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No al commercio di armi in Portogallo
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"Osiamo smascherare i commercianti di morte" è il titolo della campagna contro l'export bellico condotta in Portogallo dagli Istituti missionari con il sostegno di Amnesty international. Dal 3 ottobre al 31 dicembre 2001 sono state raccolte ben 80mila adesioni (e numerose altre sono annunciate come ancora in arrivo) a una petizione che verrà presentata al nuovo Parlamento di Lisbona, dopo le elezioni politiche del prossimo 17 marzo. I firmatari della petizione chiedono che lo Stato si impegni a stabilire e rispettare criteri chiari e trasparenti per quanto concerne l'esportazione di materiale bellico. Così attraverso la rivista comboniana portoghese Além-Mar si viene a sapere che sarebbero 46 le aziende autorizzate dal governo portoghese a commerciare armi. La redazione missionaria si chiede che cosa trattino quasi cinquanta società in un Paese delle dimensioni del Portogallo, che sostiene di produrre soltanto una limitata quantità di munizioni leggere, pezzi necessari per la manutenzione di aerei e attrezzature per la comunicazione. Il fatto comunque che il governo in seguito alle pressioni della campagna, abbia diffuso le statistiche relative alla produzione ed esportazione di armi da parte del Portogallo, viene considerato di promotori dell'iniziativa un primo passo verso una maggior trasparenza che condurrà come vuole la campagna ad un controllo parlamentare sul traffico d'armi.
Pubblicato il: 07.01.2002
" Fonte: » Misna, Carta, Além-Mar ;
" Approfondimento: » Campagna banche armate, Campagna armi leggere;