Ossezia: è guerra sulle rotte caucasiche del petrolio europeo

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E' conflitto aperto in Ossezia del Sud, repubblica secessionista filorussa, tra truppe georgiane, separatisti e esercito russo. I dirigenti separatisti parlano di una devastazione quasi totale della capitale Tskhinvali e denunciano un bilancio di 1400 vittime. Il presidente della Georgia Mikhail Saakashvili ha chiamato i riservisti alla mobilitazione generale, accusando la Russia di aver inviato propri aerei per bombardare città georgiane. La Russia a sua volta ha chiesto ieri una riunione urgente del Consiglio di Sicurezza, accusando la Georgia della ripresa degli scontri e dell'uccisione di propri peacekeepers a Tskhinvali.

Stati Uniti ed Unione Europea hanno deciso di inviare una delegazione congiunta per tentare di risolvere il conflitto, mentre la Nato, attraverso il suo Segretario generale, Jaap de Hoop Scheffer, ha cercato un dialogo con le parti per un'immediata fine delle ostilità. Il presidente americano George W. Bush ha ribadito il sostegno degli Stati Uniti a Tbilisi "in difesa dell'integrita' territoriale georgiana" ed ha chiesto un "immediato cessate il fuoco". Al Palazzo di Vetro di New York è stata convocata una nuova riunione straordinaria del Consiglio di Sicurezza, dopo quella di ieri, in cui non si era riusciti ad arrivare ad una dichiarazione congiunta sul cessate il fuoco. Da Ue, Osce e Nato sono giunti forti appelli per sospendere gli attacchi e avviare colloqui diretti. Ma Mosca ha inviato una nota ai Paesi Nato chiedendo che non si dia più sostegno al presidente georgiano, che ha scatenato "un'aperta aggressione accompagnata da una guerra massiccia e propagandistica".

La situazione era "a rischio da lungo tempo" riporta l'Osservatorio sul Caucaso. Nei mesi scorsi una serie di attentati e scontri a fuoco hanno provocato diverse vittime e aumentato la tensione nelle regioni secessioniste di Abkhazia e dell'Ossezia del Sud. E durante lo scorso fine settimana ci sono stati intensi scontri a fuoco tra le due parti che hanno coinvolto Tskhinvali e diversi villaggi attorno alla capitale. I combattimenti sono durati diverse ore e si sono svolti in più riprese nella serata di venerdì e nella notte di sabato. "Il dialogo tra Ossezia del Sud e Georgia è in stallo da mesi perchè le parti non trovano accordo sulla forma che le negoziazioni dovrebbero seguire" - riporta Maura Morandi. La Joint Control Commission (JCC) è l'organo negoziatore ufficiale per il processo di pace in Ossezia del Sud composto da rappresentanti di Georgia, Ossezia del Sud, Russia e Ossezia del Nord.

La crisi nel Caucaso spaventa la comunità internazionale: un milione di barili di petrolio al giorno dell'oleodotto Baku-Tiblisi-Ceyhan diretti verso occidente sono messi a rischio dal conflitto. In funzione da oltre un anno, l'oleodotto attraversa per quasi 250 chilometri la repubblica caucasica ed è l'unica pipeline dall'Asia centrale che non proviene nè dall'Iran nè dalla Russia, perchè parte dall'Azerbajan per fornire Stati Uniti ed Europa. Il consorzio che lo ha costruito, formato dall'inglese Bp e dalla statunitense Chevron con una partecipazione anche dell'Eni, si è detto "preoccupato" per un investimento costato finora tre miliardi di dollari. Il rischio di un atto di sabotaggio viene considerato elevato se le ostilità proseguiranno. Tra le società che gestiscono l'oleodotto, la BP è infatti quella che ha la parte del leone, con una partecipazione del 30%. Accanto alla multinazionale inglese poi la Socar, l'industria petrolifera di stato azera, con il 25%, e a seguire altre nove società, americane, turche, giapponesi, saudite, la francese Total e l'italiana Eni che ha nel progetto una partecipazione del 5%. La scorsa settimana vi è stato un attacco contro l'oleodotto ad opera di un commando del Pkk in Turchia dove l'oleodotto continua la sua strada verso il Mediterraneo. [GB]

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