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Onu Popoli: le promesse di Prodi e la riforma dell'Onu
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E' stato dedicato alle proposte per un Governo di Pace l'inizio della 6° assemblea dell'Onu dei Popoli che si tiene a Perugia, in preparazione della Marcia. All'incontro hanno partecipato oltre 200 ospiti internazionali e i rappresentanti delle maggiori organizzazioni della società civile italiana. Dopo i discorsi delle autorità e degli ospiti internazionali, conclusi da Eveline Herfkens, coordinatrice delegata da Kofi Annan per la Campagna delle Nazioni Unite "No Excuse 2015", è stato presentato il Rapporto sulla politica estera e di difesa dell'Italia, preparato dalla Tavola della Pace. Si è aperto il dibattito coordinato dal giornalista di Rai Tre Giovanni Floris, che ha visto il professor Romano Prodi rispondere alle domande degli esponenti della società civile italiana sulle questioni più complesse della politica estera italiana (tra queste: pace, medio oriente, cooperazione internazionale, Iraq, Iran, ambiente, commercio e debito estero, Europa, immigrazione).
"La Costituzione va rispettata: l'articolo 11 dice che l'Italia ripudia la guerra, e l'Italia deve ripudiare la guerra", ha detto Prodi, ribadendo la scelta del ritiro delle truppe dall'Iraq, da realizzare in tempi certi . A proposito della crisi con l'Iran, Prodi ha parlato della necessità di una soluzione diplomatica, mentre sull'impegno per gli Obiettivi di sviluppo del Millennio ha dichiarato di voler rispettare gli impegni a suo tempo presi dall'Italia di dedicare lo 0,7% del PIL per la lotta alla povertà. "Il dialogo tenutosi oggi è stato importante, ma segna solo un inizio", ha dichiarato Flavio Lotti, coordinatore della Tavola della pace. "I temi trattati sono molto complessi, si possono trovare punti in comune solo attraverso un confronto che si deve aprire".
"Sono parole importanti che accogliamo con favore ma anche nella consapevolezza che, troppo spesso, in tema di lotta alla povertà le promesse dei responsabili di governo non hanno avuto conseguenza nella pratica" ha dichiarato Marco De Ponte, Segretario Generale di ActionAid International. Destinare lo 0,7% del PIL all'aiuto allo sviluppo è un impegno solennemente sottoscritto in sede internazional che però ben pochi paesi si accingono a onorare. L'Italia, in particolare, anziché accrescere il suo contributo l'ha ulteriormente diminuito, e attualmente destina solo lo 0,15% del suo PIL allo sviluppo, ultimo tra i paesi dell'OCSE.
Ma un altro punto rimane scoperto ed è quello della Riforma dell'Onu. Il senatore Francesco Martone, che partecipa ai lavori dell'Assemblea dell'Onu dei Popoli, chiede al Governo italiano che venga immediatamente a riferire in Parlamento circa gli sviluppi del negoziato sulla riforma delle Nazioni Unite, le cui prospettive potrebbero essere seriamente compromesse dalle proposte di emendamento avanzate dall'ambasciatore americano Bolton, e sulla posizione che il govenro italiano intende rappresentare in quella sede.
"Il governo italiano porti a New York la voce dei movimenti e della società civile: cancellazione del debito totale ed incondizionata, riduzione delle spese militari e disarmo, revisione profonda delle regole e del mandato del Fondo Monetario e della Banca mondiale, ripensamento radicale del ruolo dell'Organizzazione Mondiale del Commercio e creazione di un Consiglio di Sicurezza Economico e Sociale, introduzione effettiva di tasse globali sulle transazioni finanziarie per aumentare i fondi per la lotta alla povertà" ha detto Martone commentando i dati del rapporto Undp, chiedendo che "l'Unione dia priorità a questi punti nel suo programma di politica estera".[AT]
Fonte: Tavola della pace, Ecogiustizia, ActionAid International