Dobbiamo ripartire alla grande con le bandiere. Per tre motivi.
Primo, perche' le bandiere devono rendere visibile preventivamente la nostra indisponibilita' alla guerra. Secondo, per dire no alla militarizzazione dell'Europa e a chi crede che il peso economico europeo possa contare solo con un corrispettivo peso militare. Terzo, per rispondere al linguaggio militarista di Bossi e di Borghezio che vorrebbero vedere tuonare i cannoni contro le navi degli immigrati. Per questo dobbiamo lanciare una campagna nuova: imbandieriamo daccapo l'Italia. Le bandiere della pace non vanno tolte ma semmai moltiplicate perche' la situazione e' grave".
Alex Zanotelli lancia il suo invito a riproporre le bandiere dai balconi e dalle finestre d'Italia in sintonia con Giulietto Chiesa che poco prima aveva detto: "Non dobbiamo ritirare le bandiere. Le bandiere dilaghino ancora, siano nuovamente piene di bandiere le citta'".
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Giulietto Chiesa sottolinea il progressivo spostamento verso l'Iran del mirino Usa: "Ormai hanno deciso: o con un sovvertimento dall'interno mediante un cambio di regime o con un sovvertimento dall'esterno mediante una guerra". Ed e' perentorio: "Dobbiamo sollevare il senso di allarme ed inquietudine. Non possiamo consolarci di quanto abbiamo fatto negli scorsi mesi, del livello di consenso raggiunto in passato. Cio' che della guerra passa nella mente a livello di massa e' un'informazione distorta e il quadro e' piu' grave di quanto possiamo immaginare. Negli Stati Uniti sono gia'
stati effettuati i primi sondaggi di opinione per saggiare il livello di popolarita' di una guerra all'Iran, sondaggi che danno al presidente l'appoggio della maggioranza degli americani in caso di guerra per bloccare un eventuale programma atomico iraniano. Ma cio' che e' ancora piu' grave e' che la maggioranza degli americani, sempre secondo tali sondaggi, ritiene che Saddam Hussein abbia usato armi di distruzione di massa contro gli Usa. Non solo la maggioranza degli americani non sa che le armi di distruzione di massa non sono state trovate, ma e' addirittura convinta che tali armi siano state usate. Sono molto angosciato. Questo e' il risultato del disfacimento della democrazia negli Usa e del degrado e della distorsione dei mass media in quella nazione". Giulietto Chiesa invita i pacifisti a non cullarsi sui livelli di consenso ottenuti in passato.
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Una piccola annotazione personale. Durante la presentazione del libro ho reso noto un elemento statistico apparentemente paradossale: sul sito di Peacelink infatti in questi giorni il numero degli utenti si e' dimezzato rispetto ai giorni della guerra ma il numero di pagine lette e' piu' che raddoppiato, per cui ad un calo delle visite si accompagna in parallelo un
aumento della richiesta globale di informazione. Oggi la quantita' di pagine web lette dai pacifisti in alcuni casi supera quanto si leggeva durante la guerra. Cio' testimonierebbe non un riflusso o una "vacanza" del movimento pacifista, ma una forte voglia di informazione del suo nucleo piu' attivo.
Invitato a commentare questo dato, Giulietto Chiesa risponde dicendo che non bisogna essere autoreferenziali e confondere internet con l'opinione pubblica: "Oggi i processi di formazione delle opinioni di massa passano attraverso certi programmi di intrattenimento, contano di piu' Mara Venier e
"Il grande fratello" degli stessi telegiornali. Internet non rispecchia la situazione dell'opinione pubblica nel suo complesso. Non dobbiamo essere autoreferenziali e non possiamo consolarci della nostra forza. Questo e'
invece il momento per sollevare inquietudine e allarme. Dobbiamo attaccare e contestare il sistema dei mass media. Non basta fare altra informazione. E' il cuore del sistema della comunicazione che va posto sotto un check-up continuo perche' e' quello che poi va a formare l'opinione pubblica a
livello di massa".
Giulietto Chiesa, sollecitato dalle domande del pubblico, parla del progetto di Nowar Tv (invitando a documentarsi sul sito www.nowartv.it) per il quale e' in contatto anche con Monicelli, la Castellina, Banca Etica: "Occorre creare tanti comitati locali e raccogliere due miliardi di vecchie lire. E
poi avremo il nostro canale televisivo con cui, dopo le nove di sera, faremo il nostro controtelegiornale per dire dove hanno mentito. Possiamo raggiungere due o tre milioni di persone".
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Si giunge a parlare di tv di quartiere (la cui attrezzatura di base non supera il costo di 500 euro) e l'assessore del Comune di Roma, Luigi Nieri, interviene esprimendo sostegno e apprezzamento per queste nuove modalita' di comunicazione (come Global Tv) e ricordando quanto sia stato importante al
G8 di Genova - per i manifestanti - poter filmare e documentare quanto stava accadendo. L'assessore Nieri ha rilevato quale qualita' essenziale del libro "Bandiere di pace" proprio l'importanza di documentare, di non perdere la
memoria di un grande fatto storico come l'esposizione di milioni di bandiere della pace.
Nella presentazione del libro hanno parlato anche Luca Mucci, rappresentante della campagna Pace da tutti i balconi, e due autori del libro Bandiere di pace, Gisella Desiderato e Giuseppe Goffredo, che hanno ripreso ed esposto le linee essenziali dei loro saggi.
Sono intervenuti anche Riccardo Troisi del nodo di Rete Lilliput di Roma, e Antonella Marrone, giornalista dell'"Unita'" che interviene sottolineando la necessita' della formazione di una cultura di pace.
Fondamentale per la riuscita dell'evento e' stata l'azione fattiva e puntuale di Andrea La Spina della Cimarra che ha svolto il cmpito di referente organizzativo in loco e di collegamento con la stampa.
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Alex Zanotelli ha avuto parole molto efficaci per definire il possibile ruolo del movimento pacifista: "Dobbiamo diventare societa' civile organizzata. Dobbiamo parlare, ascoltare, capire. E' in atto un cambiamento antropologico. Se Berlusconi non e' riuscito a convincere i suoi igli sulla guerra vuol dire che il tarlo del dubbio si e' diffuso". Alex Zanotelli, pur condividendo l'analisi preoccupata di Giulietto Chiesa, vede muoversi un fermento positivo ed e' convinto che non siamo in presenza di un riflusso del movimento per la pace. E aggiunge: "Dobbiamo far diventare la societa'
civile un luogo di dibattito e di organizzazione in cui maturino delle proposte da passare poi ai politici. Su questo c'e' una differenza rispetto a D'Alema che dice che solo i partiti sono soggetti politici. Non e' cosi'. La societa' civile organizzata puo' diventare un soggetto politico. Lo si e' visto per la legge 185 sul commercio delle armi quando e' stata la societa'
civile a richiamare i politici alle proprie responsabilita'. La societa' civile deve avere obiettivi politici e non farsi strumentalizzare dai partiti. I partiti rimangano fuori dagli organismi di rappresentanza della societa' civile la quale deve dotarsi di portavoce autonomi. Ai partiti spetta il compito di ascoltare e dialogare, riportando le proposte della
societa' civile negli organismi di rappresentanza". Zanotelli riprende cosi' una delle tesi gia' espresse nel libro "Bandiere di pace". Un libro che, e' bene ricordarlo, puo' essere richiesto nelle librerie Feltrinelli e nelle Botteghe del commercio equo e solidale. Ogni gruppo locale puo' convocarsi e presentarlo alla propria citta': la "societa' civile organizzata" e' anche questo.
Fonte: Peacelink