Pena di morte: riprovazione per Usa, email per il Giappone

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La decisione del Governatore della California di non concedere la grazia a Stanley Tookie Williams suscita la riprovazione delle associazioni per l'abolizione della pena di morte. "La decisione ha coperto la California e l'intero sistema della giustizia americano di una vergogna evitabile e di un crimine a freddo da cui nessuno, né in California, né nel mondo, trarrà beneficio" - scrive la comunità di Sant'Egidio. "La coscienza della maggior parte dei paesi del mondo rifiuta questa barbarie e la avverte come uno strumento di umiliazione della vita, della dignità umana e della democrazia, come la tortura e la schiavitù. Il Governatore della California ha avuto la possibilità - attraverso un provvedimento di clemenza - di favorire le scelte necessarie a introdurre una giustizia senza morte, senza vendetta, e sempre aperta alla riabilitazione" - scrive la comunità di Sant'Egidio. "E' stato aiutato in questo da un grande movimento di opinione pubblica, in California e nel mondo. L'ha ignorato, ed è una dolorosa constatazione. Un'occasione persa per fare un passo in direzione di una maggiore civiltà. Questa occasione, ora che l'iniezione letale è stata iniettata, è definitivamente perduta e coinvolge milioni di cittadini americani e in tutto il mondo, che avvertono come barbarie un sistema giudiziario che pretende di avere potere sulla vita e sulla morte".

E oggi Tomizo Ishida, il condannato a morte più anziano del Giappone, compie 84 anni di cui gli ultimi trenta trascorsi nel braccio della morte della prigione di Tokyo. Ishida si è dichiarato colpevole solo dell'omicidio non premeditato della sua compagna, mentre di un secondo omicidio continua a proclamarsi innocente. La confessione gli è stata estorta dopo 148 giorni di interrogatorio in una stazione di polizia, durante i quali non è stato informato del diritto di poter essere assistito da un avvocato. Amnesty International ha promosso per oggi un e-mail day con l'obiettivo di far giungere il maggior numero di appelli alle autorità giapponesi in favore di Ishida.

Lo stato di salute di Ishida continua a peggiorare dopo trent'anni trascorsi nel braccio della morte, in condizioni detentive molto dure. La mancanza di cure adeguate per una banale cataratta lo ha reso ormai quasi cieco. Al suo avvocato è concessa soltanto una visita l'anno; il figlio e la figlia non possono recarsi a trovarlo perché entrambi affetti da disturbi psichici. A causa del silenzio che circonda l'applicazione della pena capitale in Giappone, è molto difficile ottenere informazioni sul caso di Ishida. L'ultima notizia riguarda una richiesta di nuovo processo presentata nel 1991 e respinta il 30 marzo 2004, dopo ben 13 anni. Nonostante questo, il condannato a morte ha espresso, tramite il suo avvocato, chiara volontà di presentarne un'altra.

Il Gruppo di Napoli di Amnesty International segue il caso di Ishida da oltre dieci anni, organizzando raccolte di firme, inviando periodicamente lettere alle autorità giapponesi e, da qualche anno, organizzando una mobilitazione annuale in occasione del compleanno del prigioniero.Quest'anno, l'organizzazione per i diritti umani si è rivolta al presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, chiedendogli di farsi portavoce presso le autorità giapponesi della richiesta, sostenuta ormai da migliaia di cittadine e cittadini italiani, di commutare la condanna a morte di Ishida. [GB]

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