Palestina: la voce delle Agenzie Onu

Stampa

Le agenzie umanitarie delle Nazioni Unite che operano nel Territorio Palestinese Occupato hanno rilasciato una dichiarazione congiunta dicendosi allarmate per l'evolversi della situazione sul campo, i cui sviluppi hanno causato la morte di civili innocenti, bambini inclusi, e un aumento della miseria per centinaia di migliaia di persone, con danni di vasta portata per l'intera società palestinese. La già drammatica situazione di Gaza, con tassi di povertà di circa l'8% e di disoccupazione di quasi il 40%, è destinata a peggiorare rapidamente se non saranno adottate misure immediate e urgenti. L'Unrwa, l'agenzia dell'Onu per l'assistenza agli oltre 980.000 rifugiati del TPO, ritiene che Gaza sia sull'orlo di un disastro sanitario.

Dopo l'attacco all'unica centrale elettrica di Gaza, lo scorso 28 giugno, l'intero territorio della Striscia risulta privo d'elettricità per 12-18 ore al giorno. Allo stato attuale, l'azienda municipale per l'acqua può contare esclusivamente sui propri gruppi elettrogeni di riserva per mantenere in funzione 133 pozzi e 33 impianti di smaltimento dei rifiuti fognari e perciò - dal momento che dispone di appena 5.000 litri di carburante, a fronte dei 18.000 litri necessari - il servizio pubblico quotidiano è stato ridotto di 2/3, con una conseguente penuria d'acqua potabile e una situazione critica per ciò che riguarda gli impianti fognari. A causa delle restrizioni imposte ai flussi di rifornimento di aiuti umanitari, oltre 230 container di cibo si trovano al momento bloccati al valico di Karni, in attesa d'esser distribuiti alla popolazione civile, con un sovra prezzo che per questi ritardi ha superato ormai la cifra vertiginosa di mezzo milione di dollari.

Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità il sistema sanitario pubblico sta affrontando una crisi senza precedenti. L'OMS stima che, sebbene gli ospedali e il 50% dei centri sanitari dispongano di gruppi elettrogeni, l'attuale riserva di carburante durerà al massimo 2 settimane. I gruppi elettrogeni ora in uso avevano una funzione di riserva e il loro non perfetto funzionamento produrrà gravi conseguenze. Secondo l'OMS, nel corso dell'ultima settimana vi è stato un aumento del 160% di casi di diarrea rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Ad aggravare questa situazione, l'OMS prevede che il 23% dei medicinali di base risulteranno esauriti nel giro di un mese. L'OMS è inoltre allarmata per il crescere delle restrizioni al movimento dei pazienti che hanno bisogno di lasciare Gaza per poter essere curati adeguatamente. Dal 25 giugno, solo una manciata di pazienti in condizioni estremamente critiche ha potuto varcare il valico di Erez, attraverso cui, prima dell'attuale situazione, ogni settimana passavano in media 25 pazienti malati di cancro. Secondo l'OMS, il tasso di ricoveri d'emergenza varia ora tra le 500 e le 700 persone al mese.

In base ai dati del Programma Alimentare Mondiale già in giugno il 70% della popolazione di Gaza non era in grado di provvedere al proprio fabbisogno alimentare quotidiano senza una qualche forma d'assistenza. Con l'acuirsi delle ostilità, la disponibilità di cibo è divenuto un problema progressivamente più critico. I produttori di farina di grano, le industrie alimentari e i panifici sono stati costretti a ridurre la produzione a causa della carenza di energia elettrica, che riduce inoltre le possibilità di conservare adeguatamente gli alimenti deperibili nel caldo tipico di Gaza, e dunque una grave perdita di cibo per le famiglie palestinesi. Le scorte di zucchero, di prodotti caseari e di latte stanno scendendo su livelli estremamente bassi per la mancanza di rifornimenti da Israele, con la conseguenza di un aumento di prezzo di circa il 10% nelle ultime 3 settimane. Il PAM fornisce assistenza a oltre 160.000 persone delle aree di Gaza dove più grave è la crisi alimentare, ed è pronto a rispondere ad ulteriori esigenze nel quadro di una intervento coordinato delle diverse agenzie ONU. Il PAM ritiene essenziale mantenere aperto un corridoio umanitario per il personale di soccorso e gli aiuti di prima necessità, per evitare un ulteriore deterioramento della situazione alimentare, che al momento si presenta critica.

