Nucleare: all'Aiea il premio nobel per la pace

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Il premio Nobel per la pace 2005 è stato assegnato all'Agenzia internazionale dell'energia atomica e al suo direttore generale El Baradei per i loro sforzi contro la proliferazione delle armi nucleari. Non è stato un annuncio a sorpresa, dal momento che già nella serata di ieri l'agenzia Onu e il suo capo erano dati per favoriti dalla televisione pubblica norvegese.

Il comitato per il premio Nobel ha motivato la sua scelta, fatta tra 199 candidati, illustrando gli sforzi dell'Aiea e del suo direttore per impedire che l'energia nucleare sia usata a scopi militari. L'assegnazione del premio arriva nel 60esimo anniversario del bombardamento atomico di Hiroshima e di Nagasaki, che segnò la fine della seconda guerra mondiale con conseguenze drammatiche. Il Nobel per la pace, che consiste in una medaglia d' oro, un diploma e un assegno, quest'anno, di oltre un milione di euro, sarà consegnato ai vincitori il 10 dicembre, anniversario della morte dell'industriale e filantropo Alfred Nobel, inventore della dinamite e fondatore del premio.

Ma la proliferazione continua, gli Stati nucleari riprendono la ricerca e la costruzione di una nuova generazione di armi nucleari. Lo scorso maggio a New York è naufragata senza alcun esito la VII° Conferenza di revisione del Trattato. Un mese di colloqui, incontri e vertici incrociati non è riuscito a "rattoppare" il Trattato cosa che, a 35 anni dall'entrata in vigore è più che mai necessario. Le rappresentanze dei 187 paesi firmatari si sono lasciati con un nulla di fatto e lo scambio di accuse di non rispettare le regole dell'accordo nato per allontanare l'incubo di un olocausto nucleare. Gli Stati Uniti - con Russia, Gran Bretagna, Francia e Cina gli unici a possedere l'atomica legittimamente - hanno cercato di trasformare il vertice in un processo contro Iran e Corea del Nord che hanno beneficiato negli anni scorsi dei traffici di materiale nucleare. Oltre proliferazione orizzontale di cui parlano le grandi potenze esiste anche la non-proliferazione verticale che si riferisce all'aumento e all'innovazione nella tecnologia nucleare militare.

Ma la loro posizione è stata fortemente indebolita dalle malcelate ambizioni nucleari, che contraddicono apertamente l'impegno preso nel 1970 e confermato ogni 5 anni a ridurre il loro arsenale atomico.

L'Amministrazione Bush ha infatti disconosciuto il Trattato contro i test nucleari firmato da Bill Clinton e ha proclamato il proprio diritto a difendersi contro i pericoli del XXI secolo con potenti mini-atomiche e bombe antibunker a testata nucleare.

"La mancanza di una dichiarazione finale è da considerare positiva in quanto non sono stati fatti dei passi indietro" ha commentato Lisa Clark dei Beati Costruttori di Pace - che era presente a New York. "A pochi giorni dal termine si è rischiato di arrivare a un documento peggiorativo, invece così rimangono in vigore gli accordi del '95 in cui ci si impegna per una zona libera dalle armi nella regione del Medi Oriente". La rete delle 2.000 associazioni che aderiscono alla campagna per la messa al bando delle armi nucleari esce comunque rafforzata dall'appoggio ottenuto da più di un migliaio di enti locali e reti di parlamentari che si stanno coalizando insieme.

Fonte: Abolition Now su Rete nazionale disarmo, Euronews

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