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Op. Colomba: rimpatriato il bolzanino ferito dai coloni
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Bocca chiusa per più di 3 settimane al giovane Casco Bianco aggredito da coloni. Aperta l'inchiesta sull'attacco dei coloni dopo l'arresto di uno dei responsabili. Johannes Steger, il giovane Casco Bianco di Bolzano coinvolto, il 16 Febbraio scorso, nell'attacco da parte di alcuni coloni di Havat Ma'on ad un gruppo di pastori e volontari nel villaggio di At-Tuwani, è stato ricoverato presso l'ospedale di Bolzano dove gli è stata chiusa la bocca e fissata la mandibola a causa delle fratture subite durante l'aggressione. Permane la lesione alla retina e lo stato di amnesia sui fatti a lui accaduti. L'arresto di uno dei presunti responsabili dell'aggressione ha dato il via all'apertura di un'inchiesta da parte delle autorità Israeliane che ha permesso, nella giornata di martedì 22 febbraio, di fronte alla Corte di Beer Sheva, la deposizione delle testimonianze di due delle volontarie coinvolte.
Nei giorni successivi all'aggressione le associazioni pacifiste israeliane ( Ta'ayush, i Rabbini per i diritti umani, Machsom Watch, B'tselem) e vari gruppi di volontari internazionali hanno dimostrato la loro solidarietà e il loro sdegno per l'accaduto, alcuni manifestando tutti insieme nei pressi dell'insediamento di Ma'on. Ha inoltre espresso la loro solidarietà la Piattaforma per le ONG italiane per la Palestina. Le autorità militari e politiche chiamate a rispondere sull'utilizzo dei pascoli e delle terre intorno al villaggio di At-Tuwani dopo l'accaduto, hanno dichiarato quell'area zona militare chiusa, con la conseguente impossibilità per i palestinesi di utilizzarla. Ciò però non varrà per i coloni che se ne sono appropriati illegalmente coltivandone le terre.
Lunedì 21 febbraio, il Governo Israeliano ha approvato il cambiamento del tracciato del Muro, spostandolo sulla Green Line nell'area sud di Hebron, con conseguente annessione delle colonie nei possibili, futuri territori palestinesi. Questo ha provocato un aumento della tensione tra coloni e Stato d'Israele e conseguentemente tra coloni e popolo palestinese. La notte del rientro in Italia ( 22 Febbraio), Johannes Steger è stato sottoposto per più di un'ora a controlli e interrogatorio, gli sono stati fatti togliere i vestiti, non gli è stato concesso di potersi sedere nonostante le condizioni cliniche critiche e le certificazioni mediche presentate alla polizia di frontiera. Il Consolato di Gerusalemme non ha potuto farsi carico del trasporto di Johannes in aeroporto, nè l'ambasciata di Tel Aviv, ha potuto far nulla per evitare a Johannes il trattamento subito all'aeroporto.
I volontari dell'Operazione Colomba ringrazia la Dott.ssa Tofano e la Dott.ssa Blima (Ambasciata Italiana) per la loro presenza a fianco di Johannes nei momenti difficili. Si ringrazia inoltre il Dott. Recchia ( Ufficio OCHA di Hebron) per il sostegno e l'aiuto concreto dato.