Onu: ultimatum al 31 agosto per il nucleare iraniano

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Le preoccupazioni della comunità internazionale sul programma nucleare iraniano non sono al momento tali da richiedere discussioni su sanzioni contro Teheran. Lo annuncia la Reuters riportando le parole del ministro russo della Difesa Sergei Ivanov che, parlando ai giornalisti in un intervento televisivo, ha affermato che in qualsiasi caso nel passato le sanzioni hanno dimostrato di essere una pratica internazionale inefficiente. "Inoltre ritengo che al momento il problema non sia così serio per il Consiglio di Sicurezza o il sestetto da spingere a prendere in considerazione l'introduzione di sanzioni. La Russia è favorevole a portare avanti sforzi diplomatici e politici per risolvere il problema" - ha detto Ivanov mentre si trovava nell'estrema Russia orientale.

Tre giorni fa il negoziatore iraniano per il nucleare, Ali Larijani, ha presentato ai 5 ambasciatori del Consiglio di Sicurezza Onu (Gran Bretagna, Cina, Russia, Francia e Svizzera - che rappresenta gli interessi americani in Iran) più la Germania le risposte al pacchetto di incentivi economici offerti a Teheran in cambio dell'abbandono del suo programma nucleare. Larijiani ha affermato che l'Iran è pronto a un "dialogo serio" - riporta Asianews. Sull'Iran pesa la richiesta dell'Onu di terminare i processi di arricchimento del nucleare iraniano entro e non oltre il 31 agosto.

La proposta dei "5+1" contiene incentivi economici, fra cui l'offerta di un reattore ad acqua leggera e una provvista a lunga scadenza di combustibile nucleare. In più si afferma il riconoscimento del diritto di Teheran a perseguire una tecnologia nucleare, con la richiesta del blocco dei processi di arricchimento dell'uranio, passibili di essere utilizzati per costruire bombe e venduti ad altri paesi della regione. È stato proprio il ritardo dell'Iran nel rispondere alle offerte - continua Asianews - che ha portato il Consiglio di Sicurezza a votare l'ultimatum del 31 agosto.

Non si conosce il contenuto delle risposte di Larijiani, ma pare che Teheran non voglia piegarsi alle richieste del Palazzo di Vetro,definendo l'ultimatum "illegale edi nessun valore". L'Ayatollah Khamenei, capo spirituale e politico della Repubblica islamica, ha dichiarato che l'Iran è deciso nell'andare avanti con il suo programma nucleare, nonostante i veti del Consiglio di Sicurezza.

Per ribadire la posizione, è stato negato l'accesso degli ispettori Onu al sito nucleare sotterraneo di Natanz. Se, da una parte, la portavoce della Casa Bianca Emily Lawrimore aveva anticipato la risoluzione degli Stati Uniti di muoversi all'interno delle Nazioni Unite per imporre sanzioni in caso di mancato rispetto del mandato del Consiglio di Sicurezza (posizione ripresa ufficialmente da George W. Bush), l'apertura di Teheran al dialogo sul pacchetto sembra far perdere mordente all'ultimatum. Oltre alla Russia, contraria alle sanzioni, anche la Cina ha dichiarato che occorre "calma, pazienza, flessibilità".

Gli abitanti di Teheran, secondo fonti di RaiNews24, si dicono preoccupati dalle possibili sanzioni Onu: la gente teme in particolare le ripercussioni immediate sull'economia del paese. I dirigenti della Repubblica Islamica, riporta RaiNews24, continuano invece a ribadire che non ci sarà alcun embargo e che, nel caso ci fosse, a pagarne il prezzo saranno soprattutto i paesi che applicheranno le sanzioni.

"Non dovete essere preoccupati, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite non voterà mai sanzioni economiche contro il nostro paese" sono le parole di Larijani alla televisione di Stato. "E se poi, presi da un attacco di follia, voteranno per le sanzioni economiche - ha aggiunto - il costo più alto sarà pagato proprio dai paesi che oggi intrattengono rapporti economici con l'Iran".

Fonte: Asianews

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