Pax Christi: no alla riforma Costituzione, denuncia del riarmo

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A conclusione dell'Assemblea nazionale di Bologna (29-30 aprile) vissuta con metodo di lavoro interattivo e partecipativo Pax Christi Italia rilancia a tutti il proprio pensiero: "Nella Chiesa e nella storia", il movimento cattolico vuol continuare a vivere, camminare, progettare, proporre le proprie riflessioni e azioni Dalla memoria storica, dalla lettura della realtà e dalla volontà di futuro condiviso queste posizioni:

Il 25 aprile 1945 l'Italia si liberava dal nazifascismo. Il momento di testimonianza, incontro e preghiera fatto a Monte Sole, luogo di un eccidio particolarmente efferato vuol sottolineare l'esigenza di continuare a pensare la storia dalla parte delle vittime. L'incontro con la comunità di Giuseppe Dossetti ci ha riconfermato l'esigenza di difendere la Costituzione, nata dal sangue e dal sacrificio di tantissimi come patto fondamentale di pace di tutto il popolo italiano, da ogni interesse di parte e dal rischio di deriva autoritaria dettata da un esasperato bisogno di governabilità che spesso cela solo un desiderio di potere. Il reale problema della governabilità non può mai essere a scapito della partecipazione attiva, piena, faticosa ma responsabilizzante di ogni persona e soggetto del nostro paese alla vita sociale e politica. Il pensiero corre al 25 giugno, giorno in cui gli italiani saranno chiamati a pronunciarsi sulle riforme costituzionali. Pax Christi ribadisce la volontà di dire "No a questa riforma costituzionale, che, tra l'altro, prevede lo smembramento dell'Italia, e che ha come conseguenza la crescita del divario fra nord e sud, ed un pericoloso e inaccettabile accentramento di potere nella persona del presidente del consiglio, che determinerebbe la politica del governo. Vorremmo rimanesse la Costituzione e la preoccupazione del bene comune a determinare la politica del paese.

Il 26 aprile 1986 a Cernobyl il mondo entrava in una nuova fase del terrore nucleare. A distanza di 20 anni non conosciamo ancora il numero esatto delle vittime, tuttora in aumento. Giungono dall'Iran e non solo, notizie di una nuova fase di proliferazione atomica. Sappiamo inoltre, da tempo, della presenza di 90 testate atomiche in Italia nella basi militari Usa di Ghedi (Brescia) e Aviano (Pordenone). Pax Christi denuncia qualsiasi logica e scelta di riarmo nucleare e fa propria la voce del Magistero recente: "La verità della pace richiede che tutti - sia i governi che in modo dichiarato o occulto possiedono armi nucleari, sia quelli che intendono procurarsele -, invertano congiuntamente la rotta con scelte chiare e ferme, orientandosi verso un progressivo e concordato disarmo nucleare." (Benedetto XVI, messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 2006).

La teoria e prassi della guerra preventiva, ha mostrato, tragicamente, una volta di più la propria inutilità e inefficacia. La morte dei militari italiani in Iraq è evento dolorosissimo che ci vede vicini e solidali con le famiglie colpite. Ma questo non ci può far dimenticare che lo stesso dolore ha colpito troppe famiglie irakene e di altre nazionalità. Pax Christi denuncia il persistere di una logica di guerra e di violenza, in particolare denuncia la giustificazione della guerra preventiva in nome della lotta al terrorismo e la strategia dell'incremento delle risorse desinate agli armamenti e agli eserciti. Inganno particolarmente doloroso anche perché crea l'illusione di essere, in tale modo, costruttori di pace.

"Nella Chiesa e nella Storia" Pax Christi vuole, con umiltà, ribadire il suggerimento di d.Tonino Bello: "scongiurare questa specie di fatalismo che fa ritenere inutili, se non addirittura controproducenti, le scelte di campo, le prese di posizione, le decisioni coraggiose, le testimonianze audaci, i gesti profetici".

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