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No Tav: 17 dicembre, al corteo segue l'happening
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Dopo giorni di servizi giornalistici volti ad accentuare le differenze che compongono il movimento contro la Tav in Val di Susa, si è arrivati a una proposta che si intreccia a quella fatta dai Sindaci per manifestare sabato 17 dicembre a Torino le ragioni dei contrari alla grande opera. Dal comunicato ufficiale dei Comitati si apprende che l'assemblea del popolo no tav, riunitasi a Bussoleno il 12 dicembre 2005 alle ore 18, all'unanimità ha indetto una giornata di lotta che comincerà alle ore 14 con il concentramento alla stazione di Porta Susa da cui partirà alle ore 15 il corteo in direzione del parco della Pellerina, dove è previsto uno happening 'No Tav' con diverse figure dello spettacolo, tra cui Dario Fo, Beppe Grillo e Marco Paolini. Sembra che una parte dei sindaci sarà presente sia al corteo sia allo spettacolo. Intanto il consiglio comunale torinese ha deciso a maggioranza di chiedere al questore di vietare il corteo.
Il Coordinamento Torinese NO-TAV si è pronunciato a favore di una manifestazione "assolutamente pacifica, rispettosa della città, consapevole in ogni sua componente delle responsabilità che pesano su un movimento che vuole far sue le ragioni del No partendo dal rispetto e dalla condivisione delle forme in cui si è espressa fino ad oggi la protesta delle popolazioni della Valle Susa: un'opposizione civile, ferma e determinata negli obiettivi e altrettanto ferma nel rifiutare modalità di lotta che non le appartengono". Due momenti dunque, il corteo e la festa, che si uniscono e si fondono non soltanto simbolicamente, per rappresentare quella unità vera delle diverse componenti che si battono contro l'alta velocità. "Un'unità che chi vuole la TAV a tutti i costi tende continuamente a negare ma che invece è una realtà" dicono dal Coordinamento Torinese che lancia un appello in primo luogo a tutti i torinesi a partecipare alle iniziative del 17 dicembre.
Legambiente appoggia la scelta dei sindaci della Val di Susa di rinunciare al corteo in programma sabato a Torino. "Le novità di questi giorni - ha dichiarato Roberto Della Seta presidente nazionale Legambiente - hanno segnato una prima grande vittoria del movimento che si oppone alla realizzazione del tunnel per l'alta velocità ferroviaria. A questo punto la manifestazione al Parco della Pellerina è il modo migliore e più efficace per proseguire la mobilitazione. Va respinto perciò con decisione ogni tentativo di utilizzare il problema Tav come pretesto per scorribande di violenti e sceneggiate antagoniste". Legambiente replica poi al sindaco Chiamparino che ha proposto di sospendere il diritto a manifestare a Torino e in tutti i luoghi dove si svolgeranno le gare. "Forse Chiamparino - ha concluso Della Seta - ha scambiato la sua città per Pechino. Ma qui siamo in democrazia e manifestare in modo pacifico è un diritto che non può essere sospeso".
''In presenza di un confronto come quello che abbiamo ottenuto a Roma -ha spiegato Antonio Ferrentino, presidente della Comunita' montana Bassa Valle di Susa - non si scende in piazza". Ma continua, "Il nostro movimento e' cresciuto talmente tanto che attualmente, in poche ore, siamo di grado di far scendere in piazza 50 mila persone, basta qualche telefonata e sms. Il governo deve tenere conto di questo fatto''. Intanto anche i molti lillipuziani da tempo impegnati a Torino e in Valsangone hanno solidarizzato con un comunicato che precisa che "questa lotta non è solo di una parte (sindaci o agricoltori o studenti o casalinghe) ma veramente di tutta la popolazione che è informata, consapevole, organizzata, compatta e solidale, realizzando quello che vorremmo fosse un obiettivo consolidato della futura democrazia occidentale che dovremmo imparare a migliorare a casa nostra". Per la Rete di Lilliput "la resistenza della Val Susa è difesa del territorio, salvaguardia dell'ambiente, tutela di un patrimonio già più e più volte leso in nome di quel progresso e di quello "sviluppo" che non soddisfa le reali esigenze delle persone, ma che sembra sempre più garantire diritti e privilegi di pochi lasciando drammatici "conti in sospeso" per i più, per le generazioni attuali e future". [AT]