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Niente sta scritto: disabilità, partecipazione e cittadinanza
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Il Festival dell’Economia di Trento ha dedicato l’edizione 2017 al tema della salute, in particolare alle disuguaglianze in tema di salute. In questo contesto, per la prima volta il Festival ha deciso di occuparsi di disabilità, e del rapporto tra società e disabili. Il dialogo di sabato 3 Giugno, “Niente sta scritto: persone con disabilità nel contesto globale”, è stato animato da tre persone con disabilità che rappresentano esempi lampanti di partecipazione sociale nonostante le difficoltà, in questo caso, motorie. Piergiorgio Cattani è direttore della nostra testata online, Giampiero Griffo è presidente della Rete Italiana Disabilità e Sviluppo e Gianluigi Rosa è un atleta della nazionale italiana di para ice hockey. Calzanti le parole di Cattani, per cui “chi soffre di disabilità è solitamente pensato come un onere, ma se ha pari opportunità può e deve essere trattato come una risorsa".
Il tema della disabilità è molto complesso: disabili sono anche gli anziani. Inoltre, la disabilità può essere intellettiva o motoria. Griffo ha ricordato che “tutti viviamo o vivremo in stato di disabilità". E’ una condizione dinamica, che può essere rimossa: solo l'ambiente circostante crea i veri limiti della disabilità. Di conseguenza, le politiche per la disabilità non sono di nicchia, ma sono necessarie per tutti i membri della comunità.
Come approfondisce Cattani, una persona è resa disabile da due fattori: internamente dal proprio corpo, esternamente dalla società in cui vive. Infatti, la società può essere inospitale, per le barriere fisiche e psicologiche che impone al disabile. “Fortunatamente, credo che la situazione stia migliorando”, spiega Cattani “sempre meno persone mi fissano quando mi muovo in città, soprattutto i più giovani”. “Ciò che trovo ancora inospitale è l’ospedale: lì il disabile è ridotto ad un corpo che non funziona, al caso complicato. Viene trattato con freddo distacco”. Oltre a questi due fattori, poi, entra in gioco la capacità del singolo individuo di mostrarsi in pubblico senza timore.
Giampiero Griffo ha analizzato con dati e regolamenti alla mano la situazione giuridica e pratica per i disabili: 1 miliardo di persone al mondo hanno una disabilità, e la maggior parte vivono in paesi del Sud del mondo senza alcun sostegno. In Europa, il 54% dei bambini con disabilità frequentano ancora delle scuole speciali, diverse da quelle dei loro coetanei. In Italia, l’80% dei disabili sono disoccupati. In treno, è possibile utilizzare solo 240 delle 2400 stazioni italiane. Non è inoltre possibile votare in qualsiasi seggio: in certi casi, dunque, la disabilità sociale può causare una disabilità politica, non venendo messi in condizione di partecipare alle scelte della propria comunità.
Griffo ha spiegato che la Convenzione ONU del 2006 sui diritti delle persone con disabilità ha spostato il focus dall’idea di bisogno a quella di diritti: il diritto di partecipare alla vita della comunità, quello di non discriminazione… la Convenzione traccia un modello bio- psico- sociale basato sul rispetto dei diritti umani, a cui le regolamentazioni nazionali dovrebbero aderire.
Rosa ha infine raccontato dell'incidente stradale che a 17 anni l'ha privato di una gamba, la sua storia di riabilitazione e l’avvicinamento allo sport, l’hockey su slittino. “La sera del primo allenamento a Merano, ho visto una fila di gambe e stampelle lasciate a bordo campo: in quel momento ho capito che non ero solo, e che la mia vita era solo cambiata. Con i miei compagni di squadra, davanti a una birra, potevo parlare di protesi o di riabilitazione come in altri contesti si parla di qualsiasi altro argomento quotidiano”.
Alla fine dell’incontro è stato svelato un altro senso dell’incontro: “Niente sta scritto” sarà anche il titolo del documentario in corso di realizzazione che racconta storie di persone con disabilità tra Italia e Kenya, prodotto dalla Fondazione Fontana Onlus. Storie di persone con disabilità che non vogliono essere escluse dalla società di cui hanno diritto di fare parte.
Sofia Verza

Laureata in Giurisprudenza presso l'Università di Trento, ha studiato ad Istanbul presso le Università Bilgi e Yeditepe, specializzandosi nel campo del diritto penale e dell'informazione. Ad Istanbul, ha lavorato per la fondazione IKV (Economic Development Foundation), ricercando nel campo della libertà di espressione. E' stata vice presidente dell'associazione MAIA Onlus di Trento, occupandosi di sensibilizzazione sulla questione israelo-palestinese e cooperazione culturale in Cisgiordania. Scrive per il Global Freedom of Expression Centre della Columbia University e collabora con Osservatorio Balcani e Caucaso.