Onu: nel nuovo Consiglio dei diritti umani anche paesi violatori

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"Fallisce l'obiettivo del nuovo Consiglio dei diritti dell'uomo dell'ONU, che avrebbe dovuto evitare la presenza di membri violatori della carta dei diritti dell'uomo e delle convenzioni internazionali sui diritti" - riporta l'Osservatorio sulla legalità. Cina, Cuba, Arabia Saudita, Tunisia, Nigeria e Pakistan sono infatti stati eletti ieri quali membri del Consiglio voluto da Kofi Annan al posto della vecchia Commissione, più grande e con minori poteri. L'Iran si era candidato ma non è stato eletto, mentre gli USA non sono candidati essendosi opposti alla formazione del Consiglio con le nuove.

Secondo Human Rights Watch (Hrw), sebbene i Paesi sopra citati non abbiano le carte in regola, il nuovo Consiglio "rappresenta comunque un passo nella giusta direzione" rispetto alla screditata vecchia Commissione di Ginevra. "Non è una garanzia di successo ma è un passo nella giusta direzione" - ha dichiarato dopo il voto Kenneth Roth, direttore newyorchese di Human Rights Watch, secondo cui, anche con paesi come Cuba dentro, il nuovo Consiglio sarà "significativamente meglio" della Commissione che ha cessato di esistere in marzo, a causa delle regole di voto più severe e di un processo di revisione tra gruppi regionali che ha impedito ai peggiori trasgressori di presentarsi. "È da notare che tutti gli eletti si sono impegnati al rispetto dei diritti umani e sono tenuti a rispettarli. È un nuovo principio importante, che chi viene eletto si vede giudicare per quel che fa in patria" - ha detto il presidente dell'Assemblea Generale Jan Eliasson dopo il voto.

Anche Amnesty International, pur congratulandosi con i primi membri eletti del Consiglio per i diritti umani, dichiara che "gli Stati eletti coinvolti in gravi violazioni dei diritti umani e che in passato non hanno cooperato pienamente con i meccanismi sui diritti umani istituiti dalla precedente Commissione devono migliorare il loro operato in tema di diritti umani e ottemperare ai loro precisi obblighi di rispettare i più alti standard nella promozione e protezione dei diritti umani. Le organizzazioni per i diritti umani monitoreranno se e come queste promesse saranno tradotte in realtà". Amnesty International sottolinea inoltre che "queste sono state le prime elezioni di un organismo delle Nazioni Unite con la maggioranza assoluta richiesta dei voti dell'Assemblea Generale: ogni nuovo membro del Consiglio ha dovuto ottenere almeno 96 voti a favore. Un ulteriore passo avanti rispetto alle procedure del passato".

Delle oltre 60 nazioni che si erano presentate, l'elezione ha comunque escluso quelle i cui governi sono considerati dagli attivisti tra i responsabili delle maggiori violazioni dei diritti umani. In tutto erano in palio 47 seggi: ne sono stati attribuiti 44, con i restanti tre da assegnare ancora al gruppo dell'Europa dell'Est, dove sui sei posti in gara solo tre sono stati definiti (Russia, Polonia e Repubblica Ceca). Le votazioni assegnavano i seggi su base regionale: 8 all'America Latina, 13 all'Africa, 13 all'Asia, 6 all'Europa orientale, 7 a un gruppo che comprende l'Europa occidentale e Stati Uniti, Canada e Israele.
Il nuovo Consiglio per i Diritti Umani si insedierà a Ginevra il 19 giugno. Per l'Europa sono risultati eletti Germania (con 154 voti), Francia (150), Gran Bretagna (148), Svizzera (140), Olanda (137), Finlandia (133) e Canada (130).

Come detto gli Stati Uniti non erano in corsa, convinti che il nuovo Consiglio non offra garanzie sufficienti, ed il segretario generale dell'Onu Kofi Annan si era detto "deluso" della decisione americana. Cuba ha sbaragliato con 135 consensi mentre ben 149 paesi hanno votato il Pakistan e 146 la Cina.
Per l'Africa del sud sono stati eletti fra gli altri Algeria, Marocco, Nigeria, Senegal e Tunisia. Fra i 13 membri dell'Asia, oltre alla Cina e l'Arabia Saudita, Bangladesh, Corea del sud, India, Indonesia, Giappone, Giordania, Pakistan, Filippine e Sri Lanka. Il Consiglio si riunirà la prima volta il 19 giugno. La sua composizione dopo questa elezione fa dunitare dell'efficacia della sua azione, anche se ogni nuovo membro deve impegnarsi solennemente a rispettare i diritti dell'uomo e sottoporre periodicamente all'esame del Consiglio il suo operato in materia.

Nella precedente Commissione, composta da 53 membri, figuravano - oltre a Cuba, Cina e Tunisia - anche Iran, Sudan, Eritrea e Nepal. La Commissione era stata molto criticata, oltre che per queste presenze, per la tendenza a condannare i piccoli Paesi e non quelli più potenti e per aver eliminato dai consulenti della commissione le ONG per la libertà di stampa che ne avevano criticato la mancata condanna di alcuni Stati membri notoriamente durissimi con i dissidenti e i giornalisti d'inchiesta. [GB]

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