Picconamento dei valori. Urge un’altra cultura

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È stata devastata la sede dell’ANPI (Associazione Nazionale Partigiani d'Italia) di Trento. La sede è stata trovata “aperta e fortemente danneggiata” ed un ex partigiano riferisce: “Tutti i cassetti e l'archivio sono stati devastati, una macchina da scrivere con foto e carteggi buttati sulla scala d'emergenza esterna, una stampante gettata nel cortile dal quarto piano. Il computer e il video risultano invece rubati”. Non basta. Due settimane fa la targa esterna dell’ANPI è stata imbrattata. Il presidente nazionale, Ugo Tartarotti, non ha dubbi sull’atto vandalico: “Un vile attentato di matrice fascista”.

L’ANPI del Trentino, infatti, s’è opposta alla riabilitazione dei giovani altoatesini che vestivano la divisa SS e che hanno subìto l’attentato di via Rasera a Roma. L’avvocato dell’ANPI Sandro Canestrini, già Presidente onorario del Movimento Nonviolento per la Pace, ha messo in guardia sui media locali il mondo della cultura contro il revisionismo storico.

A tal proposito gli fa eco, dalle colonne di Vita Trentina, don Vittorio Cristelli: “Assistiamo ad una iconoclastia dei simboli. È il massacro di valori, di visioni di società e di scelte contenuti nelle ricorrenze di primavera. La prima, in ordine di tempo è la Liberazione. Sembra a chi pretende di saperla lunga e ha disertato volutamente la festa della Liberazione, che dovremmo liberarcene, mantenendo tutt'al più il ricordo della venuta degli americani perché l'apporto degli italiani sembra sia stato scarso e per di più di marca comunista. Basta quindi parlare di ideali della resistenza.

Un altro valore simbolico è quello del lavoro intrinseco alla festa del primo maggio”. Rivendicare il lavoro come un diritto sembra una cosa che appartiene allo scorso millennio. Oggi è diventata solo una variabile al mercato. Nulla più. Se conviene è promosso, altrimenti è giusto e intelligente lasciarlo cadere.

Continua don Vittorio: “siamo proiettati verso un'altra festa, quella della Repubblica, del 2 giugno. Anche qui c'è un'operazione di spogliazione da fare ed è il collegamento essenziale alla costituzione italiana, simbolo e presidio di tanti valori democratici come l'eguale dignità di tutti i cittadini della Repubblica, la sua fondazione sul lavoro e l'ordinamento delle sue istituzioni. Anche qui, i rinati “Comitati Dossetti in difesa della Costituzione” sono considerati movimento di nostalgici e per di più cattocomunisti.

Ricorre pure il 150° anniversario dell'Unità d'Italia. Ma che parlino il Presidente della Repubblica e anche la Cei. Tanto si tratta anche qui di nostalgici del Risorgimento. La vera celebrazione cui l'Italia deve tendere è il federalismo fiscale, quello si, promozionale del vigore economico e sociale. Che se dovesse creare differenzi di opportunità e di sviluppo, è colpa di chi non è all'altezza dei tempi e non sa stare alle leggi del mercato. Questo si chiama “governo del fare”.

Insomma, è tutto un picconamento di mondi, ideali sì perché spesso si tratta di utopie da raggiungere, ma che qualificano una civiltà. Resistere a quella che è stata chiamata “dittatura morbida” fatta di sete di potere e di denaro, vilipendio delle istituzioni democratiche, asservimento delle leggi a proprio favore, razzismo ammantato di sicurezza è ideale tuttora proponibile e da educare.

Se, come proposto dalla Marcia Perugia Assisi, non edifichiamo un’altra cultura verranno distrutte altre sedi, imbrattati altri simboli, derubati altri computer.

Fabio Pipinato

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