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Nucleare italiano con i soldi di Kyoto
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La Campagna per la riforma della Banca mondiale denuncia oggi con forza la palese violazione dello spirito del referendum sul nucleare del 1987. Grazie all'approvazione dell'emendamento dell'On. Stradella (FI) alla legge di ratifica del Protocollo di Kyoto da parte delle Commissioni congiunte Affari Esteri ed Ambiente della Camera si prevede la possibilità per le imprese energetiche italiane di partecipare ad iniziative pubbliche e private nei paesi dell'Europa Orientale per la costruzione di impianti elettronucleari ai fini dell'adempimento degli impegni quantificati di limitazione e riduzione delle emissioni. "La pagina del nucleare in Italia è stata definitivamente votata con un voto popolare che a larghissima maggioranza ha sancito il rifiuto di questa opzione energetica" ha commentato Legambiente invitando il Ministro dell'ambiente Mattiolli a prendere posizione. In questi giorni la SACE starebbe considerando il finanziamento di ben 150 milioni di Euro a copertura dei rischi commerciali e politici associati con le operazioni dell'Ansaldo nucleare sul secondo reattore nucleare con tecnologia CANDU della centrale di Cernavoda in Romania. In molti paesi dell'Est Europa, candidati ad entrare nell'Unione Europea, sono in funzione centrali nucleari di modello sovietico, vecchie, pericolose e ancor più a rischio di incidente delle centrali occidentali. Ed è proprio in previsione del prossimo vertice mondiale ONU sull'ambiente che si terrà a Johannesburg, in Sudafrica, che emergono le prove dell'esistenza del "Gruppo di Bruxelles", una lobbys degli industriali, che chiedono di depennare alcuni temi dalle istituzioni ambientali per non mettere restrizioni al commercio mondiale, come successe nel Summit di Stoccolma nel 1971.
Pubblicato il: 11.04.2002
" Fonte: » Campagna per la riforma della Banca mondiale, Boiler, Amici della Terra, Legambiente;
" Approfondimenti: » Dossier Nucleare, Inquinamento da produzione energia;