Per un Governo che non faccia acqua...

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Sia chiaro come l'acqua, ora governiamo noi! Il caimano ha l'acqua alla gola ma più che morto si è resuscitato. Non scopriamo l'acqua calda se riconosciamo che, non si è trattato di un miracolo divino ma è stata la leva sul concetto di proprietà privata e detassazione che ha chiamato i suoi fedeli a compimento del prodigio. Ora non sarà acqua fresca chiedere ai cittadini democratici di fare sacrifici per rianimare lo "stato dei Servizi pubblici" contro lo "Stato del libero mercato" e con questi cittadini non ci sentiamo "c....." se domandiamo una nuova tassa: la Water Tax sulle acque minerali.

Non vogliamo che passi troppa acqua sotto i ponti e chiediamo subito che si proponga una nuova Costituzione che si riappropri dei valori democratici e aggiunga, sull'esempio dei paesi latinoameriani il divieto di fare dell'acqua una merce. Vogliamo tirare l'acqua al nostro mulino auspicando che la tanto invocata crescita del Pil si concretizzi attraverso la decrescita dei beni individuali e l'aumento dei beni comuni.

Sarà anche necessario abrogare con una nuova legge, che vorremmo proporre come iniziativa popolare, la Legge Delega che l'Ex ministro Matteoli è riuscito a far firmare a Ciampi a fine legislatura, una legge che fa acqua da tutte le parti, un taglia incolla di tre leggi che impone a milioni di cittadini, di bere o affogare, subendo l'arbitrio di 24 saggi. Quando le acque si saranno calmate, si eleggeranno presidenti di Camera e Senato, si nomineranno i ministri e le commissioni dei parlamentari cominceranno a lavorare. Ci piacerebbe che almeno 100 di questi eletti entrino a far parte dell'associazione degli eletti per l'acqua e sull'esempio del gruppo GUE/NGL europeo facciano votare a tutto il Parlamento Italiano il riconoscimento del Diritto all'acqua per tutti.

Vorremmo anche condurre in acque tranquille la gestione del Servizio Idrico Integrato, minacciato dalla scadenza del 31 dicembre 2006, che impone agli ATO italiani di scegliere tra la gestione pubblica o la gara d'appalto. Per far questo ribadiamo la necessità di ripubblicizzare il governo dell'acqua gettando acqua sul fuoco che ha fatto credere che le Spa fossero la soluzione.

Come facenti parte di un movimento globale, non ci perderemo in un bicchier d'acqua e semplicemente chiederemo che gli extracomunitari non siano più chiamati clandestini, e che scompaiano dal nostro vocabolario assunti negativi attribuiti alle parole marea, flussi e ondate migratorie, ma siano sostituite col termine risorse, parola che da latini dovremmo ricordarci proviene da surge: sorgente è un termine rubato dal mercato finanziario.

L'azzeramento dei contributi alla cooperazione internazionale, è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso della demagogia, che ha azzerato gli impegni concreti sosituendoli con promesse non ripettate. Quest'anno lanceremo la campagna mondiale portatori (o meglio portatrici) d'acqua per liberare milioni di donne e bambini dalla schiavitù di un lavoro di cura, che non produce reddito, raccogliendo il contributo di chiunque voglia portare acqua a chi non ne ha accesso.

Provenzano è stato catturato ma per tagliare le gambe alla cultura dell'acqua in bocca, chiediamo ancora al nuovo governo di annullare l'appalto per il ponte sullo stretto di Messina, per non sostituire, con un altro ecomostro, l'orizzonte aperto con l'abbattimento degli abusi edilizi sul litorale di Bari; città che vogliamo diventi il motore di un servizio pubblico partecipato che metta insieme i cittadini/elettori con i gestori pubblici e gli ATO in house che, chiamati da Riccardo Petrella, presidente dell'acquedotto pugliese, si sono uniti nell'associazione Acquapubblica. Salute a tutti quelli che hanno sete di buon governo.

di Paolo Rizzi

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