No Tav: blitz violento, la reazione della società civile

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Dopo il violento blitz delle forze dell'ordine di lunedì notte in Val di Susa è forte la reazione delle organizzazioni della società civile italiana. "Quel che è successo è gravissimo" dichiara Paolo Beni, presidente nazionale Arci. "Una prova di forza ingiustificata, decisa per intimidire e debellare qualsiasi opposizione a un progetto che la popolazione locale non vuole. L'ennesima dimostrazione di quanto questo governo sia nemico della partecipazione democratica e dell'arroganza con cui vuole imporre le proprie decisioni anche a costo di calpestare i più elementari diritti democratici. Il ministro Pisanu deve rispondere in Parlamento e al paese dei gravissimi abusi operati in Val di Susa." La richiesta da parte dell'Arci è che si proceda all'immediata smilitarizzazione della valle e sospendano i lavori e che finalmente si apra il confronto con i cittadini e le amministrazioni locali, si ascoltino le loro ragioni e si prendano in esame le proposte alternative alla Tav elaborate da tecnici ed esperti.

"In Italia non è più permesso manifestare per le proprie idee, per la difesa dei diritti, quali essi siano, senza correre il grave rischio di venir manganellati dalle polizie, quando va bene" scrive Enrica Bartesaghi del Comitato verità e giustizia per Genova. "In ogni occasione, da parte del ministro degli interni, del capo della polizia, vengono subito individuati elementi, anarchici, anarco-insurrezionalisti, black-bloc, per poter giustificare quella che in parole povere, ma facilmente comprensibili da tutti, si chiama repressione, si chiama violenza indiscriminata ed ingiustificata ai danni di cittadini inermi ed inoffensivi, si chiama attacco alla libertà di espressione e di manifestazione del dissenso, alla libertà di sciopero". Amnesty International ha scritto al ministro dell'Interno, Giuseppe Pisanu evidenziando "la necessità che la legislazione, i regolamenti e le procedure riguardanti l'operato delle forze degli agenti di pubblica sicurezza siano sempre in linea con le norme e con gli standard internazionali in materia di diritti umani".

"Proprio nel momento in cui le istituzioni piemontesi assumevano un atteggiamento di maggiore apertura al confronto con i manifestanti e gli Enti Locali, il Governo si è comportato da fomentatore, determinando una situazione estremamente critica sotto il profilo dell'ordine pubblico, di cui occorre chiedere conto al ministro Pisanu" ha commentato con asprezza Francesco Ferrante, direttore nazionale di Legambiente. " Ora capiamo i motivi del tormentone con cui il Ministro è intervenuto sulla stampa per esprimere preoccupazioni circa il rischio di esiti violenti o addirittura eversivi della protesta in Valsusa: dal momento che i manifestanti proprio non ne volevano sapere di assumere comportamenti che corrispondessero a queste aspettative, ci ha pensato il Governo a ordinare violenza e devastazione". Vanda Bonardo, Presidente di Legambiente Piemonte esprime la preoccupazione che per installare i numerosi cantieri si renda necessaria l'occupazione militare e quindi 'prosegue la protesta in modo civile e pacifico'.

Anche Greenpeace per voce del presidente Walter Ganapini esprime il suo pieno appoggio alle popolazioni della Val di Susa. " L'aggressione a chi in Val di Susa, esercitando un diritto democratico, si oppone ad una opera contestata da molti esperti dal punto di vista della fattibilità economica e della compatibilità ambientale è il segnale di una strumentalizzazione elettoralistica di un conflitto che si può risolvere solo con il dialogo e la trasparenza" afferma Ganapini che propone una gestione unitaria del necessario percorso negoziale. Intanto il giorno dopo gli scontri e le tensioni, la Val di Susa si prepara a vivere un'altra giornata di resistenza alla Tav. Gli amministratori locali, riuniti questa mattina a Bussoleno, hanno chiamato a raccolta la popolazione invitandola a recarsi a Chianocco all'incontro tra le Statali 24 e 25 e l'autostrada Torino-Bardonecchia e distribuire agli automobilisti volantini per spiegare le ragioni della protesta. Parole di condanna sono venute dal presidente della comunita' Bassa Valle di Susa, Antonio Ferrentino, per i disordini che si sono verificati ieri nel capoluogo piemontese. ''Ringrazio tutti quelli che hanno partecipato alla nostra protesta, anche a Torino, anche se non possiamo non condannare gli episodi di violenza che si sono verificati e che non fanno bene al nostro movimento''. [AT]

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