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Pena di morte: condanne in USA e proposte di moratoria UE
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Mentre le Associazioni per l'abolizione della pena di morte esprimevano soddisfazione per il proscioglimento da parte del Tribunale d'appello di Amina Lawal dall'accusa di adulterio per avere generato fuori dal matrimonio la piccola Wasila, nei giorni scorsi si presentava sempre nel nord della Nigeria un nuovo caso di sentenza capitale: lo stato di Bauchi decretava la condanna nei confronti del giovane Jibrin Babaji, reo secondo l'accusa, di avere avuto rapporti con tre ragazzi.
Secondo Sergio D'Elia, Segretario di 'Nessuno tocchi Caino', il susseguirsi di sentenze di condanna a morte negli stati del Nord della Nigeria non deve essere visto come una 'sharia religiosa', bensì come una 'sharia politica', e cioe' "un'arma propagandistica degli stati del Nord contro il presidente nigeriano Olusegun Obasanjo. Secondo l'associazione, la Costituzione nigeriana è "laica e tollerante, e può consentire in Nigeria lo studio e la diffusione del Corano ma non la pratica della Sharia, lapidazioni e quant'altro".
Un urgente appello è stato lanciato dalle associazioni per chiedere la grazia per Edward Hartman, condannato a morte per rapina e omicidio nello stato del North Carolina (Usa) la cui esecuzione è programmata per il prossimo 3 ottobre.
Hartman, che soffre di un serio handicap mentale dovuto ad un trauma cranico è stato condannato a morte nell'ottobre 1994 per rapina e omicidio. La sua presunta omosessualità - contrariamente all'International Covenant on Civil and Political Rights, ratificato dagli USA nel 1992, che garantisce agli imputati di procedimenti giudiziari l'immunità da discriminazioni sulle proprie inclinazioni sessuali - è stata utilizzata nel processo come fattore aggravante della sua responsabilità nell'omicidio. Secondo Amnesty Usa, Hartman, non avrebbe potuto avvalersi di un'assistenza legale adeguata: uno dei suoi difensori è stato di recente radiato dall'ordine degli avvocati per incompetenza.
Intanto prosegue l'impegno della Presidenza italiana dell'UE per l'adozione di una moratoria sulle esecuzioni capitali nel mondo: lo ha ribadito ieri a Bruxelles il ministro degli esteri Franco Frattini, presidente di turno del consiglio UE, che ha incontrato una delegazione di 'Nessuno Tocchi Caino' comprendente l'ex-governatore dell'Illinois George Ryan e Leroy Orange, il condannato a morte vivo grazie alla moratoria nell'Illinois. Nell'incontro, Frattini ha confermato che ''l'obiettivo è di arrivare a una richiesta di moratoria con l'appoggio di tutti i paesi dell'UE''. Sebbene tutti i paesi dell'UE siano favorevoli all'abolizione della pena di morte, varie divergenze - dovute a strategie per mantenere accordi bilaterali con Paesi extra-europei dove la pena di morte è tuttora vigente - ostacolano l'iniziativa di una proposta di moratoria UE in sede Onu. [GB]
Altre fonti: Nessuno tocchi Caino