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Ogm: dopo la Monsanto l'Ue indecisa sul bando
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La Commissione Europea, sotto la pressione dell'Organizzazione Mondiale del Commercio vuole eliminare i divieti nazionali alle produzioni agricole ogm nei paesi dell'Unione Europea. La proposta è in discussione oggi nel Consiglio dei ministri dell'ambiente che in occasione del Comitato sugli Ogm è stata respinta. La proposta riguarda le varietà di granoturco T25 e MON810 vietate in Austria; il granoturco Bt 176 proibito in Austria, Germania e Lussemburgo; la varietà MS1xRF1 di colza vietata in Francia, e quella di Topas 19/2 vietata in Francia e in Grecia. Se il Consiglio dei ministri dell'ambiente non raggiunge la maggioranza qualificata dei 2/3 per bloccare la proposta della Commissione, questa potrà confermare sua domanda di cessazione del bando, e gli Stati membri interessati avranno soltanto 20 giorni per fare appello e chiedere una nuova deroga. Per questo è importante che non si astengano, ma votino contro. Sul sito degli "Amici della Terra" è possibile trovare maggiori informazioni e firmare l'appello diretto al nostro ministro dell'ambiente, Altero Matteoli Matteoli.
Ma i ministri dovranno considerare che il rapporto confidenziale della Monsanto sugli effetti negativi del mais Ogm MON863 sulla salute dei topi che è stato reso pubblico da Greenpeace. L'alta corte amministrativa di Munster ha reso noti i documenti lunedì, dopo che Greenpeace aveva chiesto di avervi accesso in base alla normativa europea sull'informazione ambientale. Il giudizio rappresenta un precedente per le aziende che cercano di tenere nascoste le analisi di rischio sulle piante Ogm. "Il mais Ogm non dovrebbe essere ammesso come cibo o come mangime nei paesi europei. Gli standard di sicurezza nelle procedure europee di autorizzazione degli Ogm sono in generale inadeguati" afferma il professor Gilles Eric Seralini della Commissione di Stato francese sulla genetica biomolecolare, che è responsabile delle valutazioni dei rischi delle piante Ogm.
Anche il professor Arpad Pusztai, che ha già fatto una valutazione dei rischi del MON863 per il governo tedesco, afferma che questo mais non dovrebbe essere autorizzato: "Non si può pensare che i danni agli organi interni e al sangue dei ratti siano un caso. Gli esperimenti compiuti sono inadeguati e la valutazione dei dati non corretta, sono assolutamente necessarie altre indagini".
In questi anni, grazie alla forte opposizione, il numero di nuove autorizzazioni è sceso. Dopo che gli accordi internazionali sul commercio hanno imposto nel 2004 il ririto della moratoria all'Europa, non si è avuta l'impennata di investimenti sulle biotecnologie. Meno investimenti significa meno ricerca e quindi meno sementi. Casi isolati sono l'India e la Cina che hanno il peso demografico per sperimentare a piacere. Il Brasile dopo essere stato il maggior produttore ad approvare una legge per l'uso di sementi ogm è diventato il secondo produttore al mondo di soia ogm, con il 21-26% del raccolto brasiliano. Ma il porto brasiliano di Paranagua prosegue nel suo bando all'esportazione di soia ogm deciso a maggio, nonostante la decisione della Corte suprema dell'aprile scorso che impone all'autorità portuale di consentire la partenza di navi con prodotti biotech nelle stive. A maggio, l'autorità portuale aveva respinto 745 autoarticolati il cui carico era risulato positivo al test ogm. La settimana scorsa, la corte federale del Brasile ha deciso che il Ministero dei trasporti debba intervenire, facendo sì che da Paranagua possano ripartire i carichi OGM. Il ministero ha 90 giorni di tempo per attuare l'ordinanza. [AT]
Altre fonti: Greenplanet, Trade Watch