Parlamento europeo: focus su Expo 2015

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Expo 2015 al centro delle attività parlamentari a Bruxelles, con la doppia audizione dell'ex commissario all'Agricoltura e presidente del Comitato strategico per il programma scientifico per Expo 2015 Franz Fischler nelle commissioni Ambiente e Agricoltura del Pe.

Dallo spreco alimentare all'agricoltura a chilometro zero, passando per il land grabbing e l'implementazione di pratiche agricole sostenibili. Sono i temi affrontati nel corso del confronto fra Fischler e gli eurodeputati delle commissioni Envi e Agri.

“Le agenzie internazionali prevedono un aumento del fabbisogno alimentare di circa il 70% da qui al 2050. Dovremo produrre di più e allo stesso tempo ridurre lo spreco alimentare”, dichiara il presidente della commissione Ambiente Giovanni La Via (Ncd).

Tema affrontato anche in commissione Agricoltura, dove a rivolgersi al presidente del Comitato strategico per il programma scientifico per Expo 2015 è l'eurodeputato Pd Paolo De Castro, che riporta l'attenzione su quella che, all'apparenza, potrebbe sembrare una contraddizione in termini, vale a dire la necessità parallela di “aumentare la resa delle produzioni agricole e contemporaneamente gestire in maniera sostenibile le risorse alimentari e la produzione stessa”. L'implementazione sostenibile, nota De Castro, “segnerà il futuro della ricerca nel settore alimentare”.

“Il compito del comitato non è creare una nuova Pac o una politica agricola globale, ma portare avanti la ricerca”, premette Fischler. “Nei prossimi vent'anni”, prosegue, “dovremo affrontare la sfida cruciale di aumentare i generi alimentari, produzione aggiuntiva che va realizzata senza oneri ulteriori per l'ambiente. Soprattutto in Europa dobbiamo evitare e correggere gli errori del passato e rendere l'agricoltura più ecocompatibile”. 

Lo spreco alimentare, nota ancora Fischler, si presenta in forme diverse nei paesi industrializzati, “in cui circa il 30% dei prodotti viene buttato via” e nei paesi in via di sviluppo, in cui il problema è a monte, nei prodotti che non vengono raccolti e nella carenza esistente in fase di stoccaggio. Poi c'è la questione dell'utilizzo non alimentare dei prodotti, è il caso della bioeconomia, della creazione e dell'impiego di biomassa a vari fini, dalla produzione di energia ai prodotti chimici, “tema che in Europa dipende da una decisione politica, che deve dare priorità alla produzione alimentare”.

A sollevare il tema dell'agricoltura a chilometro zero è l'eurodeputata M5S Eleonora Evi, che a Fischler chiede se all'interno del programma scientifico del comitato sia stata elaborata una posizione sul tema. Anche in questo caso, ribatte l'ex commissario all'Agricoltura, la questione è politica e invita a non semplificarla demonizzando in toto il trasporto di prodotti agricoli: “Ad esempio, la produzione di pomodori in questa regione del Belgio può essere realizzata sì, ma riscaldando le serre. Allora probabilmente l'effetto ambientale sarebbe peggiore rispetto all'importazione di pomodori prodotti in Africa”.

Il tema è subito ripreso dall'eurodeputata Pd Renata Briano, che pone l'accento sulle produzioni locali e sull'importanza della stagionalità dei prodotti per ridurre l'impatto ambientale. In questo caso, nota Fischler, “si può imparare tanto soprattutto dall'Italia. Le produzioni alimentari regionali saranno al centro del Padiglione Italia, che avrà l'occasione di dimostrare non solo l'importanza della produzione regionale, ma anche i vantaggi legati ai rapporti tra la situazione geografica e la qualità dei prodotti”. E prosegue: “Negli ultimi anni l'Italia ha sempre lottato a favore di una tutela dei prodotti regionali, ma non credo che saranno necessarie nuove ricerche in questo senso. Semmai si potrebbe riflettere su come sostenere in maniera migliore questi sistemi di produzione”.

La Briano riporta l'attenzione dell'ex commissario anche sul tema della pesca, e Fishler nota in particolare l'importanza della ricerca sul tema degli ecosistemi marittimi: “Tutti sanno quanto siano delicati, ma non conosciamo le conseguenze del cambiamento climatico su tali ecosistemi, per cui è necessaria maggiore ricerca, e migliore. Il Centro comune di ricerca sta lavorando in tal senso, l'idea è quello di utilizzare elementi di genetica per identificare in maniera più chiara l'origine degli alimenti e introdurli nell'etichettatura”.

Infine, a sollevare la questione del land grabbing, con un invito a dare risonanza al tema nell'ambito dell'appuntamento milanese del prossimo anno è l'eurodeputata Pd Patrizia Toia: “Se non affrontiamo il tema dell'acquisizione di terre su larga scala come possiamo parlare di cibo?”.

“Leggendo le ultime relazioni degli organismi Onu responsabili nel settore, il punto debole della questione è la carenza di dati", replica Fischler. "Questo fenomeno - conclude - pare non sia volto tanto alla produzione di prodotti agricoli, quanto a investimenti nei terreni, speculazioni. E' necessario un miglioramento sul piano dei dati: appena si ha un sistema di registrazione adeguato, il mercato dei terreni diventa immediatamente più trasparente”.

Marta Bonucci da Euractiv.it

Questa pubblicazione è stata riprodotta con il contributo dell'Unione Europea, nel quadro dei programmi di comunicazione del Parlamento Europeo. La responsabilità sui contenuti di questa pubblicazione è di Unimondo.org e non riflette in alcun modo l'opinione dell'Unione Europea. Vedi la pagina del progetto  BeEU - 8 Media outlets for 1 Parliament 

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