Secondo l'UNICEF i bambini di Gaza sono costretti a vivere in un contesto di violenza, d'insicurezza e di paura estrema. La carenza d'elettricità e carburante sta determinando una riduzione della quantità e qualità dei servizi d'assistenza sanitaria e limita l'accesso all'acqua potabile per i bambini. I combattimenti in corso provocano gravi problemi psicologici nei bambini, che denotano sintomi di stress ed esaurimento; si registra un aumento del 15-20% dei casi incontinenza notturna, a causa dei bombardamenti e del frastuono assordante prodotto, spesso tra la notte e l'alba, dagli aerei che rompono la barriera del suono. I team di psicologi sostenuti dall'UNICEF, che offrono assistenza sul posto ai bambini vittime di traumi, riferiscono inoltre un forte aumento delle richieste d'assistenza. L'UNICEF avverte che forniture regolari di carburante e di elettricità sono indispensabili affinché sia possibile conservare e trasportare in sicurezza le scorte di vaccini e medicinali, oltre che per mantenere in funzione le strutture sanitarie di base.

L'UNICEF sottolinea inoltre come i bambini siano più vulnerabili alle epidemie da malattie infettive causate da mancanza d'acqua potabile e di condizioni igieniche minime. L'uso della forza da parte di Israele nel corso delle operazioni militari nella Striscia di Gaza ha provocato un numero crescente di morti e feriti tra la popolazione civile palestinese, oltre che danni rilevanti alle loro proprietà e infrastrutture, afferma l'Ufficio dell'Alto Commissariato per i Diritti Umani. Sebbene Israele abbia un legittimo interesse alla propria sicurezza, il diritto internazionale umanitario richiede che i principi di proporzionalità nella risposta militare e della distinzione tra civili e combattenti siano sempre rispettati. Il divieto di colpire popolazioni civili viene violato anche dai gruppi armati palestinesi, con il lancio di missili contro Israele dalla Striscia di Gaza, che deve perciò avere fine.

L'attuale deterioramento nel rispetto dei diritti umani esige che siano immediatamente prese misure per porre fine a tali azioni e garantire la protezione dei civili. L'Ufficio per il Coordinamento degli Affari Umanitari (OCHA) ha fatto ripetutamente appello affinché sia garantito accesso costante e senza restrizioni all'assistenza umanitaria e alle scorte di carburante. I valichi di Nahal Oz e Karni devono restare aperti 24 ore al giorno, se le esigenze d'assistenza umanitaria devono essere adeguatamente soddisfatte. L'OCHA fa inoltre appello affinché sia riaperto il valico di Gaza, permettendo il passaggio di 250 persone bloccate in Egitto e dei pazienti ricoverati in condizioni d'emergenza che non possono essere adeguatamente curati a Gaza. Le operazioni d'assistenza umanitaria dell'ONU risultano già ostacolate dai combattimenti. Ma la sola assistenza umanitaria non può prevenire le sofferenze.

Con il bombardamento della centrale elettrica le condizioni di vita di 1,4 milioni di persone, circa la metà delle quali bambini, sono d'improvviso peggiorate. Il Governo d'Israele dovrebbe riparare i danni causati alla centrale elettrica. Gli obblighi derivanti dal diritto internazionale, che si applicano ad ambo le parti, includono la prevenzione di sofferenze alle popolazioni civili e la distruzione di infrastrutture civili, oltre che l'astenersi da misure punitive, intimidatorie e di rappresaglia di carattere collettivo. I civili stanno pagando un prezzo sproporzionato per questo conflitto. Nell'immediato futuro, l'OCHA teme un ulteriore peggioramento della situazione umanitaria, con il proseguire dei bombardamenti israeliani e il danneggiamento delle infrastrutture e dei servizi di base ancora non colpiti. Le Agenzie umanitarie delle Nazioni Unite ritengono che la situazione sul campo si commenti da sola e ritengono imprescindibile un'assunzione di responsabilità di tutte le parti coinvolte. Se non verranno immediatamente adottate misure urgenti si andrà in contro ad una crisi umanitaria di vasta portata, con gravi conseguenze per le popolazioni per cui lavoriamo e le istituzioni attraverso cui operiamo.

Ultime notizie

Blocchiamo tutto!

22 Settembre 2025
Con lo sciopero generale di oggi, al quale come testata aderiamo, l'Italia intera si ferma per Gaza.

Fumetti per la Pace, ecco il concorso Peace is Pop!

21 Settembre 2025
Atlante delle guerre e dei conflitti del Mondo, insieme al Piccolo Museo del Giocattolo, lanciano il contest "Peace is Pop! Fumetti per la Pace".

Mio fratello Ibrahim

20 Settembre 2025
Un pellegrinaggio sui campi da rugby italiani, con lo scopo di condividere e raccontare le capacità riabilitative, propedeutiche e inclusive della palla ovale. (Matthias Canapini) 

Il Punto - Si muore nel silenzio

19 Settembre 2025
I palestinesi sono soli, entriamo nel giorno 1.303 dall’invasione russa in Ucraina, e altrove, si muore nel silenzio dei media. (Raffaele Crocco)

La Sicilia ha sete

18 Settembre 2025
La Sicilia ha sete, e non da poco tempo. (Rita Cantalino)

Video

Serbia, arriva a Bruxelles la maratona di protesta di studenti per crollo alla stazione di Novi Sad