Nuove violenze settarie in Siria

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Foto: Unsplash.com

Di Alessandro De Pascale

A partire da domenica nel sud della Siria, tribù locali beduine sunnite si sono scontrate con gruppi armati drusi. Non è la prima volta che accade visto che tra le due minoranze è in corso da lungo tempo una faida che ogni tanto si riaccende. Nella provincia di Suwayda, a maggioranza drusa, l’Osservatorio siriano per i diritti umani (SOHR), con sede nel Regno Unito, stamattina contava almeno 250 morti (138 tra le forza combattenti), con 21 “esecuzioni sul campo”. Negli scontri i clan beduini e in seguito le forze governative sarebbero inoltre stati sostenuti da formazioni appartenenti alla galassia jihadista, con simboli sulle divise appartenenti allo Stato Islamico.

Gli scontri hanno provocato l’immediata reazione del governo centrale dell’autoproclamatosi presidente siriano Ahmad al-Shara. Le truppe agli ordini di Damasco hanno rapidamente iniziato a colpire con l’artiglieria Suwayda, per poi entrare in città. Oltre alle esecuzioni sommarie sono stati denunciati saccheggi, profanazioni e l’incitamento all’odio settario nei confronti degli ‘infedeli’ drusi, accuse confermate da diversi video apparsi sui social. Il tutto anche nei villaggi della provincia attraversati dai governativi lungo il loro percorso.

L’avanzata delle truppe governative di Damasco è stata osteggiata da Israele. Il governo di Benjamin Netanyahu ha ordinato alla propria aviazione di bombardare le strade di accesso a Suwayda, colpendo anche alcuni mezzi del nuovo esercito regolare siriano. L’interesse dello Stato ebraico e puramente strategico e c’entra poco con la difesa dei drusi: approfittando della presa del potere di al-Shara lo scorso dicembre dalle alture del Golan occupate dal 1967 l’esercito israeliano ha ampliato il suo controllo di fatto nell’area, creando una ‘zona cuscinetto’ nella Siria meridionale lungo il suo confine nord-orientale...

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