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Nel 1999 lo slogan che sbarcò in Brasile
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"Un altro mondo è possibile. Costruiamolo insieme". E' con questo slogan, il 26 settembre 1999, che decine di migliaia di persone provenienti da ogni parte del mondo (dopo aver partecipato alla 3a Assemblea dell'Onu dei Popoli) hanno camminato insieme da Perugia ad Assisi chiedendo all'Italia, ai governi e a tutte le istituzioni internazionali di "cambiare le priorità della politica e dell'uso delle risorse rimettendo al centro le persone, i popoli e il rispetto dei loro diritti fondamentali".
E questo stesso slogan è stato adottato dal primo Forum Social Mundial di Porto Alegre di quest'anno, con lo stesso spirito costruttivo che lo caratterizza. Questo motto nasce da urgenze mondialei. A partire dall'enorme passo indietro da parte di alcuni stati, in testa gli USA, sul protocollo di Kyoto, che è stato siglato a Bonn lo scorso luglio, e del progetto Star Wars ("Guerre stellari"), il sistema di "difesa" missilistica che il governo degli Stati Uniti sta cercando di vendere all'Europa, mentre minaccia di revocare i trattati di non proliferazione delle armi, come l'ABM del '72 sottoscritto anche dalla Russia, con il rischio di innescare una nuova guerra fredda, ben più pericolosa.
Vi è poi il nuovo ruolo della NATO, che da Alleanza Atlantica EuroAmericana si sta trasformando in gendarme mondiale per risolvere i conflitti internazionali con l'uso della forza e secondo gli interessi economici e geostrategici degli Stati Uniti.