Pacchetto sicurezza: profonda preoccupazione di MSF

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Medici Senza Frontiere (MSF) esprime "profonda preoccupazione" per alcuni punti contenuti nel "pacchetto sicurezza" approvato il 21 maggio scorso dal Consiglio dei Ministri. "MSF è sconcertata dall'intento, previsto nel disegno di legge, di estendere a 18 mesi (dagli attuali due) il tempo massimo di permanenza all'interno dei Centri di Permanenza Temporanea e di Assistenza (CPTA), di introdurre il reato di immigrazione clandestina" - riporta il comunicato di MSF.

Come emerso dal rapporto prodotto dalla Commissione del Viminale per la verifica della funzionalità dei centri di permanenza temporanea per immigrati del 2007 presieduta dall'ambasciatore Steffan De Mistura, il raddoppio da 30 a 60 giorni del periodo di permanenza all'interno di un CPTA, non ha prodotto nessun incremento sostanziale del numero delle identificazioni e quindi delle procedure di espulsione.

Nel 2004, nel rapporto "Centri di Permanenza Temporanea e Assistenza. Anatomia di un fallimento", MSF, unica organizzazione non governativa indipendente ad essere entrata nei CPTA, denunciava le condizioni inaccettabili di questi centri, all'interno dei quali si verificavano abusi da parte delle forze dell'ordine, utilizzo incongruo di psicofarmaci, episodi di autolesionismo e un'assoluta incapacità di garantire standard minimi di accoglienza.

"Temiamo che con l'estensione a 18 mesi del periodo massimo di permanenza all'interno dei CPTA, le condizioni di vita e di salute delle persone trattenute non possano che peggiorare", dichiara Loris De Filippi, responsabile dei progetti di MSF Italia. "Nonostante oggi siano presenti organismi di tutela all'interno dei CPTA - prosegue De Filippi - chiediamo che venga nuovamente garantito a Medici Senza Frontiere, l'accesso ai CPTA per potere monitorare l'effettivo rispetto di condizioni di salute adeguate per i migranti".

Con l'introduzione del reato di immigrazione clandestina si creerebbe un esercito di persone penalmente perseguibili. In base ai dati forniti dal Ministero dell'Interno, oggi in Italia sarebbero presenti oltre 500 mila migranti irregolari rimasti esclusi dall'ultima domanda per ottenere il permesso di soggiorno prevista dal cosiddetto "decreto flussi" dello scorso novembre. A questi vanno aggiunti tutti coloro che non hanno mai presentato la domanda.

MSF ritiene che l'introduzione del reato di immigrazione clandestina porterebbe ad una ulteriore precarizzazione delle condizioni di vita di centinaia di migliaia di persone, con pesanti conseguenze sulle loro condizioni e di salute. "Temiamo che l'introduzione del reato di immigrazione clandestina possa ulteriormente esacerbare la situazione di sfruttamento dei migranti irregolari impiegati come lavoratori stagionali", continua Loris De Filippi, "rendendoli ancora più vulnerabili di fronte a fenomeni di abuso e di sfruttamento, e ostacolando ulteriormente l'accesso alle cure, cui tutti gli stranieri, anche irregolarmente presenti, hanno diritto secondo quanto stabilito dalla legge Bossi-Fini".

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