“Per me, la sorte è caduta su luoghi deliziosi, la mia eredità è magnifica.”

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“Per me,

la sorte è caduta su luoghi deliziosi,

la mia eredità è magnifica.”

                                                                        (Salmo 16)

Cari amici, pace!

Mi sembra di avere vissuto più cambiamenti in questo ultimo anno della mia vita che in tutti quelli precedenti. Quello che faccio adesso è per me talmente nuovo e i miei primi passi sono così incerti  che finirò per moltiplicare le brutte figure. Tuttavia mi godo questa inadeguatezza che mi costringe a chiedere aiuto e contare sulla collaborazione di tanti nuovi amici che hanno compassione di me. (…)

“È bene per voi che io me ne vada”. Disse Gesù ai suoi amici dopo tre anni che era con loro;

io non sono riuscito a dirlo ai miei amici nemmeno dopo venti anni che ero in Kenya.

Eppure, per quanto possa sembrare crudele, è bene andarsene: ne sono convinto. È stato un bene lasciare le persone che ho tanto amato al Saint Martin: quel distacco così difficile creerà spazi nuovi per crescere e perfino l’opportunità di rinascere per tutti. Anche per me.

All’inizio del suo Vangelo, Gesù dice che “bisogna rinascere”. Per quanto mi riguarda, quello che mi manca non è il desiderio di rinascere, ma la pazienza che domanda. La pazienza di ricominciare, di ritornare bambini e di chiedere tante volte il “perché” di ogni cosa.

Chissà quanta pazienza avrà dovuto portare anche Gesù per lasciare casa sua, venire ad abitare questa nostra terra e imparare a “farsi uomo”. Da bambino si era perduto nel tempio, trattenuto dal ricordo di suo Padre e dalla nostalgia di casa: “devo occuparmi delle cose di mio Padre.”  Una nostalgia la sua, che non era malinconia e rimpianto, ma tornare alla sorgente per attingere forza.                                                                              

In questi mesi, molti hanno chiesto anche a me se ho nostalgia del Kenya e della gente che ho amato per vent’anni. Sì, certo che ne ho, ma confesso che mi piacerebbe vivere questa nostalgia come una sorgente a cui attingere forza, piuttosto che un rifugio per la mia tristezza.

Vorrei riandare alla mia sorgente solo per attingere riconoscenza per quanto ho vissuto e gratitudine per chi ho incontrato, per poi tornare rigenerato alla mia vita di ogni giorno.

Io me lo immagino il piccolo Gesù che lascia il tempio rigenerato dalla sua nostalgia. Me lo immagino che se ne torna a casa dicendo tra se’: se mio Padre ha così tanto amato il mondo da mandare suo figlio, anch’io amerò così tanto questa terra da trasformarla in una terra santa.

E in questo Natale prego il bambino Gesù di essere anch’io rigenerato dalla mia nostalgia, per imparare ad amare questa terra dove cammino ogni giorno, amarla così tanto da riuscire a trasformarla per me in una terra santa.

Per questo, da quando sono tornato, il Salmo 16 è diventato la mia preghiera:

Per me la sorte è caduta su luoghi deliziosi,

la mia eredità è magnifica.

Per ora, questa è una preghiera che ho imparato a memoria solo con la mente. Per farla imparare anche al mio cuore ho bisogno di maestri esperti che mi possano guidare a questa verità. Si tratta di maestri che non si trovano tra i grandi, ma solo tra i piccoli.

Buon Natale!

don Gabriele Pipinato

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