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Ogm: Spagna, il bio è contaminato e l'Ue è per lo 0,9%
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In Spagna, secondo un test effettuato dal Consiglio aragonese per l'agricoltura biologica (Caae), il 40% del granturco coltivato da aziende biologiche è risultato contaminato da organismi geneticamente modificati con una percentuale che va dal 0,23% al 1,9%. I tipi di contaminazione trovati corrispondono a geni introdotti in mais ibridi commercializzati da diverse imprese multinazionali. "Disgraziatamente possiamo dimostrare che le autorità non solo continuano a tollerare queste coltivazioni nonostante i gravi rischi per la salute, l'ambiente e l'agricoltura, ma anche che queste ultime stanno contaminando i raccolti degli agricoltori vicini, fatto che assume contorni anche più gravi nel caso di quelli biologici", ha spiegato Juan-Felipe Carrasco, responsabile della campagna contro gli OGM di Greenpeace. Da quattro anni in Spagna si vanno producendo diversi tipi di contaminazione attraverso l'impollinazione, l'inclusione di semi OGM in lotti di semi convenzionali, miscugli dei raccolti o mancanza di idonea pulizia di macchine e installazioni.
I risultati di questo test dimostrano una volta di più che la "coesistenza" non è possibile. A metà dicembre un cartello di 66 organizzazioni - tra cui Amici della Terra, Ecologisti in Azione, Greenpeace, l'Associazione che coordina le Organizzazioni Agrarie e dell'Allevamento (Coag) e l'Unione dei Piccoli Agricoltori - hanno richiamato il governo Zapatero in materia di biotech. Nella Carta si ricorda che dal 1998 in Spagna si seminano migliaia di ettari di mais geneticamente modificato, la cui coltivazione viene realizzata tramite condizioni amministrative e legali assolutamente scorrette oltre alla totale assenza di regolamenti e responsabilità in caso di complicazioni e di misure che impediscano le contaminazioni. In particolare le organizzazioni firmatarie considerano imprescindibile che il Governo tenga in considerazione il rifiuto della società in materia di OGM e prenda i provvedimenti opportuni per proibire le coltivazioni transgeniche nel momento in cui non sono controllati i meccanismi di approvazione degli stessi. A questo si aggiunge la richiesta che all'interno dell'UE, si opponga in maniera significativa alle iniziative favorevoli a un'introduzione massiccia degli OGM nel mercato internazionale.
Lo scorso 22 dicembre la Commissione europea ha adottato una proposta per un nuovo regolamento sulla produzione biologica, inteso a chiarificare la disciplina della materia dal punto di vista sia dei consumatori che degli agricoltori. I produttori di alimenti biologici saranno liberi di scegliere se utilizzare o meno il logo biologico UE. Secondo la proposta non potranno recare il marchio biologico i prodotti contenenti OGM, salvo in percentuale non superiore allo 0,9% per effetto di contaminazione accidentale.
"E' una polpetta avvelenata che rischia di mettere in pericolo il futuro del biologico" commenta Francesco Ferrante, direttore generale di Legambiente relativamente alla soglia di contaminazione accidentale da OGM del 0,9%". "Questa soglia di tolleranza mette in grave pericolo il biologico com'è stato concepito sinora dall'Europa e voluto dai consumatori. E' di fatto un tentativo di minare alle fondamenta il futuro dell'agricoltura bio, equiparandone i prodotti a quelli dell'agricoltura tradizionale". Secondo Helen Holder della campagna OGM degli Amici della Terra Europa, " se le industrie del biotech non riescono a prevenire le contaminazioni, allora gli OGM non possono essere coltivati in Europa".[AT]
Altre fonti: Greenplanet