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Palestina: Israele attacca Gerico, sostegno da Chiesa inglese
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"Un fastidioso crimine che non può essere perdonato": così il presidente palestinese Abu Mazen (alias Mahmoud Abbas) ha definito l'operazione militare condotta ieri da Israele nel carcere di Aniha a Gerico, in Cisgiordania, dove oggi si è recato in visita al penitenziario distrutto. L'incursione delle forze armate dello Stato ebraico - che ha provocato anche la morte di due o tre poliziotti palestinesi e 280 arresti secondo fonti di Tel Aviv - è "un'umiliazione per il popolo palestinese e una violazione di tutti gli accordi" ha aggiunto Mazen, secondo il quale "gli arresti operati da Israele sono illegali". Per tutta la giornata nei territori palestinesi - da Nablus alla Striscia di Gaza - la popolazione ha partecipato allo sciopero indetto per protestare contro l'assalto al carcere, avvenuto dopo l'improvvisa partenza degli osservatori americani e britannici, che il presidente palestinese ha accusato di "complicità" con Israele - riporta l'agenzia Misna.
"Forte preoccupazione" è stata espressa in serata anche dalla presidenza di turno austriaca dell'Unione Europea, che chiede a israeliani e palestinesi "di esercitare la massima moderazione e di soppesare attentamente l'impatto delle loro azioni per prevenire un'ulteriore escalation"; il riferimento è anche al lancio di una ventina di razzi Qassam da parte di militanti palestinesi dalla Striscia di Gaza verso il territorio israeliano, senza provocare vittime né danni. Malgrado la condanna internazionale dell'assalto al penitenziario e il "dolore" espresso dal Segretario Generale dell'Onu Kofi Annan ad Abu Mazen, il presidente israeliano Moshe Katsav ha invece difeso l'attacco a Gerico.
Intanto, il Comitato israeliano contro la distruzione di abitazioni nei territori occupati (Israeli committee against house demolitions, Icahd) ha espresso apprezzamento per la decisione dell'arcivescovo di Canterbury, Rowan Williams, di appoggiare la mozione, emessa il 6 febbraio scorso dal Sinodo della Chiesa d'Inghilterra, per "investimenti moralmente responsabili" e in particolare "per disinvestire dalle ditte che traggono profitti dall'occupazione illegale, come la Caterpillar Inc." - segnala sempre l'agenzia Misna.
In una lettera inviata all'arcivescovo, Jeff Halper, rappresentante dell'Icahd, ha auspicato che "l'appello della sua Chiesa a disinvestire nella Caterpillar possa risuonare con la tradizione profetica del nostro popolo così che i leader degli ebrei britannici si uniscano alla sua iniziativa" e ha sottolineato: "Ciò che ci unisce è la comprensione che o israeliani e palestinesi raggiungono una giusta pace oppure entrambi i popoli continueranno nella loro spirale di violenza e sofferenza".
In risposta a coloro che avevano frainteso il sostegno dato da Rowan Williams all'iniziativa, al punto che il rabbino capo britannico Jonathan Sacks aveva chiesto chiarimenti, l'esponente dell'Icahd ha precisato: "Come israeliani e ebrei deploriamo anche le dichiarazioni di coloro che hanno etichettato i membri del Sinodo, lei compreso, come antisemiti. È inconcepibile per noi, anzi in realtà lo troviamo grottesco - ha aggiunto - che ebrei che hanno sofferto sradicamento e esilio possano difendere la demolizioni di migliaia di case o qualsiasi aspetto dell'occupazione".
L'azienda statunitense Caterpillar produce gli imponenti bulldozer D-9 e D-10 che hanno l'esplicito scopo di demolire le abitazioni palestinesi e le loro macchine sono vendute a Israele come equipaggiamento militare; il Sinodo della Chiesa anglicana deteneva una quota nell'industria, ma il mese scorso ha deliberato il via libera alla vendita di 2,5 milioni di sterline in azioni. Delle 12.000 abitazioni palestinesi demolite da Israele nei territori occupati dal 1967 meno del 5% sono dovute a motivi di sicurezza, mentre nel 95% dei casi le famiglie coinvolte sono innocenti.