Perù: 69.280 vittime del terrorismo politico tra il 1980 e il 2000

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Lo scorso 28 agosto la Commissione per la verità e la riconciliazione del Perù ha consegnato nelle mani del Presidente Toledo un voluminoso rapporto finale su 20 anni di violazioni dei diritti umani. E' passato un mese da questa data storica per la democrazia nel Paese andino ed il rapporto finale della Commissione continua ad essere al centro del dibattito.

Costernazione hanno causato le recentissime dichiarazioni di Martins Rivas, capo dello squadrone della morte "Grupo Colina", raccolte dal giornalista Cesar Hildebrant, che ha dichiarato che riceveva gli ordini direttamente dall'ex Presidente Alberto Fujimori.

Il documento elaborato dalla Commissione della Veritá e Riconciliazione accusa principalmente la guerriglia maoista "Sendero Luminoso", il movimento guerrigliero "Tupac Amaru" MRTA, l'esercito governativo ma indica anche quali responsabili di violazioni di diritti umani gli ex Presidenti Fernando Belaùnde (1980-1985) e Alan Garc㭀a (1985- 1990) e, soprattutto, Alberto Fujimori (1990-2000), ora rifugiatosi in Giappone.

Quest'analisi della violenza nel Paese andino stima ben 69.280 morti o desaparecidos, vittime del terrorismo politico e della repressione statale; tre su quattro parlano quechua, sono cioé rappresentanti della popolazioni contadine ed indigene.

La maggior parte delle atrocità commesse andrebbero, secondo la Commissione, attribuite alla guerriglia. Le forze di sicurezza dello Stato sarebbero però responsabili della sparizione di almeno 7mila persone. Enormi anche le perdite economiche provocate dai due decenni di guerra interna, stimate in circa 25 milioni di dollari. [DS]

Altre fonti: Coordinadora nacional de derechos humanos, Comision del la verdad y reconciliacion.

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