www.unimondo.org/Notizie/Pane-in-attesa-il-sud-che-insegna-145584
Pane in attesa: il sud che insegna
Notizie
Stampa
Parte da Messina l’iniziativa del pane in attesa, ispirata al famoso “caffè sospeso”, tradizionale abitudine napoletana di lasciare un caffè pagato per una persona che entrerà nel bar in seguito. Un esempio semplice ma efficace di mutualismo quotidiano, un modo per dimostrare che tutti insieme possiamo riuscire a contrastare la crisi che attanaglia il nostro Paese.
Un’idea semplice e geniale allo stesso tempo: ispirarsi al sano istrionismo napoletano, capace di fare del bene con il sorriso sulle labbra, con leggerezza d’animo e soprattutto rispettando la dignità di chi è più sfortunato .
Punto di partenza dell’iniziativa chiamata ‘‘Pane in attesa” è stato quello di copiare il meccanismo del caffè sospeso in uso tradizionalmente a Napoli e farne ancora di più uno strumento di solidarietà e aiuto, oggi al centro dell’attività di molte associazioni.
Per chi non lo sapesse, il meccanismo del caffè sospeso funziona in questo modo: una persona entra in un bar e paga due caffè, ricevendone solo uno e lasciando l’altro, per l’appunto, in sospeso; ma non per una persona specifica bensì per la prima che, in difficoltà economiche o comunque in condizioni precarie, entrando chieda se in tal luogo siano rimasti caffè pagati da consumare.
Semplice, come bere un caffè, ma fondamentale per il sostentamento delle famiglie se applicato all’alimento base per eccellenza, ovvero il pane.
“Aiutiamo chi di questi tempi non riesce a metter in tavola bene più preziosi” spiegano all’unisono i proprietari delle quattro panetterie siciliane coinvolte nel progetto, felici di essere davvero concreti nell’aiutare coloro i quali si trovano nel bisogno.
Quello che viene consegnato al richiedente, che si sia iscritto al programma e mostri la relativa tessera – una social card che per una volta funziona davvero- è un semplice sacchetto di carta con all’interno cinque panini. Ma quelle cinque pagnotte rappresentano molto di più: significano delle persone che si stanno prendendo cura di altre persone, significano, per chi le riceve, non sentirsi abbandonati e senza scampo, avere ancora la speranza di andare avanti.
“Certo” aggiungono gli addetti alla vendita dei panifici “sappiamo di persone che avrebbero bisogno e si vergognano o mandano qualcun altro a ritirare il pane per loro e proprio per questo facciamo in modo di essere discreti per non ferire la dignità di nessuno”.
Aiuto, dignità, solidarietà, questo ci insegnano Messina, Napoli ed il Sud. Stia quindi tranquillo Matteo Salvini quando con fare saputo afferma che l’Euro è moneta da Nord, che il Sud non se la può permettere.
Quando al Nord, grazie alle ruberie dei suoi amici, alleati e sodali la gente comune non avrà più i soldi per mangiare potrà fare due cose: trasferirsi a Napoli o in Sicilia sperando in qualche caffè sospeso o in qualche panino in attesa oppure accettare, finalmente, questa e altre lezioni di civiltà e rispetto per l’essere umano che da queste fantastiche regioni d’Italia giungono quotidianamente.
Anche perché la solidarietà è contagiosa : è di questi giorni la notizia che l’associazione Amici della Città di Trento, sta incontrando panificatori ed esercenti per esportare nel capoluogo trentino questo esempio di eccellenza solidale. Insomma, “Ha da passà ‘a nuttata”, ma grazie alle idee e all’impegno di tutti gli italiani si intravede la speranza.