Oltraggioso GATS

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Antigua batte gli USA nella causa sul gioco d'azzardo ma c'è poco da godere. Non si tratta di una vittoria di Davide contro Golia ma del GATS contro tutti noi. Un paio di mesi fa, nel novembre 2004, la corte WTO allestita per dirimere la causa fra Antigua e Stati Uniti d'America sul gioco d'azzardo, ha pubblicato la sua sentenza, spiegando perché ha dato ragione alla piccola isola dei Caraibi. Il commento alla sentenza da parte di Robert Zoellick, commissario USA al commercio, in procinto di far le valige per un posto al Dipartimento di Stato, è stato lapidario: "assolutamente oltraggiosa". Cosa centra il gioco d'azzardo col GATS? Centra, o meglio, rientra nella categoria delle "altre attività ricreative", categoria che gli USA inserirono nella loro lista di impegni nel firmare nel 1994 gli accordi di Marrakesh, GATS compreso.

Cosa centra Antigua con la gestione di questa attività negli USA?
Centra perché via internet da qualsiasi parte del globo si può vendere questo servizio attraverso casinò virtuali e quant'altro, in qualsiasi stato del pianeta e Antigua ha contestato agli USA che in alcuni suoi stati federali vi sono leggi che lo impediscono.
Antigua ha fatto rilevare che negli ultimi quattro anni molti posti di lavoro in questo settore sono stati persi, sostenendo che le leggi americane recentemente varate per precludere il gioco d'azzardo via internet sono una della cause principali di questo declino.

Prima morale della favola: il GATS limita la sovranità dei governi di livello federale, regionale e locale, come avevamo sempre sottolineato.
La sentenza del panel WTO dice in sostanza che se anche alcuni stati hanno deciso di limitare o impedire il gioco d'azzardo, avendo gli USA inserito questo settore in quelli sottomessi alle clausole del GATS, la libertà legislativa di questi stati, su questo punto, è inibita. Federalismo addio.

Seconda morale della favola: le eccezioni alle regole del GATS non valgono nulla. Gli USA avevano infatti fatto appello, nella loro difesa, ad uno specifico articolo che permetterebbe delle eccezioni "necessarie" a difendere "la pubblica moralità". La sentenza ha riconosciuto che la legislazione USA serviva "interessi sociali molto importanti" ma, come avevamo letto in decine di sentenze GATT, gli USA non hanno valutato "ragionevoli alternative compatibili col WTO" e meno restrittive per il commercio.

Terzo morale della favola: Il diritto di ogni stato di "comandare a casa propria" va a farsi benedire.
Da sempre i nostri governi hanno risposto alle nostre richieste con la medesima litania: "il GATS non minaccia il diritto di ogni stato di regolare i servizi al proprio interno", acendo riferimento al preambolo dell'accordo che però tutti sanno non valere nulla rispetto agli articoli del testo in caso di controversia. La sentenza del Panel è micidiale: "la sovranità dei [paesi] membri a regolamentare è un pilastro essenziale della progressiva liberalizzazione del commercio nei servizi, ma questa sovranità termina quando i diritti degli altri membri sono ostacolati".

Quarta morale: i governi perdono ma le aziende vincono.
Se Il dipartimento al commercio USA si è infatti stracciato le vesti, dimenticandosi di essere in prima fila nel premere per la liberalizzazione del commercio elettronico, le imprese americane hanno reagito in maniera diametralmente opposta.
Un portavoce della MGM Mirage, un "conglomerato" di aziende del settore scommesse e gioco d'azzardo ha riferito al Wall Street Journal: "sto andando a scrivere una lettera di ringraziamento ad Antigua"; va anche detto che lo stato Caraibico nel sostenere la propria causa si è avvalsa della Mendel Blumenfeld, una società legale statunitense che vede fra i suoi clienti imprese di questo settore e l'europea Herbert Smith, che si propone come lobbista europea nel settore del gioco d'azzardo e che annovera fra i suoi consulenti l'ex commissario al commercio Lord Brittain.

Che succederà ora?

Gli USA sono ricorsi in appello e tutti attendono il nuovo definitivo verdetto verso la fine di febbraio. Per i governi dei paesi membri, si tratta di un campanello d'allarme in un momento decisivo dei negoziati per il rinnovo del GATS, che prevedono una sessione molto importante proprio nel prossimo mese a Ginevra e lo scambio delle nuove "offerte" entro fine maggio.
Oltraggiosa non è la sentenza, oltraggioso è il GATS e chi l'ha scritto.

Tratto da Tradewatch.it, l'Osservatorio sul commercio mondiale

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