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Ong italiane: nota sulla proposta di legge sulla cooperazione
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In vista della discussione sulla proposta di legge di riforma della cooperazione, l'Associazione Ong italiane Associazione Ong italiane presenta una nota che segnala "alcuni elementi fondamentali che devono caratterizzare le attività di cooperazione allo sviluppo". "Lo sviluppo è una questione di donne e di uomini, essi devono essere il fine di ogni iniziativa e diventare protagonista dello sviluppo proprio e della propria nazione. E' fondamentale affermare e concretamente riconoscere la centralità delle risorse umane, in ogni ambito operativo" - afferma la nota dell'Associazione che raggruppa 163 organizzazioni non governative italiane.
Ecco il testo completo
Dopo tanti anni di esperienze sul campo - in gran parte positive - siamo in grado di segnalare alcuni elementi fondamentali che devono caratterizzare le attività di cooperazione allo sviluppo:
- lo sviluppo è una questione di donne e di uomini, essi devono essere il fine di ogni iniziativa e diventare protagonista dello sviluppo proprio e della propria nazione. E' fondamentale affermare e concretamente riconoscere la centralità delle risorse umane, in ogni ambito operativo;
- lo sviluppo è un cammino di corresponsabilità in cui l'educazione gioca un ruolo fondamentale e strategico perché tutte le persone coinvolte possano valorizzare le loro capacità e i loro talenti;
- lo sviluppo è costruzione di pari opportunità di movimento nel mondo
- la cooperazione allo sviluppo è quindi una modalità di relazione tra popoli e non esclusivamente tra Governi, tesa al superamento della povertà e della emarginazione per la costruzione della pace nel mondo;
- la cooperazione allo sviluppo si caratterizza perché è fondata sulla capacità progettuale, la professionalità, la valorizzazione del capitale umano, la crescita di un soggetto locale. Per questo non è identificabile con qualsiasi forma di solidarietà internazionale.
Una cooperazione che va oltre il semplice dato economico per mettere l'attenzione sullo sviluppo integrale della persona umana e sui suoi diritti fondamentali, sullo sviluppo autonomo locale e sulla giustizia distributiva e supera ogni idea assistenziale della lotta alla povertà.
Dunque le due parole nuove che la legge deve mettere al centro sono: partenariato duraturo, al posto di aiuto, approccio corale della intera società civile e degli enti locali, al posto del bilateralismo o del puro intervento economico statale.
Per garantire la trasparenza nell'uso dei fondi pubblici, è opportuno una netta separazione fra programmazione e decisione di spesa, attuazione dei programmi e controllo dell'efficacia dell'intervento, perciò qualsiasi sia l'ente gestionale, dovrà limitare a pochi casi specifici la "gestione diretta" dei programmi di intervento, attenendosi con coerenza al principio di sussidiarietà nella assegnazione dei progetti.
Fatte queste premesse, l'Associazione ONG Italiane sottolinea che:
a) La legge sia di orientamento, programmazione e indirizzo, non già vaga o ambigua, ma eviti di legiferare su argomenti di dettaglio o soggetti a rapidi mutamenti. Rimandi dunque in larga misura a disposizioni ministeriali o regolamenti applicativi e normative secondarie più facilmente adattabili al mutare delle situazioni.
b) La cooperazione è una componente fondamentale e qualificante delle relazioni internazionali del nostro paese, dunque della politica estera. Mantenere rapporti internazionali attraverso atti e rapporti di cooperazione e di partenariato, oltre la sola diplomazia, oltre i rapporti di forza, qualifica decisamente la politica estera.
c) E' necessaria l'unitarietà della direzione politica che deve fare capo al MAE che metterà in atto tutti i coordinamenti necessari alla migliore attuazione delle azioni;
d) La legge deve prevedere un Vice ministro delegato, che partecipi al Consiglio dei Ministri e che in accordo con il Ministro degli esteri la gestisca con autorevolezza e ne garantisca la coerenza politica. Il Viceministro potrà costituire anche un adeguato livello di coordinamento di tutte le attività di cooperazione svolte anche da altri ministeri.
e) Venga istituito per l'attuazione della politica di cooperazione un fondo unico per l'APS in armonia con gli impegni assunti in sede internazionale, gestito dal MAE, di concerto con il MEF in tutti i casi necessari. Certezza dei finanziamenti su base triennale e trasferimento dei fondi residui nello stesso capitolo dell'anno successivo;
f) Ci sia il ripristino della contabilità speciale, già prevista nell'art. 14 della legge 49, abrogata con la legge 59 del 1993;
g) La cooperazione e l'APS non deve essere in alcun modo subordinata alla promozione del commercio e degli investimenti italiani e sia del tutto svincolata dall'obbligo di fornitura di beni e servizi italiani, raccogliendo la raccomandazione del Parlamento europeo di abbandonare la pratica del cosiddetto "Aiuto legato".
