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Più Europa. Meno F35
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Contrariamente a ciò che pensa Movimento Nonviolento (leggete il comunicato) credo che la mozione approvata dalla maggioranza di Governo, votata da 381 deputati, sia un primo passo verso una forza europea di difesa rallentando, di fatto, l'acquisto di “ulteriori” cacciabombardieri F35... senza il via libera del Parlamento.
Questo “via libera” potrà esser dato solo dopo il Consiglio Europeo di fine anno e, quindi, se ne parla l'anno prossimo. Quindi credo vi sia stata una mediazione che pende più a favore dell'opzione 0 che dell'opzione 131... come vorrebbero alcuni generali ma non, in prima fila, Finmeccanica che su questo progetto ci guadagna poco o niente.
Non dimentichiamo, infatti, che la settimana prima della discussione in aula v'era l'ipotesi, avventata dal Ministro Mauro, di stralciare la decisione del governo Monti che ridusse, causa spending review, i velivoli da 131 a 90 al fine di riconfermare la cifra iniziale:131. Ma mentre le lobby lavoravano nelle anticamere dei deputati a sostegno dei 131 fuori da Montecitorio montava la protesta e l'opzione 0. La campagna “taglia le ali alle armi”, forte di decine di migliaia di firme, chiedeva la riconversione dei 14 miliardi di euro in posti di lavoro, scuole, asili e servizi sociali.
In aula, quindi, inizia il braccio di ferro tra la mozione a firma "Marcon, Spadoni, Beni, Sberna" (presentata da SEL, M5S e parte di PD e SC) e sostenuta da personaggi come Roberto Saviano, Umberto Veronesi, Cecilia Strada, Gad Lerner, Riccardo Iacona, Chiara Ingrao, don Luigi Ciotti che aveva come obiettivo la cancellazione del programma. Non mi soffermo in quanto, tra queste pagine, scrissi fiumi di parole a favore (vedi pdf). E l'altra mozione a firma dei capigruppo di maggioranza.
Mi ripeto. Contrariamente a Movimento Nonviolento che ha definito la mozione come “ipocrita” credo sia stato fatto un passo in avanti. E provo a descriverlo. Intanto l'interpretazione dell'art. 52 della Costituzione ove “si riconosce il valore della difesa della Patria anche attraverso la prestazione di adeguati comportamenti d'impegno sociale non armato”. Impensabile negli anni dell'”obiezione di coscienza al servizio militare”. Continuo. La mozione approvata indica come “ineludibile per i Paesi europei impegnarsi per lo sviluppo di un’effettiva politica estera e di sicurezza comune, in un quadro di collaborazione con le alleanze atlantiche.” Insomma, dopo aver fatto la moneta comune – l'euro - tocca ora alla spada comune, per dirla con Prodi (si può ancora citarlo o è vietato?). E fissa un appuntamento: “il prossimo Consiglio europeo di dicembre per dare impulso alla costruzione della Difesa europea ove tutti i Paesi dell’Unione saranno chiamati, in quella sede, a trovare convergenza e complementarietà, anche con l’obiettivo di ricercare il miglior utilizzo delle risorse disponibili, nell’attuale complesso quadro finanziario generale”. Di necessità virtù: abbiamo tutti e 28 (Croazia compresa) meno soldi in ambito nazionale per tutti i capitoli di spesa; figuriamoci per la difesa. Soluzione? Unifichiamoci in ambito europeo. Ricordo che De Gasperi teorizzò la CED (Comunità Europea di Difesa) nel 1950 ma gli Stati preferirono spendere e spandere in casa propria ingrassando l'industria delle armi per oltre 60 anni.
Ma arriviamo al “cuore del problema”! La mozione ribadisce (è un classico italiano ribadire) che spetta al Parlamento e quindi alla politica “la competenza sulla coerenza dell’adozione dei programmi dei sistemi d’arma a seguito di valutazioni riguardanti la situazione geopolitica internazionale, l’individuazione delle sfide strategiche incombenti e, nondimeno, la coerenza e la congruità degli investimenti militari, anche alla luce delle condizioni generali della finanza pubblica e della crisi economica e sociale”. Ciò toglie potere alle lobby che avrebbero voluto “sic et simpliciter” 131 cacciabombardieri in una contrattazione a tu per tu con il Ministero bypassando il Parlamento. Ove, a tutt'oggi, non hanno la maggioranza. (altrimenti avrebbero votato “qui ed ora” in toto il programma). Non sarà più così, per fortuna.
Il Ministro con la sua assonanza fuori luogo: “per amare la pace, bisogna armare la pace” stava chiedendo il finanziamento in toto del programma che, grazie alla campagna di mobilitazione, non c'è stato. Anzi, contrariamente all'assonanza c'è stato un passaggio nella mozione a favore della diplomazia parallela ove “si rende sempre più necessario il potenziamento delle politiche finalizzate alla prevenzione dei conflitti, da conseguire con puntuali attività di intelligence e di rafforzamento delle relazioni diplomatiche fra i vari Paesi, nonché con forti azioni di sostegno a favore delle forze armate, della cooperazione internazionale e del volontariato civile e religioso impegnato nei teatri di guerra”. Insomma, più rete, più relazione, più cooperazione equivalgono a meno guerra. E chiude con l'impegno “a non procedere a nessuna fase di ulteriore acquisizione senza che il Parlamento si sia espresso nel merito”. In sostanza significa che i 14 velivoli per i quali si sono già siglati i contratti (3 prototipi e 11 aerei) verranno ultimati. Ma alcuno in più, senza il via libera del parlamento!
Lo so. Si tratta comunque di una montagna di soldi che avremmo potuto destinare ai giovani raddoppiando l'investimento a favore del lavoro ma, nel contempo, è un punto di mediazione affatto scontato. E per raggiungerlo non è stato affatto facile; dentro e fuori i partiti di maggioranza. Ma soprattutto, il tutto, era impensabile solo pochi giorni prima. Certo. Gli oltranzisti dell'opzione – 0 (come il sottoscritto) ed i fautori dell'opzione massima – 131 – non sono contenti ma questa è la politica; l'arte della mediazione per un “compromesso possibile che vada nella giusta direzione”: l'Europa. A me personalmente sembra un passo in avanti. E non sono il solo. Anche il coordinatore della campagna Francesco Vignarca fa intravvedere qualche soddisfazione....se non altro per esser riuscito a mettere i parlamentari di fronte alle proprie responsabilità. Anche quelli, come Boccia del PD, che hanno confuso gli aerei con gli elicotteri per spegnere gli incendi.
Fabio Pipinato