'No Dal Molin': intervento al Congresso Usa, rimossi dalla zona Ederle

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Ieri una delegazione vicentina del comitato 'No Dal Molin' era a Washington dove ha deposto ufficialmente di fronte alla commissione 'Appropriations Subcommittee on Military Construction, Veterans Affairs and Related Agencies' della Camera del Congresso degli Stati Uniti d’America. "Un fatto eccezionale visto che in più di 50 anni solo in rarissimi casi la commissione ha ammesso in audizione ufficiale cittadini non statunitensi" - hanno commentato gli esponenti del Comitato. La commissione era riunita proprio per definire l'ulteriore finanziamento per la realizzazione della nuova base Usa al Dal Molin di Vicenza. L'audizione è stata possibile grazie al precedente viaggio a Washington di inizio marzo e all’aver incontrato in quella occasione numerosi deputati e senatori statunitensi che hanno invitato la delegazione a ritornare per deporre ufficialmente di fronte alla Commissione.

Cinzia Bottene ha illustrato, a nome dei tanti vicentini che si oppongono alla nuova base militare, le ragioni della contrarietà alla nuova base statunitense al Dal Molin. "Grande impressione hanno destato i punti salienti della relazione, in particolare per quel che riguarda l'ubicazione dell'installazione progettata e l'assenza della Valutazione d'Impatto Ambientale" - riporta la prima nota del 'No dal Molin'. Il Presidente, a nome della commissione, ha dato disposizioni perché sia contattato il Pentagono per sapere se le oggettive ragioni di contrarietà siano state prese in considerazione e se esiste la possibilità di riconsiderare il progetto. Al termine dell'audizione, in collegamento telefonico con Piazza dei Signori a Vicenza, Cinzia Bottene ha espresso soddisfazione per l'audizione dichiarando, tra l'altro, che "segnali concreti ricevuti da alcuni membri della commissione che mi hanno avvicinato al termine della deposizione mi fanno essere fiduciosa".

Di ben altro tenore l'atteggiamento delle forze dell'ordine italiane a Vicenza. La sera precendente, infatti, la Polizia è intervenuta rimuovendo due tende di tipo igloo che i manifestanti - un centinaio di persone - avevano sistemato davanti all'ex ingresso della caserma Ederle, a Vicenza. Il reparto di Polizia ha spintonato i manifestanti a mani alzate, non lesinando calci e colpi a coloro che, seduti, si erano incatenati alle tende per difenderle. I manifestanti - come ha riferito Marco Palma, uno dei portavoce de No Dal Molin - hanno deciso di tornare a casa dopo aver avuto l'assicurazione che non verrà rimossa una terza tenda posta sul prato assieme a degli striscioni e alle bandiere con il logo No Dal Molin. "Con questa iniziativa - ha spiegato Palma - abbiamo voluto dare l'avvio a un percorso che ci porterà fino al 4 luglio prossimo, alla vigilia del G8 e dell'arrivo del presidente Obama in Italia, a organizzare una grande iniziativa a Vicenza".

"Il 4 luglio, giornata in cui gli statunitensi festeggiano la propria indipendenza dall'impero britannico, vogliamo decretare la nostra indipendenza dall'impero militare statunitense, liberando la terra dalla presenza di una nuova base di guerra" - riporta il comunicato del 'No Dal Molin'.

Intanto nelle scorse settimane, il Presidio ha annunciato la positiva conclusione dell’iniziativa " Mettiamo radici al Dal Molin" per la raccolta di quote di proprietà, per l’acquisto del terreno su cui da due anni si trova il tendone punto di riferimento dei comitati. La festa sarà il 10 maggio, quando i presidianti convocheranno tutti i sottoscrittori per firmare gli atti per il passaggio di proprietà del terreno a ridosso della futura base Usa. L’acquisto si concretizzerà di fronte ad un notaio espletando obblighi burocratici e sarà seguito da una festa di cui sarà reso noto il programma nei prossimi giorni.

Quello che già si sa è che la soglia di 450 quote da cento euro è stata abbondantemente superata. Tra i comproprietari del terreno vi è Don Andrea Gallo, fondatore della comunità di San Benedetto al Porto di Genova, da tempo sostenitore del movimento No Dal Molin. "Mentre all’interno dell’aeroporto continuano le demolizioni, tutt’intorno la città si prepara a nuove mobilitazioni: avere radici stabili significa, infatti, continuare a opporsi al progetto statunitense" fanno sapere dal Presidio. [GB]

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