La cooperazione e l'APS esclude ogni intervento a sostegno di operazioni militari o di polizia internazionale, anche nell'ambito di operazioni decise in sede di organizzazioni internazionali le quali potranno essere considerate all'interno di altri capitoli del bilancio pubblico dello Stato.
h) Si stabilisca la costituzione di un ente gestionale e programmatico (p.es. un' Agenzia) snello, efficiente, capace di valorizzare i soggetti reali e non di sostituirli o di usarli come meri strumenti attuativi di progetti; Che attui effettivamente il principio di sussidiarietà nella realizzazione degli interventi.
Lo strumento pubblico della Cooperazione deve garantire capacità di coordinamento fra i molti soggetti attivi nella cooperazione e la programmazione delle attività, gestire le risorse del fondo unico con la snellezza ed efficienza richiesta da questa attività: Dovrà essere dotato, quindi, di larga autonomia gestionale, amministrativa e finanziaria e svincolarsi dalle norme ordinarie della pubblica amministrazione. Le Ong italiane non sono interessate ad un'agenzia che non abbia queste caratteristiche.
i) Gli interventi di emergenza umanitaria rientrano nelle politiche di partenariato e co-sviluppo, e di norma sono gestiti dagli stessi soggetti che mantengono relazioni di lungo periodo, ma per le attività di primo soccorso rivolto a salvare direttamente la vita delle persone colpite da calamità, il MAE potrà richiedere l'intervento della Protezione Civile in grado di intervenire efficacemente in poche ore. Lo stato eviti di promuovere la raccolta di fondi privati, sostenendo invece con ogni facilitazione di tipo normativo e fiscale l'impegno alla società civile in quella direzione.
l) Sia riconosciuto con coerenza l'importanza dell'azione di cooperazione svolta dalle Regioni, EELL, Università, altri enti pubblici in generale, organizzazioni non profit della società civile (in primo luogo delle Ong per le quali sia istituito apposito albo di riconoscimento che non disperda le esperienze e le capacità accumulate nel tempo), che insieme allo Stato costituiscono il "sistema nazionale della cooperazione".
Sia riconosciuto e previsto l'apporto delle associazioni dei cittadini immigrati e facilitato l'impiego di essi nella realizzazione dei progetti. Estendendo fra l'altro il diritto di impiego in programmi Ong di cittadini stranieri incluso quelli extracomunitari.
Siano definiti "soggetti promotori della cooperazione" tutti quegli enti pubblici e privati no profit che condividono gli obiettivi della legge e in quello spirito intrattengono rapporti duraturi di partenariato con loro omologhi dei paesi del Sud, da soli o in rete con altri, e sia loro concesso, nel proprio ambito il diritto alla "promozione" di progetti di cooperazione.
Siano definiti "soggetti attuatori", quegli enti pubblici e privati, anche profit, in grado di realizzare programmi definiti dall'agenzia in accordo con i partner del Sud, e messi a bando per la realizzazione.
Sia riconosciuto e sostenuto il ruolo del volontariato sia in Italia (per la sensibilizzazione della opinione pubblica e promozione dei progetti) sia all'Estero, per contribuire ad arricchire le relazioni di partenariato e contribuire ai progetti, in raccordo con la recente legge sul Servizio Civile Volontario. Siano mantenute le tutele e le garanzie fin qui previste estendendo al settore privato le possibilità di collocamento in aspettativa; introducendo inoltre delle norme contro la doppia imposizione e prevedendo una adeguata franchigia fiscale per le spese locali sostenute dai volontari.
m) Vista la tradizionale e positiva coralità degli interventi di cooperazione internazionale è necessario istituire momenti di dibattito pubblico, coordinamento e programmazione generale attraverso una consulta nazionale che coinvolga le rappresentanze del "sistema nazionale della cooperazione", anche garantendo una loro partecipazione negli organi di programmazione e controllo dell'ente gestionale.
n) Sia dato opportuno rilievo alle attività in Italia e in Europa per la sensibilizzazione della opinione pubblica, per la educazione allo sviluppo, la costruzione di partenariato a Nord e fra nord e sud, la promozione di campagne tematiche, considerandolo elemento integrante dell'attività di cooperazione internazionale
n) Siano stabilite adeguate norme transitorie per evitare ogni paralisi dell'attività di cooperazione durante il periodo di messa a punto delle nuove normative.
Roma, 30 ottobre 2007