Nepal: continuano le proteste, arrestati membri di ActionAid

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Continuano le proteste anti-monarchiche in corso da giorni in Nepal. Oltre una decina di persone sono rimaste ferite e più di 200 sono state arrestate dopo che la polizia ha aperto il fuoco oggi contro una manifestazione di avvocati nella capitale Kathmandu. I poliziotti hanno inizialmente cercato di bloccare i quasi 400 legali della 'Nepal Bar Association' (Nba) mentre uscivano dalla sede dell'associazione per prepararsi alla manifestazione ma, non essendovi riusciti, improvvisamente avrebbero cominciato a sparare sul corteo - riporta l'agenzia Misna.

I cronisti locali avrebbero udito alcuni agenti motivare l'inaspettata reazione sostenendo che "tutti i giornalisti e gli avvocati sono maoisti". L'Nba, che rappresenta oltre 5.000 legali in tutto il paese, è stato il primo organismo professionale a definire incostituzionale il colpo di mano politico con cui, il primo febbraio 2005, il re Gyanendra assunse su di sé pieni poteri con lo scopo dichiarato di annientare la guerriglia maoista attiva dal 1996. Già ieri la polizia aveva aperto il fuoco contro una manifestazione antimonarchica a Nawalparasi, 200 chilometri a ovest di Kathamandu, uccidendo un dimostrante e ferendone sei. Analoghi incidenti erano avvenuti a Jhapa, ad est della capitale, mentre in varie zone erano scattati decine di arresti di oppositori.

Tra questi 36 membri dello staff di ActionAid International sono stati arrestati mentre manifestavano pacificamente nel centro di Kathmandu, in Nepal, nel corso di un sit-in in favore dei diritti umani e della democrazia nel Paese. "Non abbiamo un'agenda politica - ha dichiarato al momento dell'arresto Shibesh Chandra Regmi, direttore di ActionAid Nepal e della Federazione delle ONG in Nepal - e abbiamo preso parte alla marcia per esprimere la nostra preoccupazione per le prolungate interferenze nel nostro lavoro di sviluppo, dovute alla instabile situazione politica". ActionAid International era tra le circa 60 organizzazioni non governative che hanno partecipato pacificamente alla manifestazione.

La scorsa settimana al primo giorno di sciopero generale chiesto da sette partiti d'opposizione, uniti in una alleanza a favore della democrazia, le forze di sicurezza hanno arrestato più di 1500 persone che manifestavano in modo pacifico. Le opposizioni volevano scioperare per quattro giorni dal 6 al 9 aprile, per protestare contro la politica di re Gyannedra. La maggior parte degli attivisti politici arrestati appartiene al Partito comunista nepalese, che è stato il tradizionale rivale della guerriglia maoista, con cui invece ora ha consolidato buoni rapporti.

E' dallo scorso gennaio che si susseguono gli arresti di dirigenti politici e attivisti della società civile nepalese - tra cui Khrisna Pahadi, fondatore della sezione locale di Amnesty International. Nei mesi scorsi il re Gyanendra, monarca e dittatore dello stato himalayano ha deciso di tagliare le telecomunicazioni per facilitare la repressione violenta degli oppositori. [GB]

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